Lombardia 2023, i grandi temi per il Bresciano: il sistema produttivo e la svolta green

Formazione, credito start up, sostenibilità: l'sos dell'economia e la necessità di investire sul capitale umano e sulla presenza all'estero
La siderurgia è uno dei settori trainanti della nostra economia - Foto © www.giornaledibrescia.it
La siderurgia è uno dei settori trainanti della nostra economia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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I bresciani, come tutti i lombardi, il 12 e il 13 febbraio 2023 saranno chiamati ad eleggere il presidente della Regione e a rinnovare il Consiglio regionale. In vista dell’appuntamento, abbiamo iniziato un viaggio intorno ai grandi temi e ai problemi considerati nell’ambito locale, che coinvolgono la Regione, in modo diretto o di rimbalzo.

Nella scorsa puntata abbiamo parlato dei problemi dei pendolari. La prossima puntata sarà dedicata alla montagna.

Una macchina potente e ben oliata, capace di grandi performance, che però va mantenuta efficiente per tenere il passo, adottando i necessari cambiamenti. L’economia bresciana è fra le prime in Europa. Quarta come manifattura. Un sistema produttivo vocato all’esportazione, basti dire che nei primi nove mesi del 2022 il made in Brescia (nel suo complesso) ha inviato all’estero beni per 16,8 miliardi, tre in più dello stesso periodo 2021. Grazie anche dall’aumento dei prezzi, ma resta il fatto che siamo un pilastro dell’export nazionale. Altro esempio. Nel Bresciano operano circa 120mila partite Iva, di cui 30mila società di capitali: nel 2021 le mille più grandi hanno venduto per 77 miliardi (il 34% all’estero), con un utile di 3,7 miliardi. Come un terzo dell’intero Pnrr.

Ma ora il nostro sistema produttivo deve misurarsi con la sfida della sostenibilità. Quella economica è realizzata nei fatti, mentre l’ambientale e sociale sono da costruire. È il cammino delle transizioni ecologica e digitale.

La sfida

Può e deve essere vinta, partendo da una condizione: il valore del capitale umano. Significa avere disponibili le competenze necessarie. Parliamo di formazione continua: di chi è occupato, di chi cerca ricollocazione, dei giovani negli istituti superiori professionali. Più volte gli imprenditori bresciani l’hanno ribadito: non c’è futuro senza innovazione a tutti i livelli e in tutti i settori. Riguarda gli uomini e le macchine.

La formazione è uno dei grandi temi che coinvolge la Regione, che deve continuare ad accompagnare le imprese nel percorso di cambiamento con sostegni economici e politiche adeguate.

I fronti su cui la Regione è impegnata, in un giro virtuoso fra pubblico e privato, sono diversi. Una necessità delle imprese bresciane è sviluppare la presenza sui mercati esteri. Serve più internazionalizzazione per aumentare la competitività. Un altro campo di intervento della Regione è quello del credito agevolato, tanto più necessario in un contesto e una congiuntura difficili come quelli attuali. Aiutare le imprese ad essere più efficienti dal punto di vista energetico, sostenere le start up (in particolare giovanili) e l’innovazione, favorire la messa a terra degli appalti pubblici e la rigenerazione urbana (con benefici per l’edilizia), creare le condizioni per attirare investimenti da fuori, sono altre azioni importanti.

L'incognita automotive

Sul futuro dell’economia bresciana pesa l’incognita automotive. L’UE ha stabilito che dal 2035 sarà possibile vendere solo vetture ad emissioni zero. Il comparto automotive provinciale conta 250 imprese, 18mila dipendenti, un fatturato annuo di 6,5 miliardi. Brescia è seconda solo a Torino.

Gli imprenditori, il sistema Brescia e la Regione hanno più volte lanciato l’allarme sulle possibili ricadute negative, rivendicando il principio della neutralità tecnologica: libertà nella scelta di come arrivare al risultato (spostandolo di qualche anno). Non solo l’elettrico, insomma. D’altra parte, c’è chi sostiene che proprio la cogenza della data (e l’urgenza di contrastare i cambiamenti climatici) deve stimolare l’industria ad accelerare la svolta green. In ogni caso, sono decisive la formazione e la ricerca, la collaborazione fra il mondo delle imprese e quello della conoscenza.

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