Dopo le accuse e il sequestro faraonico ci scrive Cirillo, l’architetto di Putin

In una lunga email - che riportiamo integralmente - il 63enne si difende dalle accuse di frode fiscale e contrattacca. Ecco il testo
Lanfranco Cirillo - © www.giornaledibrescia.it
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Ci ha scritto. Lo ha fatto, così dice, dal suo ufficio a Mosca. Ha deciso di rompere la consegna del silenzio - molto probabilmente caldeggiata dai suoi avvocati - attraverso una email lunghissima. «Hanno detto molto su di me e ho pensato di scrivere qualcosa io su me stesso».

Soggetto/oggetto della lettera è Lanfranco Cirillo, per i più l’architetto di Putin. Non più tardi di sei mesi fa il 63enne professionista di origini trevigiane trapiantato a Brescia per amore è finito nel mirino della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Brescia. Non più tardi di mercoledì, nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato per frode fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio, ha subito un sequestro preventivo e per equivalente faraonico. Il sostituto procuratore Erica Battaglia, titolare del fascicolo, ritiene che abbia esterovestito i suoi redditi. Le Fiamme Gialle gli hanno congelato beni per 141 milioni di euro. Secondo l’accusa ha simulato una vita in Russia per evitare di pagare le tasse in Italia. Le sue ricchezze per questo sono state congelate e, in caso un processo riesca a dimostrare la fondatezza delle accuse, un giorno potrebbero anche essere confiscate a titolo definitivo. 

Il sequestro

L’elenco dei beni sequestrati è davvero ricco. Si va dalla dimora/museo di via Savoldo a Roncadelle intestata alla moglie, ai quadri di Picasso, Kandisky, De Chirico, Cezanne che contiene (in tutto 150 opere d’arte per un valore stimato di 50 milioni di euro). Dalla villa in Costa Smeralda, alle proprietà sul lago di Garda (Torbole) e in provincia di Brescia (immobili in città ma anche a Travagliato, Toscolano, Comezzano Cizzago oltre che a Capriano del Colle, dove ha sede l’azienda agricola che produce i vini Le Gatte), allo yacht ormeggiato ad Arzachena. Dall’elicottero parcheggiato a Montichiari per arrivare a decine di decine di migliaia di euro in contanti a una quantità non indifferente di gioielli e orologi preziosi.

Si tratta, secondo la ipotesi investigativa, di beni non in linea con quanto dichiarato da Cirillo tra il 2013 e il 2019: un patrimonio ingentissimo, sproporzionato ed ingiustificato che lui spiega nella lunga email che ci ha scritto e che pubblichiamo di seguito integralmente.

La lettera

Nemo profeta in patria e la battaglia contro i mulini a vento...

Hanno scritto molto su di me e ho pensato di scrivere qualcosa su me stesso.
Sono accusato di esterovestizione.
Parola difficile che vuol dire che uno simula di aver lavorato e guadagnato in un posto MENTRE ha vissuto tutta la vita nel Bel Paese. E che i propri affetti sono rimasti in Italia…
Vi racconto qualcosa di me: sono in Russia nel mio ufficio di Mosca in questo momento ed è così da più di vent'anni.
Sono cittadino russo per decreto presidenziale dal 2014 e sono residente qui dal 2003 come iscrizione AIRE, anche se ho iniziato la mia carriera a Mosca in anni precedenti.

Sono iscritto all'albo degli architetti russi e sono stato nel consiglio degli architetti di Mosca. Sono stato membro della federazione olimpica Russa della vela e sono membro e sponsor del Istituto Artico di San Pietroburgo, con il quale sotto la bandiera russa, ho partecipato a oltre 20 spedizioni Artiche ed Antartiche. Ho attivamente collaborato per favorire le relazioni tra la chiesa Ortodossa Russa e la Chiesa Cattolica.
Avendo lavorato per gli uomini più importanti della Russia (non l'ho voluto io, ma sono definito l'architetto di Putin) sono molto conosciuto in Russia anche per interviste, interventi televisivi etc, e centinaia di articoli nella stampa mondiale. Ho conosciuto tutti gli ambasciatori e Consoli Italiani che sono stati in Russia negli ultimi 20 anni.

Il Governo Italiano ha avuto per anni ampie informazioni sulla mia persona e sulle mie attività, avendo io lavorato per persone oggetto di attenzione a livello di interesse mondiale e cioè per i presidenti delle più importanti società dell'oil and gas Russo: Gazprom, Lukoil, Novatek etc. Ho poi avuto vari contatti con il Ministero del'Istruzione e degli Esteri per le mie attività di ricerche sui cambiamenti climatici in Artico.

