L’Agcom bacchetta la Loggia per l'uso dei social in campagna elettorale

La questione era stata sollevata dal centrodestra, che si era appellato al prefetto di Brescia
AGCOM BACCHETTA LA LOGGIA
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L’Agcom ha ritenuto fondate le contestazioni sollevate, durante la campagna elettorale, dal centrodestra contro il Comune di Brescia, ravvedendo la violazione delle norme che disciplinano le comunicazioni istituzionali durante la campagna elettorale, in particolare sui profili social di Palazzo Loggia.

In altre parole, il Garante per le Comunicazioni, nell’ordinanza datata 31 maggio ma diffusa nelle scorse ore, ha condiviso la contestazione a suo tempo formulata dai candidati del centrodestra, che guidati dall’allora candidato sindaco Fabio Rolfi si erano appellati al prefetto di Brescia. Proprio il prefetto aveva poi inoltrato ad Agcom i dettagli della questione per una valutazione nel merito. 

Nello specifico, i riferimenti ad alcune figure della Giunta, come l’allora sindaco facente funzione Laura Castelletti, poi eletta prima cittadina, o a vari assessori che erano al contempo candidati alle Comunali del 14-15 maggio scorsi, non sarebbero dovuti figurare. Post su Facebook, Telegram e Instagram, come pure alcune locandine e e-mail istituzionali mancavano del requisito dell’impersonalità, vuoi perché veniva menzionato il nome del candidato, vuoi perché il candidato stesso figurava nelle fotografie postate relative a vari eventi promossi dal Comune.

Per questo l’Agcom ha condannato la Loggia alla pubblicazione sulla homepage del sito istituzionale di un messaggio in cui esplicitamente indica la non rispondenza all’articolo 9 della legge 22 febbraio 2000 di tutti i post, le email e le locandine inserite in un lungo elenco accluso all’ordinanza del Garante (che trovate in allegato).
La Loggia ha già provveduto alla pubblicazione: il messaggio è già stato pubblicato nella sezione news presente in homepage sul sito web istituzionale.

Rolfi: «Brutto precedente per la città»

Non ha tardato ad arrivare il commento proprio del centrodestra che per primo aveva stigmatizzato le pubblicazioni dell'Amministrazione comunale, con Fabio Rolfi che parla di «mezzi che dovrebbero essere a servizio di tutti i bresciani e che sono invece stati utilizzati in maniera spudorata per la campagna elettorale del centrosinistra. Un brutto precedente per la città». Il centrodestra che sottolinea come siano ben 27 le violazioni rilevate, ricorda come sia «già la seconda volta che viene certificato l'uso improprio della comunicazione istituzionale da parte del centrosinistra in campagna elettorale. Era avvenuto anche nel 2018. Si tratta di un aspetto che a elezioni concluse ha ormai poco valore sotto il profilo elettorale, ma che testimonia ancora una volta come la sinistra si senta padrona della città gestendo il potere nel proprio interesse prima che in quello dei bresciani. Sicuramente in questi cinque anni saremo occhio vigile e attento anche sotto questo profilo. Faremo una opposizione che non farà sconti a chi pensa che Palazzo Loggia sia una sede di partito e non la casa di tutti i cittadini».

Castelletti: «Questione di interpretazione»

Altrettanto rapida la controreplica della sindaca Laura Castelletti: «Prendiamo atto della delibera di Agcom» sottolinea la nota diffusa da Palazzo Loggia, in cui si sottolinea come le disposizioni contenute in essa siano state subito ottemperate con la pubblicazione sul sito della delibera medesima. Nel merito, tuttavia viene fatto osservare che tra le violazioni contestate figurano quelle relative anche a convocazioni stampa riservate agli addetti ai lavori, e al contempo che la normativa, risalente al 2000 nulla dice in merito ai social, all'epoca della sua promulgazione ancora di là da venire. «Immaginiamo, quindi, che in questo caso la norma sia stata applicata per estensione in una lettura restrittiva, di cui, come detto, prendiamo atto. La nostra intenzione è sempre stata quella di rispettare le norme vigenti, infatti la comunicazione istituzionale si è molto modificata in periodo elettorale. Se ci sono state sbavature sono state causate da una diversa interpretazione della legge e non dalla volontà di aggirarla. Accogliamo, quindi, con favore il pronunciamento di Agcom, perché chiarisce una serie di punti a cui ci adegueremo durante le prossime elezioni, certi che la stessa puntualità verrà richiesta anche a tutti gli altri enti - siano essi comunali, regionali o statali - e a tutti i candidati».

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