Gestione dei profughi, non ci fu truffa: imprenditore assolto

Angelo Scaroni era stato accusato di aver intascato un milione di euro senza offrire i servizi previsti
Il giudice ha accolto le tesi della difesa - © www.giornaledibrescia.it
Il giudice ha accolto le tesi della difesa - © www.giornaledibrescia.it
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 La ricostruzione della procura non ha convinto il giudice. La linea delle difesa e le dichiarazioni dell’imputato evidentemente si. Per le motivazioni bisogna aspettare 90 giorni ma l’esito del processo per truffa ai danni dello stato a carico dell’imprenditore di Montichiari Angelo Scaroni si è chiuso con una assoluzione, con formula piena, perchè il fatto non sussiste.

Il procedimento si era aperto nel 2017 quando la Procura della Repubblica con l’allora sostituto a Brescia Ambrogio Cassiani, aveva ipotizzato una truffa ai danni dello Stato nell’ordine del milione di euro commessa dall’imprenditore che aveva partecipato, vincendoli, ad alcun bandi della Prefettura nell’ambito dell’emergenza per l’ospitalità ai profughi e poi aveva incassato la diaria di 35 euro per ogni ospite senza offrire i servizi cui sarebbe stato tenuto. In particolare le indagini avevano evidenziato come alcune delle dichiarazioni presentate insieme alle domande fossero false e addirittura che alcune delle strutture non esistessero.

«Non c’erano i requisiti sufficienti per poter ospitare i richiedenti asilo. Ma in molti casi mancavano anche i criteri di abitabilità dei locali messi a disposizione dei migranti. C’erano anche situazioni migliori certo, il quadro non era tutto nero, ma la società di Scaroni si era impegnata a garantire uguali condizioni dignitose per tutti gli stranieri. E così non ha fatto» ha detto il pm in aula.

«Doveva ospitare 100 immigrati, ma era arrivato ad averne oltre 250 e «dove gli ospiti - come scriveva il gip nell’ordinanza di custodia - venivano lasciati in uno stato di generale abbandono, in condizione di autogestione, ma anche nel degrado». Per questa vicenda l’imprenditore era stato anche in custodia cautelare.

La difesa

Nel corso del processo, poi portato avanti per la procura dal sostituto Carlo Pappalardo dopo il trasferimnento del collega, Angelo Scaroni aveva spiegato che se ci fossero state delle inadempiende la Prefettura gliele avrebbe contestate, cosa che non è successa, oppure si sarebbe costituita parte civile, come invece non è stato, o avrebbe revocato i bandi. Anzi, la difesa dell’imprenditore di Montichiari aveva sottolineato come lo stesso Scaroni fosse da considerare vittima dato che le prestazioni e i servizi che aveva offerto non erano poi stati pagati.

Collegata a questa vicenda ne è poi emersa un’altra, di corruzione, per cui Scaroni ha patteggiato una condanna a tre anni e quattro mesi. Per avere informazioni sul procedimento in corso nei suoi confronti per la truffa ai danni dello stato, attraverso un mediatore, l’imprenditore aveva fatto arrivare somme di denaro ad un maresciallo della Guardia di Finanza in servizio al comando provinciale di Brescia nell’estate del 2018.

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