Depuratore, Cingolani: «Serve agire in fretta, incontrerò tutti»

A strappare la promessa al ministro sono stati i Verdi di Brescia con l’eurodeputata Evi: porte aperte dopo la Cop26
Nel progetto il depuratore è situato tra il Chiese e la Statale 45 bis - © www.giornaledibrescia.it
Nel progetto il depuratore è situato tra il Chiese e la Statale 45 bis - © www.giornaledibrescia.it
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Sia chiaro: sul versante progettuale non promette nulla. Anzi, lo ribadisce chiaro e tondo: per lui la situazione è rischiosa e la strada da dover perseguire è quella più rapida. Ma la disponibilità ad ascoltare, a questo punto c’è. Porte aperte quindi sia alla Provincia sia ai comitati che sul territorio ormai da mesi si stanno battendo per dire «no» ai due maxi depuratori che il commissario ha previsto a Gavardo e Montichiari. Parola del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

A strappare la promessa allo schivo titolare del Mite è stata Europa Verde Brescia attraverso l’europarlamentare Eleonara Evi. Che ha deciso di scrivere direttamente a lui, ribadendo le alternative sul tavolo. «A luglio il commissario-prefetto di Brescia, istituito dal tuo Ministero su richiesta della presidente della Comunità del Garda, il ministro Mariastella Gelmini, ha promosso il progetto di due grandi depuratori per i comuni bresciani del lago di Garda a Gavardo e Montichiari con scarico dei reflui nel fiume Chiese, in un diverso bacino idrografico. Tale decisione - rimarca l’on. Evi - contrasta con la mozione approvata dal Consiglio provinciale di Brescia secondo cui i depuratori consortili devono essere costruiti nei comuni afferenti gli impianti stessi dove effettivamente tali reflui sono generati».

Sulla questione, peraltro, l’eurodeputata ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere alla Commissione europea se il progetto sia in contrasto con lo scopo della Direttiva 2014/101/Ue e con il principio di prossimità nella costruzione di infrastrutture deputate ai servizi di interesse generale. Prosegue Evi, rivolgendosi al ministro della Transizione ecologica: «Ti chiedo gentilmente di valutare la possibilità di incontrare i comitati del territorio e di ascoltare le loro ragioni sui progetti alternativi - scrive Evi nella mail inviata al ministro -. Ad esempio, la sola sostituzione della sublacuale avrebbe un costo di circa 15 milioni di euro con tempi di intervento non superiori ai diciotto-ventiquattro mesi di lavori, invece l’attuale progetto ha un costo minimo pari a 230 milioni di euro. Secondo la relazionedel 16 giugno 2021 stilata da Acque Bresciane srl, la condotta sublacuale Toscolano Maderno-Torri del Benaco è in ottimo stato e, con le manutenzioni in atto, il termine è estensibile fino al 2035».

Immediata la risposta di Cingolani, che ribadisce di aver seguito la vicenda: «Ho visionato personalmente l’analisi comparativa tecnica, finanziaria e di tempistica prodotta dalla struttura commissariale e il confronto era assolutamente chiaro. Difficile poter questionare la scelta del commissario, indipendentemente da mozioni e scelte burocratiche precedenti. La soluzione scelta - precisa il ministro - è quella più veloce e i rischi connessi ad un disastro ambientale nel lago di Garda, che rappresenta la maggior riserva di acqua dolce italiana, sono reali e cogenti». Infine, la disponibilità ad un incontro sia con la Provincia sia con il comitato 9 agosto: «Non ho davvero alcun problema a parlare con loro, ma dopo la Cop 26 di Glasgow» fa sapere Cingolani.

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