Bassa

Torna l’allarme aviaria nella Bassa, colpiti quattro allevamenti

Oltre al caso di San Gervasio, il virus è stato registrato nei comuni di Milzano, Pavone e Pralboino. Abbattuti almeno 27mila anatre
Allarme influenza aviaria. Un allevamento di anatre (foto d'archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
Allarme influenza aviaria. Un allevamento di anatre (foto d'archivio) - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ritorna l'allarme aviaria nella Bassa. Sono infatti almeno tre i comuni colpiti dal virus: dopo San Gervasio, nell’occhio del ciclone un paio di settimane fa, anche in quattro allevamenti sparsi nei comuni di Milzano, Pavone, e Pralboino è stata riscontrata l'infezione ad alta patogenicità.

A Pavone sono due gli allevamenti nei quali Ats Brescia ha disposto il sequestro e l'abbattimento dei capi, uno di questi ha un capannone anche a Milzano e in entrambi sono state sterminate un totale di 27mila anatre. «Purtroppo - questo l'intervento del primo cittadino di Milzano, Massimo Giustiziero - questi allevatori per colpa dell'aviaria hanno subito un enorme danno. Si spera che il Governo intervenga per aiutare e tutelate questi lavoratori davanti a drammi del genere».

A Pralboino l'aviaria è stata riscontrata in un allevamento di polli situato nella zona est del paese. «C'è preoccupazione tra gli allevatori - questo l'intervento del sindaco di Pralboino, Franco Spoti -. Purtroppo si erano verificati alcuni casi in aree vicine a noi, e ora questa infezione è stata riscontrata anche non un allevamento di polli nel nostro comune».

Nessun altro caso, per il momento, nei comuni limitrofi ma la zona di protezione si va allargando: ora rientrano anche i comuni di Cigole, Alfianello e Gottolengo. «Cigole rientra completamente nella zona di sorveglianza, ma solo un allevamento deve sottostare alla zona di protezione - questo il commento del sindaco di Cigole, Marco Scartapacchio -. Per ora non abbiamo avuto nessun caso sul nostro territorio anche perché, per nostra fortuna, qualche capannone al momento della scoperta dell'aviaria a San Gervasio era vuoto per il cambio del ciclo. Io e i miei allevatori - aggiunge il primo cittadino - ci teniamo costantemente aggiornati grazie a un gruppo WhatsApp creato appositamente nel 2017; allora fu una situazione pesante da affrontare, ma quella vicenda ha fatto scuola e ha fornito l'esperienza agli allevatori ed alle istituzioni per cercare di fronteggiarla al meglio in un’altra occasione».

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