Valcamonica

La ricostruzione del giallo di Temù: dalla scomparsa agli arresti

Tutto è cominciato alle 11.58 di sabato 8 maggio 2021. All'alba del 24 settembre arrestate due delle tre figlie
Laura Ziliani aveva 55 anni
Laura Ziliani aveva 55 anni
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Tutto è cominciato alle 11.58 di sabato 8 maggio 2021: con una telefonata ai carabinieri della figlia maggiore di Laura Ziliani, che denuncia la scomparsa della donna. La ragazza racconta che la madre non è rientrata da un’escursione: era partita dalla casa di Temù alle 7.05.

A distanza di quattro mesi e mezzo, all’alba di venerdì 24 settembre, i carabinieri hanno arrestato la figlia maggiore Silvia Zani, 27 anni, il suo fidanzato Mirto Milani residente in provincia di Lecco e la figlia minore Paola, 19 anni. I reati contestati sono omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e occultamento di cadavere.

Chi era Laura Ziliani

Laura Ziliani in una fotografia tratta dal suo profilo Facebook
Laura Ziliani in una fotografia tratta dal suo profilo Facebook

Laura Ziliani, classe 1966, 55 anni, era impiegata allo Sportello unico delle imprese del Comune di Roncadelle. Vedova, aveva di tre figlie. Il marito è morto tragicamente nel 2012 travolto da una valanga in val d’Avio, in alta Valle Camonica, poco distante da Temù. Prima della disgrazia, l’uomo insegnava matematica a Edolo. Nel 2013 era poi tornata a Brescia, sua città d’orgine, alla Pendolina, dove viveva con la figlia mezzana. Quasi tutti i fine settimana tornava in valle e fino a pochi anni fa a Temù ricopriva il ruolo di vigilessa.

Amante della montagna e dello sport, la donna era esperta di trekking e di ambienti in quota e conosceva molto bene la zona intorno a Temù. Gli inquirenti non hanno trovato elementi che possano far pensare a un gesto estremo, un’amica ha raccontato della «nuova giovinezza» che la 55enne stava vivendo, anche insieme al compagno di Roncadelle che della scomparsa non ha mai voluto parlare («i carabinieri mi hanno detto di non dire nulla» ha spiegato).

Le ricerche

  • Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani
    Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani
  • Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani
    Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani
  • Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani
    Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani
  • Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani
    Il soccorso alpino cerca Laura Ziliani

Le ricerche di Laura Ziliani iniziano dunque nel primo pomeriggio di sabato 8 maggio. Le prime a mettersi sulle sue tracce sono le figlie, che vengono affiancate da una cinquantina di volontari tra Soccorso alpino, Vigili del fuoco e Protezione civile. L’ultima segnalazione è quella di una giovane che dice di averla vista sabato mattina sullo sterrato che porta in località Garìo, sopra Villa Dalegno, zona che - secondo quanto riferito dalle figlie - la donna avrebbe voluto raggiungere per l’escursione.

Le ricerche proseguono fino a domenica 16 maggio, poi, all’ottavo giorno senza esito, vengono interrotte come da protocollo. In mezzo ci sono 2.500 chilometri di tracce gps, necessarie per scandagliare 91 settori, anche in zone impervie in cui è stato necessario calarsi con le corde. Chilometri macinati da soccorritori e volontari, coordinati da Pino Mazzucchelli dal campo base allestito in paese.

In otto giorni si passa al setaccio l’area tra Temù e Villa Dalegno, verso la località Gario. Si avvicendano diverse squadre, per osservare boschi e sentieri «con occhi nuovi». Il raggio d’azione si amplia a raggiera dall’abitazione di via Ballardini lungo un asse di cinque chilometri: si battono dunque la val Canè, la valle delle Messi, la val d’Avio e la conca Casola, dove nel 2012 ha perso la vita il marito. Viene anche dragata la diga Edison, per escludere che la Ziliani possa essere finita in acqua. Niente. Anche il monte Calvo, Somalbosco e Valzerote non danno risposte. Nemmeno l’intervento dei cani molecolari, che sembrano aver fiutato tracce in direzione di Villa Dalegno e Pontedilegno lungo il sentiero che si ipotizza la donna abbia percorso, porta a una svolta. Si controlla anche l’area urbana di Temù, tra case e cantieri nel raggio di 500 metri da casa Ziliani, gli edifici industriali fino a un chilometro di distanza, compresa una cascina diroccata. Della 55enne non c’è traccia.

