Caro bollette: un tesoretto dai produttori di energia

Il governo è al lavoro per recuperare un miliardo e mezzo di euro dalle aziende che producono energia elettrica da fonti rinnovabili e che con i rincari delle bollette in atto stanno macinando le cosiddette extra-rendite. Un tesoretto che potrebbe essere utilizzato per calmierare i prezzi delle imprese energivore.
A dirlo è stato Stefano Saglia, componente del collegio di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, intervenuto venerdì sera nella trasmissione di Teletutto Messi a fuoco condotta da Andrea Cittadini, che si è occupato del caro-energia. «Nessuno approfitti». «C’è un tema – ha spiegato Saglia – che riguarda gli extra-margini che alcune società stanno facendo. In questo periodo si sta guardando ogni singolo settore della produzione energetica per fare in modo che nessuno possa approfittare di questa situazione».
Come detto, nel mirino del governo ci sono le aziende che producono energia elettrica da solare, idroelettrico ed eolico, tra cui A2A, che a Brescia con il Termovalorizzatore, produce energia anche bruciando rifiuti.
Aspetto questo che ha acceso in città un diffuso dibattito sull’opportunità che la multiutility possa ridurre i prezzi delle bollette a quei bresciani collegati al Teleriscaldamento, circa 180mila abitazioni. La domanda che in tanti si stanno ponendo sostanzialmente è questa: perché devo pagare di più se l’energia che consumo è prodotta bruciando rifiuti? A rispondere è stato Paolo Bellotti, responsabile Marketing di A2A Energia, presente in trasmissione: «Nei periodi più freddi dell’anno – ha detto – bruciare rifiuti non basta a produrre il calore che serve alla città. Serve, in aggiunta, un 50% di gas».La materia prima, per intenderci, i cui costi, lievitati a causa di una crisi geopolitica, hanno mandato in tilt il sistema della tariffazione. «Inoltre – ha aggiunto Bellotti – il Termovalorizzatore è inserito in un sistema integrato che genera molti benefici, tra cui avere a Brescia una tariffa in media più bassa del 12% rispetto al resto dell’Italia».
Stefano Saglia ha chiarito, però, che a Roma si stanno facendo le opportune valutazioni per «capire – ha spiegato – in generale, se in base ai parametri che stiamo costruendo, ci sono stati dei comportamenti non in linea con le regole del settore. Va detto però – ha concluso – che se il governo, già dai primi di settembre, ha ridotto l’Iva dal 22 al 5% sul gas, questo non è avvenuto per la cogenerazione (quella del Termovalorizzatore ndr). Una stortura che va sanata perché, prevalentemente per il settore domestico, potrebbe portare dei benefici importanti».
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