Troppi debiti, Bovegno impianti finisce all’asta

Il Comune ha deciso di vendere la società per ripianare il buco da 1 milione di euro
Bovegno impianti - © www.giornaledibrescia.it
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Schiacciato da un debito di quasi un milione di euro che non può ripagare «né ora, né mai», per dirla con le parole del sindaco di Bovegno Manolo Rossini, il Comune ha deciso di mettere in vendita la società Bovegno Impianti, partecipata al 100% dall’ente. Nata nel 2010 per dare nuovo slancio alla stazione sciistica di Montecampione, nel 2011 aveva ricevuto una sovvenzione di 1 milione e 700mila euro da una banca a cui, a sua volta, la società - su concessione del Comune - aveva dato in garanzia un’area di 300 mila metri quadri a Corti Re di Campo destinata alla seggiovia verso Monte Rotondo e a un insediamento turistico. Nel maggio di quello stesso anno subentrò una nuova Amministrazione comunale contraria al progetto, che revocò l’edificabilità del terreno con una variante al Pgt tutt’ora in vigore mettendo di fatto la parola fine al grosso progetto.

La società fallì e venne messa in liquidazione ma il mutuo contratto con la banca, di fatto, ha continuato a crescere fino a raggiungere l’esorbitante cifra, specie per un Comune di piccole dimensioni come Bovegno, di quasi un milione di euro. L’inverno scorso la banca ha imposto l’aut aut: se il Comune non avesse ripagato in breve tempo il debito i terreni di Corte Re di Campo sarebbero stati messi all’asta. Da qui la decisione del sindaco Manolo Rossini di indire un’asta pubblica, in scadenza il prossimo 5 ottobre (l’avviso è consultabile sul sito web del Comune), per la cessione della Bovegno Impianti. Il prezzo totale a base d’asta è di 200mila euro, pari alla differenza tra il valore dei terreni di Corti Re di Campo stimato dal perito nominato dal liquidatore e il debito contratto dalla Bovegno Impianti (circa 960mila euro). Oltre a pagare i 200mila euro per mettersi a capo della Bovegno Impianti, l’eventuale acquirente si accollerà in automatico anche il debito che la società ha con la banca. «Il Comune impone come unico vincolo la conservazione della vocazione agricola e venatoria del posto - spiega Rossini -, che ha una grande potenzialità dal punto di vista dello sviluppo eco- friendly, in simbiosi con l’ambiente». 

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