Atenei sostenibili: Brescia brilla nel ranking QS con UniBs e Cattolica

Anche a Brescia l’università parla il linguaggio della sostenibilità. UniBs e Cattolica consolidano infatti la propria presenza nel ranking Qs sustainability, che misura l’impatto degli atenei su ambiente e società. Entrambe già in classifica, le due istituzioni mantengono posizioni stabili in un panorama internazionale sempre più competitivo e nel quale l’attenzione alla responsabilità sociale e ambientale rappresenta ormai un criterio centrale per valutare la qualità degli atenei.
Criteri
Il Qs sustainability ranking si distingue per un approccio integrato alla sostenibilità, intesa non solo come attenzione alla transizione ecologica, ma anche come capacità di incidere positivamente sulle comunità, sulle istituzioni e sul mercato del lavoro.
Le università vengono valutate in base a dodici indicatori, suddivisi in due macroaree: impatto ambientale e impatto sociale. I parametri presi in considerazione includono la governance, la parità di genere, l’educazione accessibile, la salute, la gestione delle risorse, la produzione scientifica in ambito green, l’occupabilità e la collaborazione con il territorio. L’obiettivo è misurare quanto un ateneo contribuisca concretamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Onu per il 2030.
Statale

Un impegno che trova conferma anche nei risultati dell’Università degli studi di Brescia, al 524° posto su 2.002 università nel mondo e 22esima in Italia, a pari merito con Messina.
L’ateneo, rimarca il rettore Francesco Castelli, «applica il principio di sostenibilità, inserito tra i valori del nostro Piano strategico, sia orientando i comportamenti dei soggetti che operano al suo interno sia attraverso la promozione della ricerca nei diversi ambiti (ambientale, economico, sociale) e la divulgazione e la condivisione della conoscenza. Anche l’ultima classifica "The University impact rankings" ha premiato l’impegno della nostra Università per la creazione di nuovi modelli di sviluppo sociale, culturale ed economico sulla base degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030».
Cattolica
Più avanti in classifica troviamo l’Università Cattolica, al 416° posto nella graduatoria mondiale e 17esima tra le italiane. Il dato si riferisce all’ateneo nel suo complesso, ma riflette anche il contributo delle sue sedi territoriali, tra cui quella bresciana, attiva da anni nella promozione di percorsi formativi e iniziative culturali orientate alla sostenibilità e al bene comune.

«Nel ranking Qs la Cattolica conserva la sua posizione in Italia migliorando per diversi indicatori – osserva Roberto Zoboli, referente per la sostenibilità dell’ateneo –. In particolare migliora per l’indicatore generale di "impatto ambientale" e, in quest’ambito, per l’indicatore di ricerca ambientale dove è 349esima nel mondo. Cresce anche per l’indicatore di "educazione ambientale" e vede migliorare ancora la sua posizione per "impatto sociale" in complesso, nel quale ambito ha un’ottima 234esima posizione nel mondo per l’indicatore "eguaglianza". Si evidenzia inoltre un progresso per lo "scambio di conoscenza". E pure per la "governance" della sostenibilità ambientale e sociale si registra un miglioramento rispetto allo scorso anno. Per l’impatto sociale la Cattolica è settima in Italia e 16esima in Europa del Sud. Ha inoltre una posizione molto forte in Italia per l’indicatore "occupabilità e opportunità", tanto da occupare la sesta posizione. Questi miglioramenti – conclude Zoboli – sono frutto di un significativo lavoro che l’ateneo ha svolto sul tema della "sostenibilità integrata", quella che unifica il profilo ambientale e quello sociale, sia internamente all’ateneo sia nella sua presenza nella società».
Nel mondo
A livello globale il ranking è guidato dall’Università di Lund (Svezia), seguita da Toronto (Canada) e Ucl (Regno Unito). L’Italia è rappresentata da 42 università: in testa Padova (121esima), Politecnico di Milano (133esimo), Bologna (150esimo), Milano Statale (174esima) e La Sapienza (188esima).
Gli atenei italiani si dimostrano sempre più attivi e consapevoli, con progressi significativi anche tra le realtà di medie dimensioni, in linea con gli obiettivi ambientali e sociali del Paese. Secondo gli analisti di Qs «lo slancio verso la sostenibilità non è più concentrato in un piccolo gruppo di leader, ma sta prendendo piede in un numero sempre maggiore di università italiane». Una tendenza che trova riscontro anche a Brescia, dove i due atenei rafforzano il proprio ruolo nel disegnare una formazione aperta, responsabile e proiettata al futuro.
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