L'HHC, il cannabinoide diventato illegale dopo sequestri e scoperte a Brescia

È derivato chimico dalla cannabis che si trova allo stato liquido. Il suo spaccio ora è punito con carcere fino a 20 anni
L’HHC è un olio derivato dalla canapa
L’HHC è un olio derivato dalla canapa
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Si chiama HHC. È estratta, attraverso un procedimento chimico, dai semi e dal polline della canapa sativa. Si trova allo stato liquido, quindi può essere vaporizzata sull’erba tradizionale, spruzzata su sigarette uscite dal monopolio, ma anche svapata con sigarette elettroniche. Che sballi più della marijuana o meno della marijuana è dibattito destinato a rimanere aperto e a restare senza risposte convincenti. Quel che è certo è che è diventata illegale da ore e che lo è diventata in seguito alla iniziativa della magistratura bresciana.

Un discreto quantitativo di HHC - o esaidrocannabinolo - è stato sequestrato per la prima volta in Italia proprio nella provincia di Brescia. Venne trovato in un laboratorio clandestino insieme ad altre sostanze stupefacenti già note e catalogate. E proprio perché non corrispondeva a nulla di noto, fu sottoposto all’iter di riconoscimento. Dopo l’inserimento nel Lass (Laboratorio analisi sostanze stupefacenti) provinciale e quindi nel circuito nazionale, di questa sostanza se ne sono occupati la Direzione centrale dei servizi antidroga e il Ministero della Salute, che ne hanno valutato rischi ed effetti. L’iter si è concluso non più tardi di un mese fa: l’HHC è stata inserita per decreto del ministero della Salute nella tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope insieme ad eroina, cocaina, amfetamine e «ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale ed abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica». Giusto per capirci: la «semplice» cannabis invece è nella tabella II, quella nella quale sono inserite le sostanze con inferiore potere tossicomanigeno.

La scoperta

L’esaidrocannabinolo è stato il primo cannabinoide semisintetico segnalato nell’Unione Europea. La sua prima scoperta risale al 2022. L’HHC nel Vecchio Continente è arrivata dagli Stati Uniti e si è diffusa partendo dalle regioni più a nord, quelle scandinave. Dall’autunno dello scorso anno è oggetto di monitoraggio intensivo da parte del Sistema di allerta precoce dell’UE, che vuole comprenderne meglio i potenziali rischi di salute pubblica.

Gli effetti

Nella scorsa primavera gli studi commissionanti dall’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze (Emcdda) di Lisbona hanno fornito i primi risultati: gli effetti dell’HHC sono assimilabili a quelli del delta-9-THC, ovvero del composto psicotropo ricavabile dalla cannabis. La sua assunzione determina alterazione dell’umore, della percezione e della cognizione, oltre alla cosiddetta «fame chimica», ad un senso di spossatezza, ma anche di ebbrezza e confusione.

A lanciare l’allarme sulla diffusione del prodotto, sulla diffusione del fenomeno e sulle potenziali conseguenze sulla salute degli assuntori, in Italia sono stati anche i produttori di «cannabis light». La loro segnalazione è stata raccolta dal Comando dei carabinieri per la tutela della salute e dall’Istituto superiore di sanità, che ha dato parere favorevole per il suo inserimento nella tabella I delle sostanze psicotrope.

Un olio denso

L’HHC è figlia di un processo di idrogenazione, con il quale vengono aggiunte molecole di idrogeno al delta-9 THC. I produttori possono anche utilizzare metalli nobili per favorire il processo di idrogenazione. Il risultato è un olio denso, che può essere ulteriormente raffinato e diluito e assunta in modi disparati.

Non è di facile rintraccio per gli operatori delle forze dell’ordine, ma se fino a qualche giorno fa era innocua, sotto il profilo penale ora è particolarmente pericolosa. L’inserimento tra le droghe vietate dell’HHC comporta evidentemente anche delle conseguenze penali di un certo rilievo. La detenzione ai fini di spaccio può essere punita con il carcere dai 6 ai 20 anni. 

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