Il 23 maggio un ritrovamento dà speranza: le ricerche riprendono. Un uomo residente in zona ha infatti notato una scarpa marca Salomon, con un buco sulla tomaia, abbondanata nelle vicinanze del torrente Fiumeclo. Le figlie di Laura Ziliani sostengono che si tratti della scarpa destra della madre. Si torna dunque a cercare, questa volta lungo l’asta del Fiumeclo - già dragato senza esiti -, che scende dalla val Canè, attraversa il paese di Temù e prosegue nel fondovalle, verso Vione, prima di buttarsi nell’Oglio. Di Laura Ziliani ancora nessuna traccia.

L’accusa di omicidio volontario

Il 28 giugno, a 51 giorni dalla scomparsa, la svolta: due delle tre figlie di Laura Ziliani vengono iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Si tratta della maggiore, di 27 anni, e della minore, di 19. Nel fascicolo finisce anche il nome del fidanzato della primogenita.

Il procuratore Caty Bressanelli riscontra incongruenze nei racconti delle ragazze e mette sotto sequestro l’abitazione di via Ballardini a Temù in cui vive una di loro e da cui, secondo quanto fatto mettere a verbale il giorno della scomparsa, sarebbe partita sabato 8 maggio pochi minuti dopo le 7 del mattino Laura Ziliani.

Le incongruenze

  • Ricercatori e cani molecolari impegnati nelle ricerche a Temù - © www.giornaledibrescia.it
    Laura Ziliani, le ricerche non si fermano
  • Scomparsa. Laura Ziliani
    Laura Ziliani, le ricerche non si fermano
  • In paese. Continuano le indagini // FOTO STRADA NEG
    Laura Ziliani, le ricerche non si fermano

A quasi due mesi dalla scomparsa dell’ex vigilessa, si mettono in fila i punti poco chiari. Uno su tutti: Laura Ziliani è mai arrivata a Temù? Nessuna delle telecamere del paese camuno riprende la donna nelle prime ore della mattinata di sabato. Se davvero avesse compiuto il percorso descritto dalle figlie, il suo passaggio sarebbe stato registrato da qualche parte. Così non è. E non è certo, insomma, che la 55enne sia uscita di casa per un’escursione.

Di sicuro non è uscito dalla palazzina di via Ballardini il suo smartphone, che gli inquirenti hanno trovato nella cantina utilizzata come deposito per l’attrezzatura da montagna, incastrato tra una panca e le scale. Escludono che possa essere finito lì volontariamente, ipotizzano invece che ci sia caduto accidentalmente.

L’ultima volta che il cellulare ha generato traffico risale alla serata di venerdì 7 maggio. Il giorno in cui per l’ultima volta i vicini di casa della Pendolina, a Brescia, l’hanno vista. Raccontano fosse serena, con in programma una gita da fare con le figlie nel giorno della festa della mamma, domenica 9 maggio. Non ci sono prove, però, oltre a quanto riferito dalle figlie, che l’ex vigilessa sia mai arrivata in alta valle.

«Ho fatto tante passeggiate con Laura - ha raccontato un’amica - e non è mai successo che dimenticasse il telefono. Così come aveva sempre il gps acceso». L’orologio gps della 55enne non è però mai stato ritrovato e, nonostante sia dotato di un ricevitore in grado di localizzarlo grazie a una app, non è mai stato possibile capire dove sia finito e non ha registrato attività nella mattinata dell’8 maggio. Proprio l’utilizzo del cellulare è uno dei punti che non tornano nelle indagini. La figlia più grande di Laura Ziliani ha infatti messo a verbale di aver visto la madre utilizzare il telefono sabato mattina prima di uscire per l’escursione. Ma, come detto, il telefono sarebbe rimasto muto dalla sera precedente, incastrato nella cantina della palazzina che la figlia maggiore voleva trasformare in un b&b, ma senza - forse - il pieno sostegno della madre.

