L’architetto di Putin a processo a febbraio: per i giudici è latitante

Lanfranco Cirillo in aula per reati fiscali. E a Mosca e su di lui pende un mandato d’arresto
Tra Russa e Italia: Lanfranco Cirillo, il 63enne «architetto di Putin» - © www.giornaledibrescia.it
Tra Russa e Italia: Lanfranco Cirillo, il 63enne «architetto di Putin» - © www.giornaledibrescia.it
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Per la giustizia italiana è latitante. Dal primo agosto scorso su di lui pende infatti un mandato d’arresto in carcere che la Guardia di Finanza di Brescia non è però riuscita ad eseguire. Perché Lanfranco Cirillo, il 63enne conosciuto come l’architetto di Putin, per i legami professionali con il leader russo e con altri 44 oligarghi, è a Mosca e non è più tornato in Italia. «Non si è mai sottratto. È stato interrogato due volte dal pubblico ministero e ha chiesto lui stesso un terzo interrogatorio. Poi ha ripreso la sua vita, è residente a Mosca da 20 anni dove lavora. Per questo chiederemo l’annullamento del decreto di latitanza» annuncia il suo legale, l’avvocato Stefano Lojacono.

A processo

Nel frattempo il prossimo 23 febbraio per Lanfranco Cirillo, che è iscritto all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero ed è cittadino russo per decreto presidenziale, inizierà il processo dopo che la procura ha ottenuto il giudizio immediato. Deve rispondere di una serie di reati fiscali che vanno dall’infedele dichiarazione dei redditi, all’ autoriciclaggio e alla violazione del codice a tutela dei beni culturali. Per chi indaga avrebbe esterovestito i suoi redditi per evitare di pagare le tasse in Italia.

Su questa base l’estate scorsa il pm Erica Battaglia ha sequestrato all’architetto di Putin beni mobili e immobili per oltre 140 milioni di euro, tra ville, opere d’arte originali di Picasso, Cezanne, Kandinsky, De Chirico e Fontana e gioielli. Sotto sequestro anche uno yacht, l’elicottero personale dell’architetto e 670mila euro in contanti trovati in casa. Tutti beni ora affidati alla commercialista Elisabetta Roncato, nominata dal gip amministratore giudiziario.

Gli altri coinvolti

Cirillo non sarà solo a processo. Con lui entreranno in aula, davanti ai giudici di Brescia, anche la moglie Marinella Spagnoli proprietaria della lususosa villa di Roncadelle nascosta dietro ad un enorme portone-opera d’arte firmato Rivadossi, Adriano Gafforini, ritenuto dagli inquirenti il suo factotum italiano e attualmente ai domiciliari proprio per l’inchiesta fiscale e poi Alberto Guerini e i cittadini russi Anna Novitscalia e Vladimir Krutskikh, accusati a vario titolo di concorso nei reati fiscali. In una lettera inviata al Giornale di Brescia ad inizio agosto Cirillo scrisse: «Perché questa persecuzione? La mia prima colpa è di avere vissuto in Russia, di avere fatto fortuna e di aver lavorato e costruito per gli oligarchi in Russia. Anche se a quanto mi risulta questo non è previsto come reato dal codice penale italiano. Altra colpa è quella di avere portato una parte del frutto del mio lavoro nel mio paese di origine. Questo - è un passaggio della lunga lettera - mi colpisce molto a nome dei milioni di immigranti italiani in giro per il mondo».

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