Differenziata a Brescia al 68,5% ma preoccupa la cattiva separazione degli scarti

Nei cassonetti finiscono troppi rifiuti sbagliati: «Servono nuove iniziative di sensibilizzazione»
DIFFERENZIATA IN CALO, CHE FARE?
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Non bisogna conferire i rifiuti facendo gli «indifferenti». Una percentuale altissima di bresciani deve aver interpretato i consigli sulla raccolta indifferenziata travisando il termine. O rivelando grande distrazione e bassa sensibilità.

Non c’è da essere contenti infatti rispetto ai dati illustrati ieri da Comune e Aprica Spa, quelli relativi al 2022 e quelli parziali del 2023: aprendo i cassonetti grigio-argentei che dovrebbero ospitare rifiuti non altrimenti conferibili, si è scoperto che il 44% del contenuto non dovrebbe stare lì.

Spiega Filippo Agazzi, ad di Aprica Spa: «Tredicimila tonnellate, quasi la metà delle 30mila complessive, dovrebbero finire nelle altre frazioni perché si tratta di scarto recuperabile. Quasi metà di quel 44% è materia organica».

Quali allora le strategie che le istituzioni metteranno in campo? «Nelle linee programmatiche della Giunta c’è il passaggio al porta a porta integrale, ma non è realistico pensare che un simile cambiamento si realizzi in soli 6 mesi di mandato - spiega l’assessora all’Ambiente Camilla Bianchi -. Da anni la città supera l’obiettivo europeo del 65% di differenziata, ma servono nuove campagne di comunicazione».

Idati

La raccolta differenziata negli ultimi due anni non ha fatto scatti in positivo: si è passati dal 71,2 % nel 2021 al 68% nel ’22 per arrivare a un lieve rialzo, 68,5%, se si osserva la fotografia a novembre 2023. Tuttavia l’ingegner Agazzi spiega che la flessione è da imputare al cambiamento nei conferimenti di piante e foglie. «La frazione del verde raccolto è calata da 17mila tonnellate nel 2021 a 11500 l’anno dopo ed è scesa ancora. È chiaro che sulle 110mila tonnellate totali ciò incide in modo significativo, mentre il conferimento dell’indifferenziato cresce di alcune centinaia di tonnellate, la carta cala, vetro, plastica e legno sono costanti».

Tre i fattori: «Nel 2022 è cambiata la norma. Ora ciò che è raccolto dai giardinieri è rifiuto speciale che va in impianti a pagamento e non rientra più nei flussi degli “urbani”».

Il secondo fattore è legato alla siccità del 2022, il terzo alla sperimentazione iniziata a ottobre 2021 nella zona azzurra, la Sud-Ovest, con il porta a porta del verde.

«Sono state rimosse 40 green box nelle zone Villaggio Sereno, Folzano e Fornaci: erano 200 in tutta la città e oggi sono 160. In quelle aree sono stati distribuiti contenitori condominiali con chip elettronico». Il fine è impedire a chi non è autorizzato di riempire le green box, o che qualcuno vi smaltisca in modo scorretto i rifiuti ingombranti. «Usufruirà del servizio chi lo richiederà, con bidoni da 120 o 240 litri: il costo non ricadrà più su tutti i cittadini» specifica Bianchi.

Il Comune e Aprica concludono rilevando che i risultati sulla plastica sono virtuosi e che se le scelte dei cittadini fossero compiute in modo corretto la differenziata salirebbe al 75%.

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