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Paroli (FI): «La politica torna a contare. Presidenzialismo? Prudenza»

Alle sesta legislatura ma eletto per la prima volta «fuori porta»
L'ex sindaco e senatore forzista Adriano Paroli - © www.giornaledibrescia.it
L'ex sindaco e senatore forzista Adriano Paroli - © www.giornaledibrescia.it
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Senatore, lei ha visto parecchie squadre di governo formarsi: che ne pensa del dibattito in corso sulla presidenza delle due Camere?

La mia è una sensazione, ma mi pare che ci sia ancora più voglia di affermazione che uno sguardo di prospettiva. Per gestire bene le Camere bisogna guardare all’esperienza e alla capacità di creare condivisione. Io avrei sondato il terreno anche con le opposizioni per capire, ad esempio, sempre nell’alveo del centrodestra quali potessero essere le figure considerate più di garanzia per tutti. Si parla di alto profilo, ma non mi pare per ora che si stia affrontando il percorso scevri da interessi di partito.

Si riferisce al richiamo ai profili tecnici? Non è d’accordo?

Mi sembra che al momento ci sia ancora un approccio da campagna elettorale e che il passaggio dall’opposizione alla maggioranza non sia ancora compiuto: certamente lo sarà a breve. Le figure tecniche ci stanno, ma credo che serva una squadra di governo in cui i partiti siano fortemente rappresentati, non certo diminuiti: ben venga, quindi, la guida dell’Economia tecnica, ma allo stesso tempo serve il punto di riferimento politico. Abbiamo di fronte a noi un mandato da far tremare i polsi, ci sono tanti bisogni in gioco e a grandi responsabilità ci si aspetta che si risponda con grande disponibilità e condivisione.

Brescia ha raddoppiato la sua rappresentanza in Senato... 

Brescia al momento rappresenta un’oasi felice, ma la riforma che ha sancito il taglio dei parlamentari, basata su un populismo che ha portato solo danni, consegna agli attuali rappresentanti una enorme responsabilità, forse addirittura troppa. Di certo la nostra provincia in questa legislatura avrà un ruolo rilevante e potrà pesare: è un’opportunità in più che va sfruttata lavorando al meglio.

Alle porte ci sono elezioni importanti: election day per Regionali e Amministrative?

Sì, sposerò questa via: se la politica vuole riportare le persone a votare, deve facilitare e semplificare, auspico un election day ad aprile, al massimo a maggio e non certo alla fine di giugno, con una chiamata alle urne pensata su due giornate: domenica e lunedì. Questo per consentire anche alla metà della popolazione che lavora la domenica di andare con serenità ai seggi.

Durante la campagna elettorale si è parlato spesso di riforme: oltre ai temi emergenziali sarà questa la legislatura che le affronterà?

Credo che alcune tematiche vadano affrontate. Quella della Provincia, ad esempio, è una riforma da mettere in campo adesso: bisogna metterci mano e rilanciare gli enti, ricordando che non tutti i territori sono uguali. Sul resto io sono abbastanza conservatore: il presidenzialismo potrebbe essere una grande occasione, ma bisogna stare attenti a non cascarci dentro. Di certo, riforme di questo tipo non si possono compiere in solitudine, necessitano di essere condivise anche con le opposizioni.

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