Valsabbia

Gavardo, profanato il memoriale di Nikolajewka

Distrutta la copertura della nicchia e dispersa la terra portata dal fronte da Isidoro Codenotti
Lo «sfregio»: il danno al memoriale che conteneva la terra portata da Nikolajewka - © www.giornaledibrescia.it
Lo «sfregio»: il danno al memoriale che conteneva la terra portata da Nikolajewka - © www.giornaledibrescia.it
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Profanato il memoriale di Nikolajewka. Una bruttissima sorpresa per gli alpini di Gavardo, quando, nella giornata di domenica, hanno scoperto quel che era successo al monumento dedicato alle penne nere cadute sul suolo russo. Il memoriale sorge nei pressi della chiesetta del monte Tesio, la collina che domina il paese. Si tratta di una nicchia dov’era stata depositata la terra portata in patria, a suo tempo, da Isidoro Codenotti, reduce della campagna di Russia e a lungo alla guida del gruppo locale degli alpini.

Brutta sorpresa

Con incredulità e sconcerto, le penne nere gavardesi hanno dovuto constatare che qualcuno aveva vandalizzato il monumento. La copertura in pietra della nicchia era stata ridotta in frantumi. Con un evidente gesto di sfregio, poi, il sacchetto con la terra di Nikolajewka era stato svuotato, e il contenuto disperso tutt’intorno. Le brutte sorprese, però, non erano finite qui. Sempre domenica, infatti, a venir prese di mira da ignoti delinquenti erano state alcune auto in sosta nel parcheggio della «Casa degli alpini» del Monticello, da cui prende il via la strada per il Tesio. Mentre si stava svolgendo la premiazione della marcia di regolarità in montagna che il gruppo promuove ogni anno in occasione del primo maggio, le vetture erano state aperte e dall’interno di esse erano stati prelevati una borsa e un portafogli. La borsa, vuota, sarebbe stata poi ritrovata poche ore dopo in centro paese. Difficile pensare, per i due fatti, a una coincidenza: molto più probabile che gli autori siano gli stessi.

Rammarico

Diversa, però, la ricaduta, anche simbolica. Se il furto nelle auto può essere considerato l’azione di qualcuno che ha approfittato dell’assenza dei proprietari e del luogo isolato per impossessarsi di denaro facile, tutt’altra rilevanza assume la profanazione del monumento. «Si tratta di un gravissimo affronto perpetrato alla memoria dei nostri Caduti - dichiara il capogruppo Mario Rivetta -. Solo chi non conosce la storia e il significato che la campagna di Russia ha per gli alpini può abbassarsi a compiere un gesto tanto meschino e spregevole». 

Interrogativi

L'altra ipotesi, non meno odiosa ed inquietante, è quella che legherebbe l'episodio alla più stretta attualità, la guerra che infuria tra Russia e Ucraina: come a Rossosch, in Russia, appunto, mano ignota ha sfregiato il cippo che commemorava le vittime della battaglia di Nikolajewka tracciando la «Z» divenuta cifra dell'aggressione putiniana, così qualcuno potrebbe aver agito analogamente per devastare il segno concreto di un legame costruito dopo la guerra e oltre la guerra. Ci piacerebbe davvero credere che non sia andata così.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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