«Loggia, niente ballottaggio oltre il 40%: subito accordo con civici e Italia Viva»

A maggio potrebbe non esserci il ballottaggio. La riforma degli enti locali in discussione al Senato prevede infatti che se un candidato supera il 40% al primo turno, sia subito eletto. Ecco perché l’ex sindaco Adriano Paroli, oggi senatore e commissario provinciale di Forza Italia, auspica che vi possa essere da subito un accordo tra centrodestra e un eventuale polo civico guidato da Nini Ferrari.
«Brescia ha bisogno di un cambio di passo, deve tornare ad essere una città ambiziosa, che pensa in grande. A partire dall’anno della cultura. Avrei anche una proposta...».
Quale?
«Rimettere il Bigio in piazza, come chiede la Sovrintendenza, anche solo per un anno. Lo dico da antifascista e consapevole della storia della nostra città. Nell’anno in cui Brescia è capitale italiana della cultura sarebbe un gesto opportuno e intelligente. Il Bigio è pronto, è già stato restaurato. In una settimana può essere ricollocato, in modo provvisorio, così da riavere la piazza nella sua completezza, come fu disegnata da Piacentini».
Quella statua è da sempre un tema divisivo. C’è chi teme sconti o atti vandalici.
«Brescia negli ultimi 20 anni è cambiata, è sempre più una città d’arte e di cultura. Sono stato il sindaco che ha ampliato il progetto per la candidatura Unesco di Santa Giulia, includendo anche il Capitolium, ottenendo così il riconoscimento. La Vittoria Alata, la Croce di Desiderio, la quarta cella. Dobbiamo imparare a "vendere" le nostre bellezze. Il Bigio si inserisce in questo quadro: avrebbe un’eco enorme, sarebbe catalizzatore di interesse. Per un anno tutti potrebbero vedere Piazza Vittoria com’era in origine, attirando turisti. Sarebbe una collocazione temporanea. Che può essere interrotta in caso di problemi».
Dopo 10 anni, qual è il suo giudizio sull’Amministrazione Del Bono?
«Non posso dire sia stata una cattiva Amministrazione per l’ordinario. Ma sulle grandi progettualità si è visto e sentito il freno a mano tirato. Avevo lasciato progetti importanti, dal campus universitario alla nuova sede del Comune. Ho portato a termine la metropolitana. Ma il progetto è rimasto monco: prima di pensare al tram bisognava estendere la metro, portarla in provincia. Servono più parcheggi, anche attorno al centro storico per non perdere residenti e operatori economici. Insomma, in questi 10 anni è mancata la velocità di lavorare sulle nuove vocazioni della città. Nessuna visione ambiziosa, come fu negli anni di Asm, il teleriscaldamento, il termoutilizzatore, la metro. Bisogna riprendere in mano quel coraggio».
Fabio Rolfi è la persona giusta per farlo?
«Assolutamente sì, Rolfi è candidato giusto. Sono molto contento di questa candidatura. È già da un anno che con Fabio stiamo ragionando sul futuro della città. Ha fatto bene a partire. Sa che Forza Italia è con lui. Ma ci sarà certamente anche Fratelli d’Italia».
E Laura Castelletti? Al ballottaggio di 10 anni fa siete andati vicino all’accordo...
«Non ho mai nascosto la mia stima per le sue sensibilità e capacità. Al tempo ci eravamo incontrati e avevamo condiviso alcuni temi e programmi. Ma poi sappiamo come è andata. Castelletti ha un’anima di sinistra, non a caso tra i suoi principali sponsor c’è Sinistra Italiana. È andata in una direzione lontana da quello che secondo me serve per la città. Da spettatore vedo una grande confusione nel centrosinistra. Chi invoca le primarie per fare chiarezza non ha torto».
Un eventuale candidato civico sostenuto da Italia Viva-Terzo Polo potrebbe esseri Nini Ferrari che nel 2013 ha guidato la "sua" Civica X Brescia.
«Considero Nini Ferrari un patrimonio della città. Se si metterà a disposizione, sarà un fatto molto positivo. Ma l’auspicio è che si possa arrivare ad una collaborazione già al primo turno, senza aspettare il ballottaggio. Con la riforma della normativa, il ballottaggio potrebbe anche non esserci».
Ci spieghi.
«Il testo per la riforma delle Province prevede anche modifiche per l’elezione del sindaco nei Comuni sopra i 15mila abitanti. Il nuovo meccanismo è simile al modello siciliano: basta superare il 40% per evitare il ballottaggio. Questo evita una serie di "ricatti" in vista del secondo turno».
Ma i tempi della riforma saranno lunghi…
«No. Il testo è pronto. Dal 10 gennaio inizieranno le audizioni in commissione Affari costituzionali al Senato (dove siede Paroli, ndr). L’obiettivo è chiudere nell’arco di un mese, un mese e mezzo, concordando già il testo con la Camera. In questo modo il passaggio a Montecitorio potrebbe essere blindato. Per quel che ne so, l’obiettivo è fare in modo che il nuovo meccanismo sia utilizzato già alle amministrative di maggio, dove votano 18 capoluoghi. Brescia compresa».
Prima di maggio Del Bono pare intenzionato a fare le nomine delle partecipate comunali, ad iniziare da A2A.
«Sarebbe un pasticcio istituzionale. Le nomine vanno affrontate con la buona politica, non vanno imposte. Se alle elezioni vincerà Rolfi non potrà stare tre anni senza un’adeguata interlocuzione e rappresentanza nel cda di A2A. Anche a Milano c’è preoccupazione. Ho già detto al sindaco: Brescia deve nominare 4 rappresentanti. Troviamo il modo che siano condivisi: 4 super partes? Due e due? Le ricette ci sono. Ci deve essere la volontà...».
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