Pfas, da Palazzolo a Capriolo cittadini in cerca di certezze

Dopo il clamore suscitato dallo studio di Greenpeace che nell’agosto 2023 aveva posto Capriolo tra i Comuni lombardi con maggiori concentrazioni di Pfas, anche Palazzolo è finita sotto i riflettori nei primi mesi di quest’anno, con la pubblicazione del nuovo studio dell’associazione ambientalista. Due comuni bresciani, confinanti e accomunati da un dibattito pubblico acceso sul tema della qualità dell’acqua potabile e sui rischi legati a queste sostanze chimiche persistenti.
In Consiglio
A Capriolo l’allarme di Greenpeace aveva subito sollevato interrogazioni in Consiglio comunale e, in seguito, una partecipata serata informativa organizzata da cittadini e ambientalisti, poi confluiti in un apposito comitato. Il sindaco Luigi Vezzoli ha più volte invitato alla calma, sottolineando che i valori registrati dai controlli ufficiali di Acque Bresciane erano tutti entro i limiti, precisando anche che i prelievi effettuati da Greenpeace in alcuni casi facevano riferimento a fonti non domestiche.
Eppure, la popolazione, pur senza scivolare nel panico, ha chiesto maggior trasparenza e controlli indipendenti. La presenza, in particolare, del Pfoa ha spinto molti cittadini a volerci vedere chiaro, come dimostrato dai mesi successivi. Le rassicurazioni successive hanno poi abbassato la temperatura della discussione.
Le rassicurazioni
Pochi mesi fa è stata invece Palazzolo ad attirare l’attenzione dopo l’indagine di Greenpeace che ha collocato la città tra le prime tre in Lombardia per inquinamento da Pfas. La Lega ha chiesto al sindaco Gianmarco Cossandi spiegazioni dettagliate e maggiore impegno sulla comunicazione. La risposta non si è fatta attendere: l’Amministrazione ha garantito che i monitoraggi sono costanti da anni e che l’acqua erogata è sicura.
Interpellata anche stavolta Acque Bresciane, che ha confermato un livello di Pfas ben al di sotto dei limiti di legge, il sindaco ha comunicato quella che potremmo considerare un’assenza di contaminazione delle acque. Da sottolineare, nel caso di Palazzolo, che la città dell’Ovest bresciano è stata tra le sole ventiquattro città lombarde monitorate (in Regione ci sono oltre 1.500 comuni). In entrambi i casi, la parola chiave è stata rassicurazione. Ma la vicenda Pfas ha rivelato anche un’esigenza comune: maggiore informazione pubblica e un dialogo continuo tra enti, cittadini e tecnici.
Sul Garda
I Pfas non preoccupano, ma restano sotto osservazione. Dopo i campionamenti effettuati nel 2023 lungo i tracciati dell’alta velocità – che avevano evidenziato contenute concentrazioni di Pfas nella falda – nuovi controlli sono stati effettuati nella zona del basso lago, e in particolare tra Desenzano e Lonato. I risultati, trasmessi tra il 2023 e il 2025 da Ats Brescia e da laboratori accreditati, riguardano sia acque sotterranee sia acqua destinata al consumo umano. I controlli rientrano in un piano regionale di mappatura dei Pfas, esteso a tutti gli acquedotti lombardi e affidato alle singole Ats.

A Desenzano, come in altri Comuni coinvolti, le sostanze sono state rilevate, ma in concentrazioni inferiori ai limiti normativi: non sono indicati interventi correttivi. I campioni sono stati prelevati in più occasioni: nell’ottobre del 2022 e poi tra l’aprile e l’ottobre del 2024. A Desenzano i punti di prelievo si trovavano in via Colombare, a Lonato nei pressi dell’ex cava Traversino. Dai rapporti emerge la presenza di alcuni composti Pfas in quantità molto basse, a volte rilevate, altre al di sotto della soglia di quantificazione. In un controllo dell’autunno 2024 a Desenzano, per esempio, il Pfoa è risultato pari a 0,0102 microgrammi per litro (limite 0,1), il Pfos a 0,0017 (limite 0,03).
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