Visite mediche e attese, a Brescia si sperimenta il numero unico

Da gennaio 2024 agende condivise dalle Asst Spedali Civili, Garda e Franciacorta. Pd: «In Lombadia ritardi inaccettabili»
BRESCIA SPERIMENTA IL NUMERO UNICO
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Il Centro prenotazione unico di visite specialistiche ed esami è un fantasma che da anni si aggira sulle teste di chi ha bisogno di sapere, in tempo reale, la disponibilità di ora e giorno in tutte le strutture pubbliche e private convenzionate con il Servizio sanitario. E poter, quindi, scegliere dove fissare un appuntamento. Una sorta di «centrale di smistamento» che permette di avere il quadro della situazione e delle attese. Non dovrebbe essere un’utopia realizzare questo progetto, tenuto conto anche dell’era ipertecnologica in cui viviamo.

Strada in salita

Invece, la strada si sta rivelando più ardua del previsto, anche se saranno proprio tre strutture pubbliche bresciane, sulle otto totali previste su tutta la Regione, a fare da apripista nel 2024. A aderire al Centralino unico di prenotazione sono l’Asst Spedali Civili di Brescia, l’Asst della Franciacorta e l’Asst del Garda. Tre realtà i cui sistemi sono più simili a quelli del nuovo cervellone e, per questo, con la possibilità di semplificare il lavoro di collegamento. Con loro, nel 2024 aderiranno anche il Papa Giovanni di Bergamo, le Asst di Lodi, di Crema e di Cremona e il Carlo Poma di Mantova. Otto realtà, alle quali se ne dovrebbero aggiungere altre dodici nel 2025 e altre dodici nel 2026.

La nuova piattaforma, per la quale Aria (l’azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti) ha lanciato un bando di 28,1 milioni di euro (con l’adesione ad un accordo quadro Consip «per ridurre i rischi di ricorsi e accorciare i tempi» è stato detto in commissione Bilancio dall’amministratore unico di Aria, Lorenzo Gubian), dovrebbe riunire i 272 enti sanitari della Lombardia. Che potranno «dialogare» tra di loro e dare risposte complete a chi telefona per fissare un appuntamento.

Le date

Sale d'attesa in ospedale sempre più affollate
Sale d'attesa in ospedale sempre più affollate

L’assessore al Welfare di Regione Lombardia, in commissione Bilancio, ha affermato che «il Cup unico sarà operativo solo alla fine del 2026». E nessuna certezza sull’adesione dei privati convenzionati con i quali la trattativa è in corso. Lo scorso maggio aveva annunciato che sarebbe partito a gennaio 2024 e la Giunta regionale, alla fine dello scorso giugno, aveva dato il via libera definitivo al progetto per la sua realizzazione.

La minoranza

«Sul centro unico di prenotazione (Cup) dalla Regione nessuna certezza sull’adesione dei privati». A denunciarlo sono il vicepresidente del Consiglio regionale del Pd Emilio Del Bono e la consigliera regionale del Pd Miriam Cominelli a seguito dell’audizione che si è tenuta con l’assessore alla Sanità Guido Bertolaso.

«Bertolaso - affermano i consiglieri del Pd - ha esplicitamente detto che il Cup unico sarà operativo solo alla fine del 2026, mentre il 22 maggio scorso l’aveva annunciato per il 1 gennaio 2024. Un ritardo inaccettabile, considerato che questa Regione attende l’agenda unica da 10 anni. Il nuovo Cup, oltretutto costerà 61 milioni di euro, una cifra enorme, che si aggiunge ai milioni già spesi senza alcun risultato negli anni precedenti. Solo due anni fa infatti sono stati destinati ai privati 7 milioni di euro per adeguarsi al sistema di prenotazione unica, risorse che sono andate del tutto perse».

«E i privati - concludono Del Bono e Cominelli - sono il vero problema. Bertolaso ha dovuto ammettere che non c’è alcuna certezza sulla tempistica della loro adesione al Cup. È chiaro che l’agenda unica senza privati non è un’agenda unica, ma d’altra parte da sempre da parte loro c’è una forte resistenza ad aderirvi: i privati vogliono gestire le prenotazioni da soli per potersi garantire l’erogazione delle prestazioni più remunerative a scapito delle altre, ma ai lombardi servono tutte le prestazioni».

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