Impennata dei casi a Brescia: zona gialla a rischio

Contagio settimanale oltre 250 casi su 100mila abitanti, l’Rt vicino a quota 1.20. Castrezzato in allarme per l'elevato numero di casi
Un medico con mascherina e stetoscopio - © www.giornaledibrescia.it
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Ora la zona gialla è a rischio. Perché i dati della provincia di Brescia, più che da «ripartenza», sono da zona rossa: nell’ultima settimana è stata superata la soglia dei 250 casi ogni 100mila abitanti e in base ai calcoli dell’Università di Brescia l’indice Rt si aggira attorno a quota 1.20. Non solo. I casi settimanali sono in crescita da oltre un mese e il dato degli ultimi 7 giorni ha raggiunto i livelli di metà novembre. Colpa in gran parte della variante inglese, dotata di una velocità di trasmissione più alta rispetto alla versione originaria del virus Sars-Cov2: ora come ora rappresenta il 30% dei casi lombardi, ma la sua quota è destinata a crescere. Nel Bresciano non risultano invece altre varianti, come la brasiliana.

Finora, va detto, l’impennata dei casi non è coincisa con un’analogo aumento della pressione sugli ospedali: i posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid in Lombardia è attorno al 30%, negli altri reparti al 35%. Quindi sotto le soglie critiche indicate dal Ministero. I numeri non crescono, ma nemmeno calano. Calano invece, per fortuna, i decessi Covid nel Bresciano: 34 nell’ultima settimana, 59 in quella precedente, 62 in quella prima ancora. Un’escalation di nuovi casi potrebbe però rappresentare un campanello d’allarme per le prossime settimane.

I dati. Nelle ultime 24 ore altri 617 contagi nella nostra provincia sui 1.987 regionali. Ancora una volta più di Milano (502) e di fatto un terzo del totale lombardo. Un dato che chiude una settimana con numeri molto alti, compreso il record dall’inizio dell’epidemia (795 casi giovedì). Se il dato giornaliero è poco affidabile, soggetto alle oscillazioni quotidiane dei tamponi, il dato settimanale resta allarmante: 3.241 contagi nel Bresciano, soglia che non si toccava da metà novembre. Così l’incidenza settimanale, ossia il numero dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti, dato indicativo della progressione dell’epidemia, supera la soglia critica dei 250 casi, arrivando a 258Cosa significa? Da gennaio l’incidenza settimanale è uno dei parametri utilizzati dalla Cabina di regia del Ministero per definire le fasce di rischio, gialla, arancione, rossa: sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti si è da zona bianca (a oggi nessuna Regione), sopra i 250 in zona rossa.

Parametri. Non c’è solo l’incidenza settimanale. L’ormai famoso Rt misura la velocità di trasmissione del virus. Se il valore è sopra 1 la diffusione dell’epidemia è fuori controllo. In base ai calcoli del team dell’Università di Brescia coordinato dalla professoressa Marina Pizzi, da fine gennaio l’Rt nel Bresciano è sopra l’1 e oggi sfiora l’1.2. Anche il tasso di positività vede i dati di Brescia sempre più alti della media regionali: sabato il tasso regionale è stato del 5,5% (2.277 casi su 40.978 tamponi), quello registrato dall’Ats di Brescia dell’8,7% (417 casi su 3.907 tamponi). Ma il dato bresciano nell’ultima settimana ha toccato anche l’11,2% (l’11 febbraio), mentre la media regionale è arrivata al massimo al 6,5%. Altro dato da monitorare con attenzione è quello degli attualmente positivi, ormai sopra i 6mila nel Bresciano. La fetta maggiore rimane quella degli asintomatici. Ma una circolazione più veloce del virus alla lunga può portare a un peggioramento della situazione epidemiologica.

La mappa. La mappa del contagio rilancia poi il «caso» Castrezzato: 230 casi nelle ultime due settimane, 127 negli ultimi 7 giorni, 26 solo ieri. È il Comune bresciano con l’incidenza settimanale più alta. Ma guardando ai contagi tra l’8 e il 14 febbraio in rapporto alla popolazione, da monitorare anche Roccafranca, Azzano e Trenzano. Nell’ultima settimana si sono registrati contagi in 186 comuni bresciani. Dopo Brescia (450 casi), il numero maggiore a Castrezzato, Gussago e Chiari (67), Gavardo (64).

Che fare, dunque? Qualche sindaco ha emesso ordinanze restrittive. Per ora non si parla di zone rosse comunali o provinciali. I dati sono però in preoccupante crescita. Da Ats spiegano che «la presenza della variante inglese facilita i contagi e può essere uno dei motivi dell’elevato e costante numero di positivi» nel Bresciano, dove si fanno anche molti tamponi. Siamo da zona rossa? «La decisone spetta alla Regione, sulla base dei dati epidemiologici». Insomma, si vedrà.

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