Liste d'attesa, servirebbero 50mila ore di straordinari dei medici bresciani

La stima dopo la polemica dei giorni scorsi a Bari, dove un primario è stato multato per aver lavorato troppo
POCHI MEDICI, PIU' STRAORDINARI?
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Non poteva passare inosservata, tanto era macroscopica la natura del provvedimento: al Policlinico di Bari tre primari sono stati multati per i troppi straordinari effettuati durante il Covid. «Da eroi alla multa il passo è stato davvero troppo breve». Tanto macroscopica, la vicenda, che dopo la lettera scritta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal primario del Pronto soccorso, al quale era stata comminata una multa di 27mila euro, l’Ispettorato nazionale del Lavoro ha dapprima sospeso le sanzioni. Che, poi, sono state annullate.

Interrogativi

Il «caso» pone molti interrogativi. E li pone nei giorni in cui, sul piano sindacale, è stato siglato il contratto della dirigenza sanitaria e, su quello formativo, i dati dei giovani medici che scelgono di specializzarsi in discipline quali la Medicina d’Emergenza e Urgenza sono impietosi. Nel Bresciano - anche se il numero non è ancora definitivo perché potrebbero esserci degli slittamenti - su sedici borse a disposizione, gli iscritti sono undici. Non solo. Nei giorni in cui nella manovra economica 2024 vi sono scelte che incidono sulla sanità e sul suo capitale umano.

I medici bresciani

Sulle multe annullate interviene anche Ottavio Di Stefano, presidente dell’Ordine dei Medici di Brescia. Scrive: «Erano i giorni dell’emergenza Covid. Erano i giorni dei 959 pazienti Covid su 1.200 letti nel nostro più grande ospedale. Tutti gli uomini e le donne della sanità, in ospedale e sul territorio, avevano un solo scopo: rispondere alla sofferenza estrema di tanti. Non conoscevamo la malattia e i possibili rimedi. Potevamo rispondere solo con l’impegno strenuo mettendo in campo noi stessi. Dal Pronto soccorso investito da una marea impensabile, alle terapie intensive, ai tanti reparti trasformati in degenze Covid. Solo a questo pensavamo, allora, e pensiamo oggi, perché è il nostro lavoro, perché di fronte a chi sta male il tempo non conta. Si ferma. Saltano orari e vita familiare e così qualcuno in più che sta male ce la fa. Certamente - aggiunge Di Stefano - è indispensabile una riforma di sistema con adeguati finanziamenti per risorse umane, tecnologie e riorganizzazione. Ma è il nostro lavoro e non esagero, il nostro sacrificio, e valgono. Molto di più dei 27mila euro di multa inflitta ai primari di Bari per “l’eccesso” di straordinari e limitazione dei riposi compensativi nei momenti più duri della pandemia. Per fortuna il Presidente della Repubblica ha capito subito che non era eccesso, ma semplicemente e solo dovere».

Verbale annullato

Il verbale dell’Ispettorato del Lavoro di Bari è stato annullato in autotutela applicando l’esimente di necessità, stante lo stato emergenziale da Covid 19 nei periodi oggetto di contestazione. In altre parole, non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell’adempimento del dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa».

Nella manovra economica 2024 del governo il tema della mancanza di personale emerge in tutta la sua drammaticità. Un esempio: all’Asst Spedali Civili, dal 2019 ad oggi, sono stati «tagliati» cento posti letto perché non c’è un numero sufficiente di professionisti che ne garantisca il funzionamento.

Si chiedono più ore

La soluzione? «Per accorciare i tempi di attesa, la cui lunghezza ha cause strutturali, si pensa - spiegano i vertici di Anaao, tra i sindacati più rappresentativi degli ospedalieri - di chiedere più ore a un personale stremato da una carenza di organico drammatica e un peggioramento senza precedenti delle condizioni lavorative. Come se l’orario di lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari fosse una variabile indipendente disponibile all’infinito: 38 ore di debito contrattuale, il più alto del comparto sanità, turni notturni e festivi extra a causa della carenza di personale, 2,5 milioni di ore richieste (una stima di 50mila solo per il Bresciano, ndr) per la riduzione delle liste di attesa, altri 10 milioni di ore eccedenti, nemmeno retribuite o recuperate, e 5 milioni di giornate di ferie arretrate. Senza considerare che 6 su 10 si scoprono in burn-out, dopo una pandemia che li ha prosciugati di energie fisiche e mentali, a una età media che li vede al primo posto al mondo. Non c’è spazio per “più ore”».

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