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Bontempi: «La Lombardia adesso si riprenda la regia del D’Annunzio»

Al Pirellone la mozione firmata da FdI per l'aeroporto: «Ci sono le basi per impugnare questa concessione»
Veduta aerea. L'aeroporto di Montichiari
Veduta aerea. L'aeroporto di Montichiari
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La premessa: la gestione Save è inadempiente. La ragione: nel testo della concessione è sancito che, nell’arco di cinque anni dalla sottoscrizione, lo sviluppo dell’aeroporto di Montichiari doveva tradursi in atti pratici. La richiesta: siccome «la società è inadempiente, quella concessione va impugnata e revocata».

A riportare il dossier D’Annunzio in cima all’agenda politica e istituzionale di Palazzo Pirelli è il consigliere regionale Giorgio Bontempi (Fratelli d’Italia), primo firmatario della mozione dedicata all’aeroporto di casa nostra, prevista in discussione durante il Consiglio in programma oggi. Un atto che chiama direttamente in causa la Giunta guidata dal presidente Attilio Fontana, alla quale Bontempi chiede, in sostanza, di «riprendersi le redini» dello scalo bresciano, inserendolo a pieno titolo nel circuito lombardo (e sottraendolo dunque a quello veneto) e di aprirlo anche al traffico passeggeri pur mantenendo la vocazione cargo prevalente.

«Malpensa 2»

Il testo che Bontempi presenterà all’Aula e agli assessori è cristallino: «Valutare la possibilità che Regione Lombardia riprenda il controllo e la gestione dell’aeroporto di Montichiari come asset per lo sviluppo a medio e lungo termine delle infrastrutture strategiche». Un’operazione che il consigliere ritiene necessaria «per riattivare un aeroporto ormai morto», perché - rimarca - «oggi è necessario pensare a un piano di medio-lungo termine, lo ritengo un dovere verso i cittadini e verso i contribuenti. Senza contare - aggiunge - che abbiamo la grossa fortuna di avere già tutte le infrastrutture pronte».

Il filo conduttore del ragionamento di Bontempi si riannoda all’idea già spalleggiata e rilanciata dagli assessori Gianluca Comazzi (Territorio) e Guido Guidesi (Sviluppo economico): Malpensa avrebbe bisogno di una ulteriore espansione, ma non ha la possibilità urbanistica per poterla attuare e, al contempo, la struttura bergamasca è satura. All’interno di questo schema, «se il D’Annunzio tornasse nel sistema degli aeroporti lombardi sarebbe un vantaggio per tutti». A questo si aggiunge un altro tassello: «Hanno presentato un piano industriale da 50 milioni, ma al Ministero ne hanno depositato uno che ne vale 101 e che non hanno i soldi per attuare». Come a dire: se l’intenzione è davvero quella contenuta nel «dossier romano», tra qualche mese si riproporrà il valzer delle richieste di aumento di capitale.

Il lodo politico

Inutile nasconderlo: un primo passaggio politico esplorativo, anche con la Giunta, è già avvenuto. E non è escluso che oggi l’Aula edulcori il testo, conservandone però l’ossatura. La squadra degli assessori potrebbe cioè promuovere e mettere in primo piano il terzo punto dell’impegno richiesto loro da Bontempi: istituire un tavolo tecnico, con i principali attori del sistema bresciano e lombardo, per studiare un ritorno della gestione in capo alle istituzioni lombarde. E analizzare così «l’impatto in termini economici, logistici, turistici e sociali, nonché il beneficio atteso anche in termini di indotto, che la riapertura anche al traffico passeggeri potrebbe generare per la Lombardia».

La veste istituzionale del tavolo di lavoro operativo potrebbe del resto schivare un braccio di ferro con il Veneto di Luca Zaia (evitando quindi di innescare una diatriba «Lega contro Lega»). Rischio, questo, che secondo il consigliere bresciano sarebbe comunque già azzerato dai fatti, perché «è ormai evidente - ribadisce - che Montichiari per la Catullo non sia una priorità, senza contare che Verona non è certo satura».

Priorità cargo

C’è però un altro fronte, per nulla secondario, da tenere in considerazione: quello del mondo economico che, attraverso il presidente della Camera di Commercio Roberto Saccone, sta lavorando da tempo per tornare a investire proprio sullo scalo di Montichiari. A patto che si abbia «voce in capitolo» anche sul progetto di sviluppo, così come sulle strategie.

Spiega Saccone: «Sul fronte cargo ci sono interlocuzioni in atto affinché l’economia bresciana possa partecipare alla compagine sociale della Catullo». Un’evoluzione (nel bene o nel male) potrebbe arrivare già nelle prossime settimane. «Rispetto a un piano di sviluppo cargo, noi siamo interessati a investire con un contributo strategico ed economico». Per il numero uno della Camera di Commercio di Brescia «lo scalo di Montichiari è già lombardo e investire nell’ottica cargo aprirebbe spazi economici importanti. Da questo punto di vista, il nostro è un aeroporto che guarda all’Europa: questa è la posizione di Camera di Commercio e del presidente Abem, Giuseppe Pasini».

Ma l’ingresso del mondo economico escluderebbe quindi a priori un minoritario impiego dello spazio per il traffico passeggeri? «No, questo passaggio non esclude per forza l’investimento sul tema dei passeggeri - precisa Saccone - ma è chiaro che si tratta di una prospettiva con tempi lunghissimi e giuridicamente complessa. Oggi siamo concentrati su un altro asset, che giudichiamo strategico».

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