Loggia 2023, Pagnoncelli: «Nell'intreccio dei dati la via per catturare gli indecisi»

L'amministratore delegato Ipsos Italia contestualizza i dati che emergono dal secondo rapporto commissionato dal GdB
Nando Pagnoncelli di Ipsos
Nando Pagnoncelli di Ipsos
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E siamo alla «fase 2». L’ultima, a scandire il dibattito elettorale che ci porterà alle urne a metà maggio. Da domani infatti sondaggi sono sotto silenzio. Per legge. Ma le indicazioni che emergono in questo secondo rapporto Ipsos commissionato dal GdB possono essere preziose proprio nelle prossime due settimane, per dare rinnovata linfa ad una campagna che vede i protagonisti impegnati su due fronti: da un lato la ricerca del consenso (magari eroso dalla parte avversa) e dall’altro la ricerca dell’antidoto all’incubo di tutti, quello dell’astensione.

Nando Pagnoncelli, durante la lettura del primo report di Ipsos, dalla Sala Libretti del Giornale lei aveva invitato ad una cautela nella lettura dei dati ricordando che i sondaggi vanno letti come «fotografia» del momento in cui vengono eseguiti, e non come pronostico dell’esito del voto. Fa la stessa raccomandazione anche oggi?

I dati vanno sempre contestualizzati. E questo non vuol certo dire che non abbiano cose nuove da comunicare. Questa seconda indagine fa riferimento ad interviste eseguite tra il 17 e il 21 aprile. Dunque le abbiamo concluse a tre settimane dal voto, a campagna elettorale entrata nel vivo e a candidature certe. Il cittadino elettore si è dimostrato più informato e consapevole. Ma resta un’ampia fetta di potenziali elettori che sembrano orientati a disertare le urne. E quel 6% di indecisi che non sanno ancora dove posizionare il loro voto.

Con queste premesse, come dobbiamo leggere l’attribuzione del 49,9% delle preferenze alla candidata Laura Castelletti, alla soglia della vittoria secca, con un distacco di 7 punti dal candidato sindaco Fabio Rolfi che si attesta al 42,5%?

Sono percentuali che vanno lette per quello che sono: delle stime a tre settimane dal voto. Con una cautela aggiuntiva: quando ci si avvicina al 50%, l’errore statistico è valutato attorno al 3%, 3,1 per l’esattezza. Dunque Laura Castelletti sulla carta potrebbe vincere già al primo turno ma anche attestarsi al 47%. Sette punti di vantaggio sono un vantaggio importante, ma non dobbiamo dimenticare neppure quel 6% degli indecisi, e soprattutto quel 36,6% che ha dichiarato di non voler andare a votare. Qui sta la vera incognita. E qui sta il «serbatoio» di voti che potrebbe fare la differenza.

Ci spieghi il campione scelto da Ipsos: diverso dal precedente ma comunque equivalente. In che senso?

Significa che le persone interpellate sono diverse dal campione precedente, ma i criteri di selezione sono gli stessi. Dei 1000 elettori il 52% è donna e il 48% è uomo; identico al campione precedente è il rapporto tra laureati e non laureati così come quello tra occupati e non occupati, inserendo in quest’ultimo ambito disoccupati ma anche casalinghe, studenti e pensionati. Identiche le percentuali per fasce di età e zone di residenza.

L’affluenza al primo turno delle amministrative del 2013 era stata del 65,5%. Cinque anni dopo è scesa al 57,4% ma si votava una sola giornata. In questa tornata l’affluenza si attesterebbe al 57,6% su un voto spalmato in due giorni. Insomma, a oggi un bresciano su tre dichiara di non voler andare a votare. Ritiene possibile sollecitare un ripensamento? Come?

Già abbiamo avuto modo di sottolineare come molto si giochi negli ultimi giorni, talvolta persino nelle ultime ore. Chi oggi dice di non voler andare a votare, potrebbe cambiare idea. Per fornire strumenti aggiuntivi di lettura delle intenzioni di voto e comprendere i comportamenti degli elettori, compresi quelli che non intendono andare alle urne, abbiamo deciso di incrociare gli orientamenti dichiarati dagli intervistati con genere, età e professione.

Ne esce uno spaccato interessante, che a ciascun candidato indica le aree dove è più o meno forte: ad esempio abbiamo Castelletti premiata dall’elettorato femminile, dai giovani e dai pensionati; Rolfi invece dagli imprenditori e dagli elettori dai 25 ai 44 anni piuttosto che Lucà premiato soprattutto dagli studenti.

L’incrocio è interessante anche perché nel contempo ci dice dove si collocano gli elettori indecisi oltre a quelli orientati ad astenersi. Ad esempio, contro una media del 36,6%, l’astensione dichiarata sale ad oltre il 44% tra i disoccupati passando dal 39,9% di impiegati ed insegnanti. Ed è più marcata tra gli studenti e tra gli uomini.

Veniamo alle intenzioni di voto, stavolta per le liste: l’orientamento all’astensione è identico. Aumentano però gli indecisi. Come lo spiega?

È presto detto: io so che andrò a votare. So quale candidato sindaco premiare. Sono però indeciso a quale lista dare la mia preferenza. Con questi presupposti ad oggi il candidato Fabio Rolfi porta a casa un paio di punti in più rispetto alla somma delle liste che lo sostengono. Laura Castelletti invece un punto in meno.

Ed eccoci al ballottaggio...

Qui il voto ovviamente si polarizza e premia marcatamente la candidata Castelletti, che incassa pure il consenso di sostenitori del candidato Lucà. Aumentano gli astenuti poiché gli esclusi dal ballottaggio hanno meno motivazioni per andare a votare. Praticamente un elettore su due diserta le urne.

Il «non voto» come terzo candidato di peso?

Diciamo che le affluenze del 57,6% nel primo turno e del 48,8% nel secondo sono relative al sentire dell’elettorato a tre settimane dal voto. È del tutto evidente che se dovessero essere o più alte o più basse, ogni nostra stima sarà meno precisa rispetto al risultato finale.

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