La Cop30 di Belém e la mobilitazione della società civile globale

Eanes Silva
Continuano i lavori della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Il reportage dal Brasile della giornalista Eanes Silva, inviata dell’ente del terzo settore bresciano No One Out
  • Immagini dalla Cop30 in Brasile
    Immagini dalla Cop30 in Brasile - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Questo articolo è stato scritto per il Giornale di Brescia dalla giornalista Eanes Silva, inviata dell’ente del terzo settore bresciano No One Out in Brasile per seguire in prima persona i lavori della Cop30. 

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop30) prosegue a pieno ritmo a Belém, nello stato del Pará, ed è caratterizzata da negoziazioni climatiche intense e da una significativa mobilitazione della società civile.

La Cop30 ha registrato l’iscrizione di delegazioni provenienti da 193 Paesi e dall’Unione europea, con più di 56 mila persone che seguono le discussioni a distanza. Il Brasile, come Paese ospitante, detiene la delegazione più numerosa (3.805 iscritti), comprendente anche la più grande delegazione indigena della storia del Paese.

Nei primi giorni si sono riuniti 57 capi di Stato, ministri, negoziatori e rappresentanti della società civile organizzata. La presidenza della conferenza ha definito questa edizione come la «Cop dell’implementazione», focalizzata su quattro assi centrali: adattamento, mitigazione, transizione giusta e finanziamento climatico.

Un dato che richiede attenzione è la presenza di 1.602 delegati con legami dichiarati con i settori del petrolio e del gas, fatto che sottolinea l’importanza della pressione pubblica durante le negoziazioni.

La società civile occupa la città

Parallelamente alle zone ufficiali dell’Onu, la società civile ha organizzato oltre 60 spazi di dibattito a Belém, come la Zona Verde, l’Aldeia dos Povos, la Casa Maraka e il Vertice dei Popoli. Le programmazioni, aperte e gratuite, mirano a estendere il dibattito climatico a tutta la popolazione. La mobilitazione è culminata sabato 15 novembre con la Marcia globale per il clima, che ha portato più di centomila persone nelle strade della capitale del Pará in difesa della protezione del pianeta.

Indigeni contestano il mercato del carbonio

Uno dei punti di maggiore tensione è il dibattito sul mercato del carbonio. La leader indigena Margareth Maytapu, del Consiglio indigeno Tapajós Arapiuns, che rappresenta 121 comunità, ha espresso la preoccupazione della sua gente: «Per noi, popolazione indigena, il credito di carbonio (carbon credit) non è un’alternativa, non è una soluzione. Il credito di carbonio arriva come distruzione della nostra foresta, del nostro territorio».

Scienza e protesta Munduruku

Gli scienziati dell’Istituto Potsdam hanno consegnato un documento formale alla presidenza della Cop30 per sostenere le decisioni del governo brasiliano. Lo scienziato Paulo Artaxo, esperto in fisica applicata ai problemi ambientali, in particolare sui cambiamenti climatici globali, sull’ambiente amazzonico, sulla fisica degli aerosol atmosferici e sull’inquinamento urbano, ha dichiarato in conferenza stampa di vedere motivi positivi nella Conferenza: «La Germania e l’Inghilterra sostengono già la formazione di una roadmap per la decarbonizzazione e per porre fine ai combustibili fossili».

Venerdì 14 il popolo Munduruku ha organizzato una protesta nella Zona Blu, chiedendo l’attenzione del governo federale sulla demarcazione delle terre e sui progetti governativi, come il piano nazionale delle vie navigabili. La leader Alessandra Munduruku ha confermato la consegna delle richieste ai ministri Marina Silva e Sônia Guajajara, oltre che all’ambasciatore André Corrêa do Lago: «Vogliamo una risposta definitiva dal presidente del Brasile riguardo al decreto che autorizza la costruzione di una ferrovia che distruggerà i nostri fiumi, i pesci e la vita della foresta. Non permetteremo la costruzione di questa ferrovia, perché è la nostra casa, il nostro fiume, la nostra madre casa».

  • Cop30: la Marcia globale per il clima
    Cop30: la Marcia globale per il clima - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Sabato 15, nell’ambito della programmazione del Vertice dei Popoli, un incontro parallelo e autonomo, la società civile e più di mille organizzazioni hanno organizzato una marcia separata dalla Marcia globale per il clima, con l’obiettivo di portare una prospettiva critica alle negoziazioni ufficiali. L’incontro ha riunito oltre 100 mila persone, tra cui indigeni, quilombolas, ribeirinhos, lavoratori, minatori, giovani, attivisti e rappresentanti di movimenti sociali da varie parti del mondo.

Con lo slogan «La risposta siamo noi», l’iniziativa ha sottolineato la forza e le richieste della società civile e dei popoli maggiormente colpiti dalla crisi climatica. L’obiettivo centrale è stato quello di chiedere Giustizia Climatica e fare pressione per soluzioni reali ed efficaci non affrontate negli spazi ufficiali. La concentrazione è iniziata al Mercato di São Brás, un luogo dal forte significato storico nelle manifestazioni popolari della capitale paraense, per poi proseguire per circa 4,5 chilometri fino all’Aldeia Cabana, uno spazio simbolo di lotta e resistenza nella regione, in omaggio alla Rivolta della Cabanagem.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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