PIAZZA PAOLO VI
Presidio depuratore, «Il Comune ci chiede 400 euro al mese»

Continua il presidio contro il depuratore in piazzo Paolo VI a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Una «tassa che assomiglia a un affitto di 400 euro al mese per presidiare un plateatico di 24 metri quadrati». Una tariffa «assolutamente sproporzionata». Così il presidio 9 agosto che da 82 giorni protesta contro la nomina del commissario per la depurazione del Garda e le sue scelte attacca la richiesta di palazzo Loggia. Il presidio da tempo sta chiedendo di poter posizionare un gazebo per affrontare la stagione fredda. Per questo è nato un tavolo con Prefettura, Provincia e Comune di Brescia.
Il Comune si è detto disposto al via libera al gazebo in cambio del posizionamento di striscioni e cartelli su appositi pannelli (e non attaccati alla facciata del Broletto). Giovedì il presidio ha «formalizzato» la domanda. Ieri, spiega una nota del comitato di coordinamento del presidio, «viene comunicato che per posizionare quel gazebo 3x3 metri dovremmo pagare 13 euro e rotti al giorno», calcolati sui 24 metri dell’area presidiata.
A stretto giro è arrivata la replica della Loggia. «Il Comitato - si legge in una nota - ha inoltrato il 27 ottobre una richiesta di concessione di occupazione di suolo pubblico per l’installazione di un gazebo con tavolo e sedie della superficie di 24 metri quadrati, collegata al presidio concesso dalla Questura fino al 31 ottobre. Il Comitato era a conoscenza dell’onerosità della concessione, indicata nella modulistica sottoscritta dai richiedenti. Gli Uffici comunali hanno richiesto un importo totale di 40,49 euro per l’occupazione del suolo pubblico per le giornate dal 29 al 31 ottobre. La pratica è stata istruita dall’Ufficio Marketing comunale, in applicazione dell’articolo 9 del Regolamento del Canone Unico Patrimoniale che prevede, peraltro, una riduzione consistente dell’importo dovuto nel caso si tratti di manifestazioni di carattere politico o sindacale. I risultati dell'istruttoria sono di natura tecnica e gli uffici applicano quanto previsto da norme e regolamenti validi per tutti».
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