Il discorso di Giorgia Meloni: le reazioni dei deputati bresciani

Lo pronuncia esattamente un mese dopo quel voto che ha cambiato la storia del suo partito, una forza politica desiderosa di dimostrare non solo che sa stare «in doppiopetto», nelle istituzioni, ma che sa pure guidarle. E ora che a legittimarla è stato il mandato popolare, le parole con le quali Giorgia Meloni si è presentata di fronte ai deputati per chiedere loro di darle fiducia, in maggioranza sono piaciute a tutti. La Lega ha applaudito con più insistenza su alcuni passaggi e meno intensamente su altri, lo stesso vale per Forza Italia, Fratelli d’Italia si è quasi scorticata le mani. Alla fine, volente o nolente, è il giorno delle acclamazioni e, del resto, Meloni è stata attenta a citare quasi ogni punto programmatico «di bandiera»: la sua e quella degli alleati, che ha in queste settimane domato (ma non ammaestrato).
Le reazioni
All’interno di quel programma infinito - scandisce lei, anticipando così una delle prime rimostranze delle opposizioni - qualcosa dovrà essere messa necessariamente da parte. E per ora va bene a tutti così: non si sa se il governo quel preciso provvedimento lo attuerà, ma intanto la premier lo ha annoverato nell’elenco. Il tempo del braccio di ferro sulle scelte a cui non rinunciare, bilancio alla mano, arriverà più avanti. Tanto basta, anche ai bresciani seduti alla Camera tra i banchi di centrodestra, per inneggiare «Giorgia». Non a caso Cristina Almici (FdI) descrive «un discorso fatto con senso di responsabilità. Crisi economica, guerra e bisogni sociali in primis». Almici pone l’accento anche su altre dichiarazioni: «Chiare le parole contro le mafie, di condanna del fascismo, a sostegno delle forze dell’ordine. Le minoranze hanno dovuto riconoscere il cambiamento epocale: una donna di destra (e dice «destra», non centrodestra - ndr) è la prima a guidare la nazione». Su ciò che ha subito fatto discutere, quella nomenclatura nuova dei ministeri (da sovranità alimentare a merito) ribatte: «Per noi non sono concetti nuovi, ma obiettivi da raggiungere».
Programma
Tutto sarà realizzato? «Questo governo farà tutto quello che sarà possibile fare». Di certo il discorso pronunciato da Meloni saluta un ritorno della politica, con le responsabilità (nel bene e nel male) che una leadership è giusto che si assuma. Ed è la prima sottolineatura di Giangiacomo Calovini: «Meloni ha fatto un discorso di stampo politico che da troppo tempo mancava all’interno del Parlamento italiano. La collocazione internazionale a trazione atlantista ed europeista non è in discussione, ma deve dare una nuova linfa ad un Occidente e ad un’Europa che hanno spesso dimenticato di fare i nostri interessi».
Infine, «l’attenzione a piccoli e grandi imprenditori che, si pensi al territorio bresciano, sono una risorsa che deve essere aiutata a dare il meglio». Lega e Fi. Il Carroccio rivendica la sua centralità: «Il discorso ha toccato tutti i punti principali del programma della Lega: aiuti immediati a famiglie ed imprese per il caro bollette, autonomia, Flat tax, Iva al 5% sui beni primari, blocco immigrazione clandestina, riforma giustizia, sburocratizzazione e semplificazione - fa notare subito Simona Bordonali -. Il reddito di cittadinanza dei 5 stelle verrà rivisto e le riforme costituzionali verrano fatte, con o senza il Pd». Meloni è descritta come «una donna che conosce i problemi delle donne, troppo spesso obbligate a scegliere tra famiglia e lavoro, e vuole risolverli con pragmatismo».
Paolo Formentini ripropone l’elenco nell’elenco, come a spuntare i capitoli leghisti del programma elencato da Meloni. Dall’Autonomia all’estrazione di gas italiano, la difesa delle produzioni, il contrasto all’immigrazione illegale e al traffico di esseri umani: «Sempre dalla parte delle famiglie e delle imprese con misure urgenti. La Lega - conclude - è al governo per portare la voce dei territori e le ragioni della sussidiarietà. Ma anche perché si possa riconoscere quella diversità di identità, di culture, quella ricchezza unica che sono il pilastro della nostra storia».
La linea di Maurizio Casasco (Forza Italia) è di totale appoggio verso la leader di Fratelli d’Italia, tanto che parla di «un ottimo discorso di prospettiva: diretto, determinato e di alto profilo programmatico e istituzionale. In particolare - spiega - ho molto apprezzato il riferimento alla libertà, come pure quello al coraggio, oltre che condiviso le parole scelte per quel che riguarda l’economia e il grande valore che ricoprono le imprese in qualità di realtà imprescindibili per garantire il lavoro e, di conseguenza, anche la difesa della famiglia».

