Il Pronto soccorso di Brescia ha pochissimi specializzandi
A operazioni ancora in corso emerge un dato chiaro: la fuga da alcune specializzazioni mediche non si arresta. Il dato più preoccupante riguarda l’Emergenza e Urgenza: all’Università di Brescia, su sedici contratti stanziati quelli assegnati sono cinque. Dunque, a oggi, il 69% è rimasto sulla carta.
Dato in linea con quello che accade nel resto d'Italia anche se, per Brescia, c’è un piccolo spiraglio di luce rispetto allo scorso anno, quando i posti erano sempre sedici e gli iscritti al primo anno erano tre. La scelta, l’assegnazione e l’immatricolazione si è chiusa il 5 ottobre e l’attribuzione dei candidati è stata pubblicata il 6 ottobre. Una volta pubblicato l’elenco, il candidato ha dovuto «inderogabilmente, a pena di decadenza, effettuare l’iscrizione alla scuola alla quale è stato assegnato a partire dallo stesso 6 ottobre e fino a venerdì 13 ottobre». E al 13 ottobre il quadro era questo: su 401 borse ripartite tra le varie specialità attive a Medicina a Brescia 160 sono andate deserte.I primi dati
Dal primo quadro emerge che Scuole molto ambite, e importanti nel panorama sanitario nazionale, sono rimaste senza alcuna assegnazione per Medicina d’Urgenza. Tra queste, La Sapienza di Roma-Umberto I e il San Raffaele di Milano. Non è una consolazione. Anzi, è la conferma che il tema centrale rimane la necessità di riformare la specializzazione medica e di rimodulare la ripartizione dei posti.
Senza nessuna assegnazione, per quanto riguarda l’Università di Brescia, sono rimaste Medicina nucleare, Microbiologia e Virologia, Patologia clinica e Biochimica e Radioterapia. Nello specifico, i contratti assegnati con fondi statali e regionali per Microbiologia e Virologia erano sei, andati deserti. Anche lo scorso anno erano sei, con un unico medico in formazione al primo anno. Poi Patologia clinica e Biochimica (quattro con fondi statali) e Radioterapia (nel riparto tra gli atenei erano nove posti coperti con fondi statali, mentre lo scorso anno erano sei, con un iscritto che si era ritirato nel corso dell’anno).
L’allarme
Un grido d’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Anaao Giovani, Als (associazione liberi specializzandi) e Gmi (Giovani medici per l’Italia), realtà che hanno manifestato davanti al ministero dell’Università e Ricerca (Mur) per chiedere una riforma del sistema delle specializzazioni e delle relative retribuzioni. A livello nazionale, le Scuole «deserte» sono 103, mentre 127 hanno meno del 25% degli specializzandi assegnati in base al riparto dei contratti di formazione medica stanziati.
I rappresentanti delle tre Associazioni sono lapidari: «Una Caporetto. Mortificante vedere che moltissime Scuole - per Brescia Microbiologia, Patologia clinica e Radioterapia- saranno senza alcun medico specializzando, certificando il depauperamento di figure professionali che sono state protagoniste durante la pandemia da Covid».
Ancora: «Una Caporetto da noi ampiamente annunciata poiché il semplice aumento dei contratti stanziati in Medicina d’urgenza, che si aggiunge a quella complessiva dei contratti, e in assenza di una riforma della formazione medica, non solo non avrebbe risolto il problema della carenza di specializzandi d’emergenza ma l’avrebbe addirittura peggiorata in un contesto concorsuale mal gestito che ci auguriamo non sia oggetto di ricorsi causando ulteriori ritardi e disservizi».
Alla vigilia della prova nazionale per l’ammissione dei medici alle Scuole, lo scorso luglio, il professor Marco Fontanella, delegato del rettore per le Scuole di specializzazione dell’Università di Brescia, aveva dichiarato: «I numeri persi non li recuperiamo più. Al massimo una decina di contratti nei prossimi dieci anni e sugli attuali iscritti al primo anno statisticamente ci aspettiamo ancora abbandoni, anche fino al 10%». Più che pessimismo, confrontando i dati degli ultimi due anni, possiamo parlare di realismo.
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
