Con il caro energia le piscine sono al collasso: «Così chiudiamo»

Il costo medio mensile è salito da 10mila a 50mila euro. E la San Filippo non esclude nuove «razionalizzazioni»
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PISCINE AL COLLASSO
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Il caro energia non risparmia nessuno. Imprese, famiglie, enti pubblici, trasporto. I prezzi alle stelle di gas e corrente elettrica stanno mettendo in ginocchio anche gli impianti sportivi: palestre, palazzetti, campi da tennis, centri fitness. Ma a subire l’impatto maggiore sono le piscine, gli impianti sportivi più energivori.

Il quadro

Una piscina media, di 25 metri, con sei corsie, spende di luce e gas 10mila euro al mese. Le bollette sono già triplicate e in alcuni casi quadruplicate. Presto il conto salirà a 50mila euro al mese. «Centinaia di piscine e di associazioni sportive dilettantistiche rischiano di chiudere a causa del caro-bollette» è l’allarme di Paolo Barelli, presidente della Federazione Italiana Nuoto.

 Così l’Italia del nuoto, fresca del record di medaglie conquistate agli Europei di Roma e del terzo posto assoluto ai mondiali di Budapest, si ritrova con l’acqua alla gola. Per colpa del Covid, spiega la Federnuoto, 250 piscine non hanno riaperto. Altre chiuderanno presto. Un pericolo che incombe anche sui centri natatori bresciani. «Senza aiuti non riusciremo a superare l’inverno» è l’allarme lanciato dai gestori.

Il quadro è tratteggiato da Giorgio Lamberti, presidente della San Filippo, la società della Loggia che gestisce tutti gli impianti sportivi e le palestre della città. «La situazione è preoccupante - spiega Lamberti - per le piscine è da "game over": non c’è nessuna società sportiva dilettantisica in grado di scollinare l’inverno con le bollette attuali. Il gas è cresciuto sei volte rispetto al 2019: da 0,50 euro al metro cubo è salito a 2,5-2,8 euro; la bolletta elettrica è triplicata, da 0,20 euro al kw a 0,60 euro. Nessuno può reggere con questi prezzi».

Chiusure

Le prime chiusure ci sono già state: a Padova, a Modena, a Roma, a Belluno. In Francia hanno chiuso da un giorno all’altro 30 piscine. Ma non bisogna andare così lontano. Già lo scorso gennaio il concessionario Europa Sporting Club aveva deciso di tirar giù la serranda alla piscina di viale Piave, a Brescia, visti i costi già allora troppo alti. Da allora le cose sono peggiorate. Così ora Europa Sporting Club ha rinunciato a riaprire. Come già per Mompiano e Lamarmora (dal 1° settembre), la San Filippo ha così deciso di gestire direttamente anche la piscina di viale Piave che riaprirà proprio oggi.

Ma visti i costi alle stelle, resteranno aperte tutte e tre per tutto l’inverno? O si studierà una «razionalizzazione»? «Dovremo valutare in base all’andamento delle bollette dei prossimi mesi - sospira Lamberti -. Una valutazione lucida andrà fatta con dati finanziari certi». Per ora, par di capire, non si può escludere di chiudere una piscina su tre e concentrare l’utenza nelle altre due.

C’è anche chi ha proposto una chiusura parziale: a Milano si è ipotizzato di chiudere le piscine al mattino. «Una proposta che fa sorridere - commenta Lamberti -, una piscina non è un interruttore che puoi spegnere e accendere, è un sistema complesso: le pompe per il ricircolo devono funzionare 24 ore su 24. Ridurre la temperatura dell’acqua? Si può giocare sul mezzo grado, ma non si risolve il problema». Scartata anche l’ipotesi di alzare le tariffe per gli utenti: «I costi sono cresciuti troppo, non basta applicare gli adeguamenti Istat».

Scenari

Nel breve «serve una risposta di sistema: bisogna che l’Europa metta un tetto al prezzo del gas e serve un’azione massiccia del Governo nel prossimo decreto Aiuti». Poi bisognerebbe pensare all’efficienza energetica degli impianti, pannelli solari e pompe di calore. «Peccato che gli impianti sportivi siano stati esclusi dal 110%». Ma intanto? «Nel 2022 come San Filippo siamo destinati a chiudere il bilancio pesantemente in perdita - spiega Lamberti -, valuteremo con il Comune di Brescia, nostro azionista, cosa fare».

Bilancio

La Loggia, per bocca dell’assessore al bilancio Fabio Capra, assicura il suo impegno. «Non lasceremo la nostra società in difficoltà. Ma la coperta è sempre più corta». La sola bolletta elettrica del Comune è passata da 9,7 a 16,4 milioni. «Per ora». A luglio il Governo ha stanziato 1,8 milioni. A fine settembre ne dovrebbero arrivare altrettanti. «Con l’assestamento di novembre - spiega Capra - speriamo di riuscire a coprire le maggiori spese e dare una mano alla San Filippo». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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