In tutti questi anni sono stato "ambasciatore" del made in Italy in Russia, portando i russi più ricchi ed influenti a conoscere e amare i grandi vini italiani (Sassicaia, Masseto, ecc), cercando di far gustare loro lo stile e la piacevolezza dei nostri prodotti e del nostro stile di vita. Ho portato in Russia aziende Italiane, facendo entrare nelle più importanti case russe la bellezza e l'eleganza dei nostri arredi, marmi e decori, la nostra cultura ed il nostro stile di vita. In questo modo ho fatto lavorare in Italia una moltitudine di persone.

Ho mantenuto con il mio Paese, da buon emigrante, un rapporto di affetto: la propria terra non si scorda mai. Visto che mia moglie e mia figlia non si sono volute trasferire in Russia ho viaggiato regolarmente per mantenere contatti con loro un paio di week end al mese In Italia. Poi nel 2013 mia figlia, dopo essere stata lei stessa all'estero negli Stati Uniti e in Svizzera, si è ammalata di tumore.

Dopo alcuni anni si è aggravata e da quel momento ho iniziato a seguirla personalmente nel suo percorso di cure: in Italia, in Svizzera, negli stati Uniti, in Israele e infine in Germania, dando tutta la mia vita nel tentativo di poter salvare la sua. Purtroppo il tutto si è concluso nel 2019 con la morte della mia amata figlia, l'unico grande fallimento della mia vita. Dunque torniamo a noi, oggi mi dicono che sono un delinquente, che ho evaso il fisco perché in realtà avrei fatto finta di trasferirmi in Russia. Ed hanno mosso centinaia di persone per seguirmi, ascoltarmi e hanno confiscato a me e a mia moglie tutti i beni in Italia.

In tutta onestà, quando tutto è iniziato, a febbraio 2022, con la perquisizione fatta da un centinaio di militari della Gdf alle 5 del mattino, ho pensato che avessero preso un granchio e si fossero sbagliati: «Io non residente in Russia!? Ma se lo sanno anche i sassi che ho lavorato lì tutta la vita, che non ho mai avuto un solo cliente in Italia. Che non ho mai guadagnato un soldo in Italia!!».
Ci sono articoli su tutti i giornali del mondo sul mio lavoro in Russia, mai una parola sul mio lavoro in Italia, inoltre chi mi aveva perquisito non sapeva neppure che sono cittadino russo, per cui pensavo che tutto si sarebbe risolto bene e in un tempo umano. E ho continuato a fare la mia solita vita: viaggiare e svolgere le mie attività.

Ma allora perché tutto questo accanimento? Perché mi hanno portato via tutto? Perché questa persecuzione?
L'unica risposta che mi viene in mente viene da Google. Basta digitare Lanfranco Cirillo /Putin per avere centinaia di pagine. Se lo fate sul motore di ricerca Russo Yandex compariranno migliaia di pagine sulla mia vita in Russia. E sui miei contatti con gli uomini più importanti di quel paese.

Dunque la mia prima colpa è di avere vissuto in Russia, di avere fatto fortuna e di aver lavorato e costruito per gli oligarchi in Russia. Anche se a quanto mi risulta questo non è previsto come reato dal codice penale italiano. Altra colpa è quella di avere portato una parte del frutto del mio lavoro nel mio paese di origine. Altra colpa è quella di avere amato la mia famiglia in Italia.
Questo mi colpisce molto a nome dei milioni di immigranti italiani in giro per il mondo: state attenti se siete uomini di successo, se avete guadagnato non portate i soldi in Italia perché sosterranno che siete evasori e delinquenti!

L'Italia è un paese di emigranti. Oggi abbiamo anche una rappresentanza in parlamento, ma fatevi sentire, stanno mettendo in forse i diritti al lavoro e al godimento del frutto del proprio lavoro di noi immigrati. Milioni di ristoratori, di professionisti o di manager che vivono per 183 giorni fuori dall'Italia (io ahimè vi ho vissuto molto di più), sono comunque a rischio di "esterovestizione". Se uno ha un figlio, un amore o una passione in Italia può essere perseguitato e privato dei propri beni. Questa storia spero faccia riflettere sul diritto e la libertà dei cittadini Italiani all'estero. Da secoli gli emigranti hanno portato lustro e ricchezza nel nostro Paese. Tutto quello che ho portato in Italia io sarebbe invece un riciclaggio.