Le indagini

Laura Ziliani, la Scientifica dei cc a Temù  - © www.giornaledibrescia.it
Laura Ziliani, la Scientifica dei cc a Temù - © www.giornaledibrescia.it

Qualche risposta potrebbe arrivare dal computer dell’ex vigilessa che gli inquirenti hanno trovato nella cantina dell’abitazione di Brescia. Proprio in quel locale la luce sarebbe rimasta accesa fino a tarda ora una decina di giorni dopo la scomparsa della 55enne. 

C’erano, in quel frangente, le due sorelle e il fidanzato della maggiore, ovvero i tre indagati per omicidio volontario. Quella sera, nel parcheggio privato identificato col numero 6 e di proprietà della famiglia Ziliani, non c’era l’auto dell’ex vigilessa, ma un’altra vettura che i tre avrebbero utilizzato per andar via dopo diverso tempo passato nel cortile della palazzina.

Il sopralluogo dei carabinieri della Scientifica nell’abitazione di Temù del 27 luglio scorso, che ha fatto seguito al lavoro dei consulenti svolto la settimana precedente, non ha dato riscontri. È stata anche abbattuta una porzione di muro del garage e sono stati eseguiti altri rilievi fotografici, ma non sono emersi dettagli utili per risolvere il «giallo di Temù».

Il ritrovamento del cadavere

Il luogo del ritrovamento del corpo a Temù - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il luogo del ritrovamento del corpo a Temù - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Domenica 8 agosto 2021, dietro a un cespuglio lungo l'argine del fiume Oglio a Temù, viene trovato il corpo di una donna. A pancia in giù, è senza vestiti e senza scarpe, indossa solo indumenti intimi. Lo individua un bambino, in gita in montagna con la famiglia proprio nella zona battuta a più riprese durante le ricerche dei mesi precedenti, lungo la pista ciclabile dell’Alta Valle che costeggia l’Oglio, di fronte al bacino della centrale Edison.

Sarà la scienza, attraverso il risultato degli esami del Dna resi noti il 17 agosto, a dare la certezza: è il cadavere di Laura Ziliani. L’esito della comparazione tra il Dna del cadavere e quello della figlia mezzana della donna scomparsa l’otto maggio scorso, è depositato in Procura dai medici di medicina legale degli Spedali civili di Brescia. Già in fase di autopsia il corpo era stato riconosciuto per una ciste sotto il piede destro e un paio di orecchini ai lobi. Nessun segno di violenza: la salma non presenta ferite da taglio né fori di proiettile. Non ci sono nemmeno ecchimosi attorno al collo, quindi mancano segni eloquenti di strangolamento o di strozzamento. I coroner non hanno trovato acqua nei polmoni della 55enne ed hanno pertanto escluso che la donna sia annegata dopo essere caduta nel torrente che scorre a poche centinaia di metri dalla casa delle figlie.

Gli anatomopatologi, con una certa sorpresa, non hanno riscontrato nemmeno traumi interni. L’assenza di fratture ossee anche minime è balzata ai monitor e ha stupito anche gli operatori concordi nell’escludere che l’ex vigilessa abbia subito traumi tanto in vita, quanto post mortem.

Serviranno ancora alcuni giorni prima che i medici della medicina legale degli Spedali civili di Brescia forniscano alla Procura gli esiti degli esami tossicologici effettuati sul cadavere di Laura Ziliani. «Queste analisi potrebbe chiarire molti aspetti» riferiscono fonti giudiziarie. E così è stato.

La svolta è arrivata all'alba di venerdì 24 settembre con l'arresto delle figlie Paola Zani (19 anni) e Silvia (27 anni), oltre al fidanzato di quest'ultima, Mirto Milani, residente in provincia di Lecco.

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