Valsabbia

Il lago d'Idro scenderà di mezzo metro entro sabato: iniziato il prelievo

Dopo il 16 luglio dovrebbe riprendere quota in pochi giorni. Intanto un tratto di fiume Chiese è in secca
IDRO: INIZIATO IL PRELIEVO
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Il lago d’Idro scenderà di mezzo metro sotto il livello minimo, stabilito a quota 367,20 sul livello del mare, e dovrà farlo entro sabato. È quanto ha stabilito Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, dopo aver sentito tutti i pareri in merito, in occasione di una conferenza dei servizi svolta giovedì nella sede della Comunità montana di Valle Sabbia. Un compromesso rispetto alle richieste iniziali del mondo agricolo che avrebbero voluto poter abbassare il lago di un metro e venti. Per l’occasione si sono incontrati i rappresentanti di Regione Lombardia e Provincia autonoma di Trento, quelli dei Comuni rivieraschi, della Provincia di Brescia e della Comunità montana, di Ats ed Arpa.

«Una decisione difficile da prendere, dopo cinque anni in cui siamo riusciti a gestire l’Eridio senza mai derogare sui livelli - fanno sapere da Aipo -. Non abbiamo però potuto fare diversamente. Vero che il sindaco di Idro ha posto questioni di carattere igienico sanitario, e l’abbiamo inviato a segnalarci ogni problema che si dovesse verificare, vero anche che a Trento sono preoccupati per il biotopo di Baitoni, ma gli organi preposti, ossia Ats ed Arpa, non hanno espresso alcun parere ostativo a questo abbassamento. Non risulterebbero problematici secondo la Provincia di Brescia nemmeno gli attracchi del battello».

Una situazione temporanea

Un uomo sdraiato sul letto del fiume Chiese, in secca - © www.giornaledibrescia.it
Un uomo sdraiato sul letto del fiume Chiese, in secca - © www.giornaledibrescia.it

Il prelievo sotto il livello minimo dell’Eridio è cominciato ieri, con i bacini montani del Trentino e in particolare quelli di Malga Bissima e Boazzo che hanno concluso i rilasci precedentemente concordati. Una situazione temporanea: dopo il 16 il lago dovrebbe riprendere quota e tornare a 367,20 entro il 20 luglio, quando anche Hde, che si occupa di gestire gli invasi trentini, avrà recuperato i 5 milioni di metri cubi rilasciati in più nei giorni scorsi.

La decisione intanto ha fatto rimanere «a secco» il Chiese, nel tratto in cui funge da emissario. Un’interruzione del minimo deflusso vitale che è diventata subito un’interrogazione alla Provincia di Trento del consigliere Alex Marini: «La situazione è da considerare analoga a quella che nel 2018 portò al diffondersi di un’epidemia di legionella. La giunta con l’assessore competente aveva assunto precisi impegni in merito alla tutela del lago e del Chiese, cosa sta realmente facendo?».

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