Ponti giuridici tra due mondi: intesa tra l’UniBs e la Cina

C’è anche la firma dell’Università degli studi di Brescia tra quelle che stanno scrivendo un nuovo capitolo nei rapporti scientifici tra Italia e Cina. In occasione della Settimana Italia-Cina della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione, l’ateneo cittadino ha siglato un accordo con la prestigiosa China University of Political Science and Law (Cupl) di Pechino, rafforzando una collaborazione già avviata da tempo.
Dodici atenei
L’intesa rientra tra i 31 nuovi accordi siglati durante la missione accademica in Cina promossa dalla Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. Dodici gli atenei italiani coinvolti: insieme a Brescia altre istituzioni accademiche di primo piano come La Sapienza di Roma, Politecnico di Milano, Ca’ Foscari di Venezia, Politecnico di Torino, Camerino, Roma Tre, Milano Bicocca, Ferrara, Salento, Firenze e Accademia Albertina di Torino.
Il cuore dell’accordo bresciano è rappresentato da un progetto congiunto sul diritto civile, sviluppato dal Dipartimento di Giurisprudenza e coordinato dal professor Stefano Porcelli, referente scientifico della collaborazione. A illustrare i contenuti dell’intesa è il prorettore con delega all’Internazionalizzazione, Roberto Ranzi: «È una linea di ricerca che portiamo avanti da circa dieci anni, con l’obiettivo di avvicinare i codici del diritto civile cinese a quelli europei, soprattutto quelli fondati su sistemi codificati d’impianto romano».

La Cina, infatti, nel suo processo di riforma giuridica avviato da oltre un decennio, ha scelto di ispirarsi al modello europeo continentale, preferendolo a quello anglosassone del common law. «È un dato interessante – sottolinea Ranzi – che rivela l’attenzione del mondo accademico cinese verso l’Europa e verso l’Italia, in particolare per la nostra tradizione giuridica, che affonda le radici nel diritto romano e nel Codice di Giustiniano».
L’accordo con la Cupl prevede forme di collaborazione accademica volte a rafforzare una relazione già consolidata nel tempo, all’interno di un percorso di dialogo tra tradizioni giuridiche appartenenti a contesti culturali differenti.
La firma si inserisce in un quadro più ampio: durante la missione i ministri Anna Maria Bernini (Università e Ricerca) e Yin Hejun (Scienza e Tecnologia cinese) hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta e un memorandum d’intesa, promuovendo cooperazioni in settori strategici come manifattura avanzata, biodiversità, cambiamento climatico, scienze marine e polari. Il tutto all’interno del Piano d’azione 2024-2027 per il rafforzamento del partenariato strategico globale tra Italia e Cina.
Luoghi di dialogo
In un contesto internazionale in continua evoluzione le università mantengono dunque un ruolo fondamentale come luoghi di dialogo, conoscenza e cooperazione. Collaborazioni come quella tra Brescia e Pechino rappresentano opportunità concrete per rafforzare le relazioni culturali e scientifiche, valorizzando competenze e costruendo ponti tra tradizioni giuridiche diverse, ma non inconciliabili.
Per l’Università di Brescia questo accordo rappresenta un ulteriore passo in avanti nel rafforzare il proprio profilo internazionale, valorizzando la qualità della propria ricerca e costruendo ponti culturali in grado di generare ricadute positive anche per il territorio.
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