Coronavirus a Brescia, cala di 2 anni l'aspettativa di vita

Le speranze di vita ridimensionate di 2 anni nella nostra provincia, come in altre del nord Italia, in primis Bergamo e Milano
Anziani, aspettative di vita in diminuzione causa coronavirus - © www.giornaledibrescia.it
Anziani, aspettative di vita in diminuzione causa coronavirus - © www.giornaledibrescia.it
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Nel 2020 si assisterebbe a un ridimensionamento, in termini di aspettativa di vita, «significativamente più marcato nelle Province del Nord»: in quelle maggiormente colpite dal Covid-19, soprattutto nel Nord-ovest e lungo la dorsale appenninica, «si passerebbe da una speranza di vita alla nascita di quasi 84 anni, a una di circa 82». Così l' Istat nel Rapporto sugli scenari di mortalità, che come prima firma tra i curatori ha proprio il presidente dell'Istituto, il demografo Gian Carlo Blangiardo. E tutto ciò nell'ipotesi «moderata», intermedia tra lo scenario «ottimista» e «pessimista».

«L'intensità nel cambiamento della speranza di vita alla nascita appare decisamente minore, e nella maggior parte dei casi trascurabile, in corrispondenza di buona parte delle Province del Centro e del Sud. Per alcune di esse si ha persino modo di registrare un miglioramento dell'aspettativa di vita (ad esempio per talune Province della Sicilia)», si spiega nel Rapporto firmato oltre che da Blangiardo anche da Roberto Fantozzi, Anita Guelfi e Valentina Talucci.

«Le criticità appaiono più nette ed evidenti restringendo l'attenzione alle stime sulla speranza di vita degli over 65enni. In particolare, in tutte le Province del Nord e parte di quelle del Centro un individuo al 65esimo compleanno poteva aspettarsi di vivere, in epoca pre-covid, per altri 21 anni (mediamente); mentre con gli effetti di mortalità dovuti alla pandemia, tale durata, facendo riferimento allo scenario intermedio «moderato», scenderebbe a circa 19. Anche in questo caso, le Province meridionali - si fa presente - non sembrano tuttavia registrare variazioni (perdite) di rilievo».

Nel rapporto si fa anche il conto della «perdita di futuro» che subirebbe la popolazione a causa degli effetti della pandemia sulla mortalità. In altre parole di tratta del «patrimonio demografico», come totale degli anni-vita dei residenti in un certo territorio in base alle aspettative di vita. In termini assoluti, le maggiori perdite di anni-vita, secondo lo scenario moderato, «si dovrebbero registrare nelle province di Milano, Bergamo e Brescia; in particolare, la popolazione residente nella Provincia di Milano perderebbe, per effetto di Covid-19 e secondo le risultanze dello scenario considerato, più di 5 milioni di anni-vita del proprio patrimonio demografico».

In termini percentuali vi sarebbero alcune Province del Nord dove la riduzione sarebbe tra il 5 e il 10%. Cosa che non vale per il Centro-Sud, dove, ad eccezione di Puglia, Calabria e Sardegna, si registrerebbero «variazioni del patrimonio demografico sostanzialmente nulle o in molti casi persino positive».

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