Valsabbia

Odori molesti a Agnosine, doppia condanna per la Geiger

La responsabilità della ditta è stata riconosciuta in sede amministrativa e penale. Da anni i residenti segnalavano i disagi
I Carabinieri Forestali per anni hanno indagato sull'operato dell'azienda - © www.giornaledibrescia.it
I Carabinieri Forestali per anni hanno indagato sull'operato dell'azienda - © www.giornaledibrescia.it
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I residenti di Agnosine da anni erano esasperati dagli odori nauseabondi che provenivano dalla Geiger Italia srl, azienda in località Conca d’Oro specializzata nella gestione di rifiuti speciali pericolosi e trattamento di fanghi di depurazione, subentrata nel 2016 alla società Valsabbia Servizi Ambientali srl. Ora dopo una lunga serie di accertamenti da parte dei Carabinieri Forestali della Stazione di Vobarno e dei tecnici di Arpa, la complicata vicenda giudiziaria si è conclusa.

L’azienda, che nel 2018 era già stata condannata in sede penale per il reato di molestie olfattive, è stata oggetto di approfondite ispezioni che hanno fatto emergere come la stessa avesse ripetutamente violato le prescrizioni contenute nell'Autorizzazione Integrata Ambientale: l'impianto di filtraggio delle emissioni in atmosfera di cui era dotata, in particolare, non era idoneo a trattenere le sostanze fortemente odorigene, come il terbutilmercaptano.

Nel settembre 2019, su proposta dei carabinieri, la Provincia di Brescia aveva disposto la sospensione dell'autorizzazione alla società, che tuttavia ha poi presentato ricorso ottenendo l'annullamento di tale provvedimento: i giudici del Tar di Brescia ritenevano che gli accertamenti svolti non fossero sufficienti ad indicare la responsabilità dell'azienda. Quest'ultima sentenza è stata però annullata dal Consiglio di Stato il quale, con una recente pronuncia, ha invece riconosciuto l'assoluta fondatezza degli accertamenti svolti e ha condannato la società al pagamento delle spese di entrambi i gradi di giudizio, rimarcando come «la molteplicità e univocità dei dati acquisiti nel corso del tempo attesti l'inidoneità dei sistemi di abbattimento delle emissioni odorigene».

Sia in sede amministrativa che in sede penale è stata dunque riconosciuta la piena responsabilità dell'azienda - all'interno della quale si è peraltro verificato nel luglio 2020 anche un preoccupante incendio di rifiuti - alla quale è stata prescritta l'esecuzione di una serie di lavori atti a potenziare e rendere efficace il proprio sistema di abbattimento delle emissioni in atmosfera.

 

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