Ma io ho fatto donazioni importanti: macchinari all'Istituto dei tumori di Milano per un programma di controlli tumorali per le giovani donne per oltre 500.000 euro (riciclaggio sanitario?); donazioni per la ristrutturazione del monastero delle Grazie a Brescia (riciclaggio spirituale?); donazioni varie al Vaticano e ai Francescani ad Assisi (altro riciclaggio spirituale?), finanziamenti per la costruzione di scuole costruite in Africa tramite le opere salesiane (riciclaggio benefico?), ecc. Quindi il Vaticano mi ha palesemente aiutato a riciclare denaro, nonché lo IEO (Istituto Europeo di oncologia), il Comune di Brescia proprietario del monastero da me ristrutturato, hanno preso soldi russi. Vanno tutti indagati e puniti.

Emigrando e facendo fortuna in Russia ho dato benessere economico alla mia famiglia in Italia e, da un certo momento in poi, ho ridotto le mie attività in Russia per curare mia figlia dal cancro, fino a quando nel 2019 l'ho accompagnata al camposanto. Se questo rende di me un "esterovestito" allora sì: sono colpevole! Secondo questa logica però ogni emigrante italiano che ha una famiglia in Italia, continua ad amarla e a mantenerla, cercando di costruire per essa un futuro di benessere, deve essere arrestato e privato dei suoi beni. Trattato come Totò Riina.

Che io abbia vissuto, lavorato e guadagnato in Russia è palese e fuori da ogni ragionevole dubbio…
Per questo sono attonito e colpito da tanto accanimento, ho sempre pensato che con tutto quello che ho fatto per la mia terra di origine sarei sempre stato rispettato e accolto a braccia aperte. E invece …

Ultima considerazione Est-Ovest. Oggi si semina odio, in Italia ci sono le elezioni, ed è di moda far vedere che tutto quello che è Est è male, e va assolutamente condannato…Berlusconi amico di Putin… Est ; Salvini in Piazza Rossa con la maglia di Putin … Est; la Meloni con Orban … Est; Di Maio filo Cina … Est; i Cinque Stelle che hanno fatto la corte a Putin e alla Cina… Est. Ma anche Letta del PD, quando era presidente del consiglio a Trieste (io c'ero con la delegazione russa) era a braccetto con Putin e firmò accordi miliardari. Est pentito. Cavoli, state attenti che non si salva nessuno; potete essere tutti accusati di Est-vestizione.

Oggi ci sono 5000 residenti in Russia e tutte le grandi firme (anche se con franchising). Sono qui negozi di Ferrari, Maserati, Armani, Intimissimi, Calzedonia etc e scintillano nel lussuoso passeggio moscovita. Siete tutti in pericolo.

Beh c'è una guerra che sta dividendo l'Europa e che sta colpendo decine di migliaia di persone civili e militari, e tutto questo, per questa onda di odio e divisione che serpeggia nelle menti delle genti in Europa e nel mondo. Forse oggi sarebbe meglio smetterla di gettare benzina sul fuoco con azioni antirusse e odio. Forse il mondo dovrebbe essere in mano alla giustizia divina e alle genti ben pensanti piuttosto che ai guerrafondai politici di ogni nazione.

In questi giorni di turbamento, quando mi siedo nel mio ufficio di Mosca, guardo dalla finestra la mia città e penso «se avessi fatto fortuna in America o se avessi portato i miei soldi in qualsiasi altro paese, ma non in Italia, sarei un libero e rispettato cittadino. Una persona da prendere ad esempio che dal niente, come immigrato, ha fatto fortuna e ha onorato il proprio paese, la propria terra.
La mia preoccupazione va a tutti gli immigranti nel mondo che sono esposti al mio rischio. Io sono cittadino italiano e ne sono orgoglioso. Sono cittadino russo e ne sono orgoglioso.

Non ho mai rubato, non ho un debito con nessuno, non ho mai imbrogliato o avuto nessun comportamento che vada al di fuori della massima correttezza. Non ho mai avuto in nessun paese neppure lontanamente una sola contestazione, e ne sono orgoglioso.
La mia non è solo la mia battaglia, ma di tutti gli immigrati italiani che nel mondo hanno guadagnato e hanno diritto di essere liberi di decidere come e dove spendere i propri soldi. E dove passare gli ultimi anni della propria vita se vogliono andare in pensione.
Di tutti gli italiani che come me (oggi siamo 5000 e oltre residenti Italiani in Russia) hanno diritto di conservare i propri affetti in Italia e a viverli nel rispetto delle leggi e della loro libertà.

Sicuro che la giustizia farà il suo corso e che le mie ragioni inconfutabili saranno confermate, vivo con tranquillità questi momenti.
Un padre che ha perso una figlia dopo 7 anni di battaglia contro il tumore ha vissuto il peggio che possa esistere. E nessuna battaglia mi può turbare più di tanto.

Lanfranco Cirillo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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