Crisi idrica, a Lodrino si sopravvive con autobotti e rubinetti chiusi
Autobotti per rifornire gli acquedotti in secca e rubinetti chiusi di notte. Così il comune di Lodrino cerca di sopravvivere alla crisi idrica che da settimane, insieme al caldo, sta tenendo in ginocchio tutta la provincia di Brescia.
L'ordinanza
Per la rete idrica della località valtruiplina le difficoltà in estate non sono una novità, ma è la prima volta che l'amministrazione si trova costretta dalla siccità a prendere misure d’emergenza così stringenti. Il sindaco Bruno Bettinsoli, infatti, ha emesso un'ordinanza che dal 12 luglio ha sospeso l'erogazione di acqua nelle case dalle 22.30 alle 6 del mattino, mentre i camion gestiti da Asvt (Azienda servizi Valle Trompia) trasportano le decine di metri cubi che prelevano dal pozzo di Sarezzo per poi travasarli nei centri di raccolta lungo Lodrino e frazioni.
«È stato un provvedimento necessario, perché la situazione è molto critica», ha detto il sindaco Bruno Bettinsoli, spiegando che l'impianto di raccoglimento idrico di tutta la zona ha risentito anche dello scorso inverno in cui si sono verificate scarse precipitazioni e neve praticamente assente. Ma sospensione notturna, grazie anche alla comprensione e l'impegno dei cittadini, ha già dato un contributo fondamentale nel risparmio dell'acqua: «Da sei cisterne consumate ogni giorno siamo passati a una, massimo due. Per ora siamo costretti ad andare avanti così - aggiunge il primo cittadino - almeno finché non ricomincerà a piovere».Non solo in Valtrompia
Lodrino è stato tra i primi paesi ad accusare la mancanza di acqua, di fatto contingentata fino dai primi giorni di maggio. Ma con il perdurare del clima torrido la crisi si è allargata fino ai comuni dell’alto Garda bresciano. Mentre a Montichiari sono intervenute le autobotti per annaffiare le piante delle vie del borgo, tra cui Viale Europa, l’area verde di fronte al Cimitero e Piazza Comune. Così la soluzione definitiva alla crisi idrica sembra ancora lontana.
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