Le opposizioni sono lontane
Le opposizioni hanno iniziato la Legislatura molto distanti, evidentemente le tossine della campagna elettorale non sono ancora state smaltite. O forse le traiettorie politiche delle tre principali forze del centrosinistra sono destinate a non intersecarsi mai. Il differente approccio di Pd e Azione-Iv è racchiuso nelle dichiarazioni del dem Girelli e di Fabrizio Benzoni. A caldo l’ex consigliere regionale, commentando il discorso programmatico della Meloni sottolinea «Discorso teso a rassicurare Europa e Alleanza Atlantica. Condotto con particolare abilità oratoria, capace di richiamare citazioni ed evocare personalità».
Critiche
Dopo l’analisi stilistica però si entra nel merito e il giudizio si fa più severo: «A caratterizzare il discorso è una contraddizione tra rivendicazioni di diritti e abbozzate frasi muscolari. - ha detto Girelli - Su riforme istituzionali, ambiente, welfare, fiscalità, lavoro, giovani e futuro non bastano parole nuove per far dimenticare una storia vecchia. Non va dimenticato che stiamo parlando di chi è stato ministro del peggior governo della seconda repubblica e che è composto da forze politiche che non rappresentano certo delle novità. Parole incredibili sull’emergenza Covid dove ha dedicato critiche al governo precedente, dimenticando che andavano rivolte ai presidenti di regione della sua alleanza politica».
«Scelte non retorica», «Tono da congresso di partito»

Ma Girelli non smorza i toni nemmeno dopo che la premier ha replicato al termine del dibattito generale: «Ha parlato con un tono da congresso di partito e non ha risposto alle sollecitazioni sui rapporti esteri e sulle scelte in politica interna: partire dalla tassa piatta e dagli aiuti alle famiglie». «Si dovranno prendere fin da subito provvedimenti importanti - ha concluso Girelli - che hanno bisogno di scelte non di retorica». Seppur duro il commento di Fabrizio Benzoni ha una sfumatura differente. Il deputato del Terzo polo subito chiarisce che nei fatti «Azione-Iv ha dimostrato di essere l’unica opposizione costruttiva». Il tutto auspicando che prima o poi si possano riannodare i fili di un dialogo che si è avvelenato nel corso della campagna elettorale e che da allora non è più ripreso.
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L'opposizione del Terzo Polo
Quanto alle parole della Meloni, l’on. Benzoni ha intravisto «Un cambiamento radicale dalle elezioni, la premier sembra essersi dimenticata delle promesse fatte dagli alleati, dalle dentiere alle flat tax». Poi aggiunge: «Sul posizionamento atlantico, sulla postura europeista e sui diritti civili è molto dura valutarla. Perché le parole pronunciate in aula a Montecitorio non c’entrano niente con le azioni fatte finora, ma soprattutto con il percorso e la storia politica della premier».
Resta il fatto che il Terzo polo, come ricorda Benzoni si pone come opposizione costruttiva che valuterà nel merito le scelte del nuovo governo. «Anche se ora bisognerà entrare subito nel vivo dell’azione politica con le misure emergenziali per rispondere al caro energia». E lo stesso Benzoni potrà valutarlo in presa diretta visto che è stato scelto da Azione insieme a Luigi Marattin come componente della Commissione speciale che sta esaminando il decreto Aiuti ter che sarà presto emendato con le ultime misure varate la settimana scorsa dal governo Draghi.
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