Caso Bozzoli: l'operaio è sparito prima di parlare ai carabinieri

Riprendono le ricerche di Giuseppe Ghirardini, l'operaio della Bozzoli. Il fratello dell'imprenditore chiede il dissequestro dell'azienda
  • Le ricerche di Giuseppe Ghirardini
    Le ricerche di Giuseppe Ghirardini
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Hanno fiutato, ma non hanno trovato tracce evidenti. Hanno percorso un sentiero per qualche centinaia di metri, ma si sono fermati. Non hanno dato esito le ricerche con i cani molecolari di Giuseppe Ghirardini, l’operaio bresciano di 50 anni disperso da mercoledì. Riprendono questa mattina attorno alle nove partendo dalla sede del soccorso alpino di Ponte di Legno, base di ritrovo degli uomini impegnati nelle ricerche. 

Ghirardini è sparito nel nulla sei giorni dopo la scomparsa del suo datore di lavoro, l’imprenditore Mario Bozzoli che proprio l’operaio, addetto ai forni della fonderia, è stato tra gli ultimi a vedere vivo la sera di giovedì di una settimana fa. 

Proprio in merito alla sera della sparizione dell’imprenditore emergerebbero aspetti sui quali gli inquirenti stanno lavorando. A partire dalla circostanza di un fornitore spagnolo al quale sarebbe stato chiesto di posticipare di due ore la consegna di materiale. Sarebbe dovuto entrare in azienda attorno alle 19, l’orario in cui Bozzoli ha chiamato per l’ultima volta la moglie prima di sparire. 

Nel frattempo ieri circa duecento uomini, tra carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile e Corpo forestale dello Stato, hanno perlustrato per tutto il giorno l’area, nei pressi della strada che da Ponte di Legno porta al Passo del Tonale in alta Vallecamonica, dove ieri sera è stata ritrovata l’auto dell’uomo, una Suzuki Vitara chiusa a chiave dall'esterno.

 Al comando provinciale dei carabinieri di Brescia, dove è stata portata nella notte, la vettura di Ghirardini è stata passata al setaccio dalla Scientifica. Lunedì spetterà invece ai Ris di Parma analizzarla. Non sarebbero emersi al momento elementi di particolare importanza. 

Proprio nella giornata della sua sparizione Giuseppe Ghirardini sarebbe dovuto andare dai carabinieri di Gardone Valtrompia che avrebbero dovuto ascoltarlo in merito alla scomparsa di Bozzoli. Ma l’operaio con la scusa di una battuta di caccia con gli amici, in realtà mai avvenuta, è scomparso percorrendo a bordo della sua vettura centinaia di chilometri. Almeno ottanta solo quelli che separano il luogo di ritrovamento della vettura dal Passo Crocedomini, ultimo passaggio dove il telefono cellulare dell’operaio ha dato segni di vita. 

«Mi ha salutato come sempre. Era in macchina e senza cani», ha raccontato la cugina di Ghirardini che ha poi lanciato un appello. «Torna a casa Giuseppe, ti prego torna» ha detto la donna che ha negato che tra il cugino e l'imprenditore Mario Bozzoli ci siano stati screzi. 

Nel frattempo la fonderia Bozzoli resta sotto sequestro come disposto dalla Procura di Brescia, nonostante il fratello dell’imprenditore scomparso ne abbia chiesto il dissequestro. Lo ha fatto attraverso un’istanza depositata dal suo legale, l’avvocato bresciano Luigi Frattini, sulla quale il pm Alberto Rossi, titolare dell’inchiesta aperta per sequestro di persona, non si è ancora espresso. 

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