Fotografie pedopornografiche sul telefono: in manette un 22enne

Il ragazzi bresciano arrestato insieme ad altre quattro persone nell'ambito di un'indagine della Polizia Postale di Roma
L'operazione è stata coordinata dalla Polizia Postale - © www.giornaledibrescia.it
L'operazione è stata coordinata dalla Polizia Postale - © www.giornaledibrescia.it
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La Polizia di Stato ha arrestato cinque soggetti che si scambiavano contenuti materiale pedopornografico su una piattaforma di messaggistica. Si è conclusa così l'inchiesta parallela a quella che ha coinvolto anche un 22enne bresciano, ritrovato con oltre duemila fotografie pedopornografiche sul telefonino.

I soggetti avevano creato un gruppo chiuso, denominato «Famiglie da Abusi», in cui si scambiavano contenuti espliciti che coinvolgevano i componenti delle loro famiglie, compresi i figli, realizzati anche mediante lo sfruttamento sessuale di minori e ritraenti atti sessuali e momenti intimi catturati di nascosto.

L'indagine, coordinata dalla Polizia Postale attraverso il Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online, ha avuto inizio dallo scambio info-investigativo di carattere internazionale ed è stata condotta in piena sinergia investigativa dagli agenti di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Catania. Gli operatori della Postale sono riusciti a compiere un'identificazione a catena dei soggetti, attraverso le tracce informatiche di volta in volta raccolte, grazie a cui si è ricostruita nella sua completezza la struttura del gruppo criminale.

In parallelo all'indagine sul bresciano, la Polizia Postale di Roma era riuscita ad identificare altri due soggetti, a loro volta destinatari di perquisizione perché in contatto con il primo indagato, con il quale intrattenevano conversazioni a sfondo pedopornografico e scambiava contenuti illeciti. Dei due il primo, residente in provincia di Roma, è stato denunciato a piede libero poiché deteneva sui propri dispositivi i file ricevuti dal romano, che gli aveva anche fornito istruzioni inerenti alle modalità con cui instaurare un contatto sessuale con un minore.

La seconda posizione, invece, relativa a un cinquantacinquenne siciliano, è emersa in tutta la sua gravità nel corso della perquisizione eseguita in Sicilia. L'uomo, infatti, abusava della propria figlia, costringendola a subire rapporti sessuali, e condivideva le registrazioni dei rapporti con i suoi interlocutori.

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