Università: balzo Cattolica, UniBs al top in ricerca tra gli atenei pubblici

Nella geografia accademica globale anche quest’anno le università bresciane fanno sentire la propria voce. La nuova edizione della classifica di Times higher education, tra le più autorevoli nel panorama internazionale, fotografa lo stato di salute degli atenei di tutto il mondo. E per Brescia, tra conferme e ambizioni, arriva una doppia buona notizia.
Da via Trieste

L’Università Cattolica, presente in città con la sede di via Trieste e il campus di Mompiano, si posiziona nella fascia 251‑300: il miglioramento in quasi tutti gli indicatori presi in esame vale infatti il balzo dalla fascia 301-350. Un risultato di rilievo, che colloca l’ateneo all’ottavo posto in Italia: «Questo dato conferma la solidità del nostro modello formativo, capace di coniugare identità e apertura internazionale», come rimarcano i vertici.
Dalla Statale

Ottima anche la performance dell’Università degli studi di Brescia, che si mantiene nella fascia 351‑400. L’UniBs si colloca al tredicesimo posto a livello nazionale ed è inoltre il primo ateneo pubblico in Italia nella categoria «Research quality». «La posizione che occupiamo come prima università pubblica in Italia per la qualità della ricerca scientifica è motivo di grande orgoglio – commenta il rettore Francesco Castelli –. Questo straordinario risultato, ottenuto anche grazie alle strette relazioni con le istituzioni sanitarie, sociali e imprenditoriali del nostro territorio, dimostra che siamo un’Università pubblica radicata nel locale, ma proiettata verso il mondo: abbiamo saputo distinguerci per la qualità del contributo scientifico grazie all’eccellenza del lavoro condiviso da una comunità accademica appassionata e competente».
«L’indicatore “Research quality” prende in considerazione aspetti fondamentali come il numero di citazioni, l’influenza e l’eccellenza della ricerca prodotta – sottolinea la prorettrice alla Ricerca Renata Mansini –. A essere premiata non è solo l’eccellenza delle nostre ricercatrici e dei nostri ricercatori, ma anche le scelte strategiche compiute per creare un ecosistema di ricerca capace di crescere e generare impatto a livello globale. Continueremo a investire in progetti internazionali, infrastrutture all’avanguardia e collaborazioni scientifiche di alto profilo».
Ai vertici
A livello mondiale la top ten resta dominata dagli atenei inglesi e a stelle e strisce: Oxford mantiene il primato, davanti a Cambridge, Stanford, Mit e Harvard. Completano le prime dieci posizioni Princeton, Caltech, Imperial College London, University of California Berkeley e Yale. Tra le italiane la prima è Bologna (occupa la posizione 130), seguita da Normale di Pisa (137) e Sapienza di Roma (170). In fascia 201-250 troviamo Politecnico di Milano, Scuola Sant’Anna di Pisa, Padova e Humanitas. La Cattolica, in fascia 251-300 è in compagnia di San Raffaele, Università di Milano, Federico II di Napoli e Tor Vergata. Segue l’UniBs, che condivide la fascia 351-400 con Firenze, Pavia, Pisa, Siena, Trento e Verona.
Gli indicatori
La World University Rankings valuta le università in base a 18 indicatori di performance raggruppati in 5 macroaree: didattica (teaching), ambiente di ricerca (research environment), qualità della ricerca (research quality), trasferimento tecnologico (industry) e internazionalizzazione (international outlook). Nel complesso, rispetto alla scorsa edizione della classifica, cresce il punteggio per le categorie research environment, teaching e international outlook.
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