Lombardia 2023, i grandi temi per il Bresciano: la marcia verso l’energia pulita

I bresciani, come tutti i lombardi, il 12 e il 13 febbraio 2023 saranno chiamati ad eleggere il presidente della Regione e a rinnovare il Consiglio regionale. In vista dell’appuntamento, abbiamo iniziato un viaggio intorno ai grandi temi e ai problemi considerati nell’ambito locale, che coinvolgono la Regione, in modo diretto o di rimbalzo.
Nella scorsa puntata abbiamo parlato della montagna.
Cercasi energia pulita per salvare il pianeta. La transizione green è la priorità di questi anni. Attraversa la società e l’economia, i comportamenti individuali e collettivi. Tanto più in una provincia energivora come quella bresciana, basti pensare al peso dei comparti siderurgico e metallurgico. Non solo. Decarbonizzare significa diminuire le polveri sottili, il bubbone che ammorba la Pianura Padana. La transizione ecologia è un passaggio obbligato; tuttavia, è anche una straordinaria occasione di sviluppo.
La Regione Lombardia recita un ruolo importante in questo processo: per fissare gli obiettivi, attirare ed erogare le risorse attraverso i bandi, favorire e indirizzare le politiche di svolta, definire (e semplificare) le regole. Un protagonismo che si specchia nel Preac (Programma regionale energia ambiente e clima), documento approvato dalla Giunta lo scorso dicembre.Rinnovabili
Sviluppare le fonti rinnovabili, diminuire i consumi, efficientare gli edifici, investire sulla ricerca, sostenere l’economia verde: sono le direttrici principali da seguire. Brescia sta già vivendo la transizione energetica, con tante buone pratiche e progetti sulla sostenibilità presentati nell’ottobre scorso a Futuro Expo. Uno per tutti, il Green Metals Brescia: tredici tra acciaierie e fonderie che prevedono la progressiva sostituzione del gas naturale con carburanti verdi, sfruttando gli scarti agricoli attraverso una rete di biodigestori. Un’alleanza virtuosa fra industria e agricoltura, che incontra il solito ostacolo: i tempi lunghi della burocrazia per autorizzare gli impianti di biometano e biogas. Eppure Brescia, considerata la rilevanza dei due settori economici, potrebbe dare un grande contributo.
Efficienza
Sul fronte delle rinnovabili, il solare è la prima risorsa. La Regione ha varato una legge che finanzia i Comuni per la posa di pannelli fotovoltaici su edifici pubblici, terreni incolti, cave e discariche dismesse. C’è poi la necessità di intervenire sull’efficientamento delle strutture pubbliche e sugli immobili privati, così come sull’illuminazione pubblica. La diffusione della biomassa legnosa e delle pompe di calore elettriche, lo sviluppo dell’idroelettrico, del teleriscaldamento e della filiera dell’idrogeno (prevista sulla linea ferroviaria Brescia-Edolo), la decarbonizzazione dell’industria sono altri obiettivi che accompagnano la transizione ecologica.
Servono fondi
La Regione, abbiamo anticipato, dispone di risorse proprie, ma soprattutto può calamitare e destinare contributi statali, del Pnrr e del Fondo europeo di sviluppo regionale. Ma anche della Pac per quanto riguarda l’agricoltura e la zootecnia, due attività importanti nella transizione energetica per la produzione di bioenergie (dai reflui), l’assorbimento di carbonio, la riduzione delle emissioni. Nella nostra Bassa la cattiva qualità dell’aria è influenzata dall’ammoniaca e dai nitrati.
La Regione incentiva la copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami, l’applicazione di corrette modalità di spandimento, l’interramento dei fertilizzanti dove sia possibile, l’uso di tecnologie innovative. Buone pratiche che hanno bisogno di sostegno economico per gli imprenditori. Transizione ecologica, produzione di energia pulita, lotta all’inquinamento dell’aria (e della falde) si integrano in un ciclo virtuoso per uomo e natura.
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