Hotel e Covid, tra stanze vuote e una stagione di disdette

Hotel aperti, ma vuoti in città, chiusi in anticipo sui laghi e in attesa di una stagione invernale destinata a partire in ritardo, o a non partire nemmeno, in montagna. È una situazione desolante, di stallo, quella che ci viene riferita da Alessandro Fantini, vicepresidente di Federalberghi Brescia, aggravata dal «rischio concreto che alcune strutture non riaprano più»: il lockdown, l’estate dai numeri risicati, gli aiuti insufficienti e l’incertezza che avvolge il futuro pesano troppo sul settore turistico locale.
«La vitalità che da sempre caratterizza la società bresciana mi rincuora e mi fa ben sperare - aggiunge -. Quando l’emergenza passerà e torneremo a respirare un’aria serena, sicuramente il nostro territorio farà meno fatica di altri a risollevarsi, però ci sono delle difficoltà oggettive che per alcuni potrebbero rappresentare la fine».
Il settore ora è fermo: «L’ultimo Dpcm ha rallentato ulteriormente le prenotazioni e stimolato la corsa alle cancellazioni. Gli alberghi non possono più ospitare congressi e la sera hanno dovuto chiudere agli esterni i propri ristoranti».
Fuori provincia qualche albergo ha lanciato una provocazione per aggirare la regola: pernottamento gratis a chi cena in hotel. «Personalmente la ritengo una trovata commerciale fuori luogo e irrispettosa del mondo della ristorazione che soffre quanto noi». Attualmente in città gli alberghi sono quasi tutti aperti, ma mezzi vuoti. Mille Miglia.
La Mille Miglia ha portato una timida boccata d’ossigeno: «Le prenotazioni hanno interessato in media una notte soltanto. Il giro d’affari si è ridotto al 40%». Conferma la situazione Luca Andriani, ad del gruppo che gestisce anche l’Hotel Vittoria: «I main sponsor non hanno organizzato eventi come erano soliti fare e le entrate si sono dimezzate».
Ora, continua, «dopo il nuovo Dpcm, Brescia è chiusa: l’Hotel è "pieno" al 30 per cento e per la prossima settimana non abbiamo prenotazioni. Certo, chiamano tutti a ridosso della data di arrivo ma non ho grandi speranze. Idem per Natale: zero prenotazioni, tutti attendono l’evolversi della situazione». Il gruppo guidato da Andriani gestisce quattro alberghi nel Bresciano (tre in città e uno sul Garda): «Stiamo valutando di chiuderne uno (non dice quale, ndr).
Intanto abbiamo dato ad Ats la nostra disponibilità ad ospitare, qualora fosse necessario, persone positive in isolamento». In città, insomma, la situazione è critica («l’indice di occupazione oscilla tra il 15 e il 20%», precisa Fantini). Sui laghi gli alberghi hanno chiuso in anticipo. In montagna «la stagione rischia di partire in ritardo o non partire: le prenotazioni per Natale e Capodanno erano iniziate prima del solito, poi, complice la situazione di incertezza, sono partite le disdette.
Per Marco Bulferetti del Bulferetti Group di Ponte di Legno «si prospetta una stagione caratterizzata da mercato domestico e prenotazioni last minute. Per attrarre i clienti, più del prezzo, saranno fondamentali le misure anti-contagio adottate da ogni struttura». Per sostenere il settore Fantini ribadisce la necessità di aiuti («dal Governo, come il ristoro al 150%, ma anche dagli enti locali») e di campagne che promuovano il territorio. A tal proposito Graziano Pennacchio, ad di Visit Brescia, si trova a Stoccolma «per far conoscere - dice - la nostra provincia».
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