Test di Medicina, valanga di bocciati: promossi tra il 10% e il 15%

Valanga di bocciati al primo esame del semestre filtro per l’ingresso alla facoltà di Medicina. I numeri non sono ancora ufficiali ma dalle prime stime si conta una percentuale tra il 10 e il 15% dei promossi in tutte e tre le materie, Chimica, Biologia e Fisica, con quest’ultima risultata particolarmente ostica. Il rischio concreto – e sarebbe la prima volta – è che, se all’appello del 10 dicembre le cose non andassero meglio, il numero di studenti ammessi a Medicina alla fine sarebbe inferiore ai posti disponibili.
Gli aspiranti medici e mediche
Tuttavia, analizzando più da vicino i dati, non tutto sembra essere andato per il peggio: incrociando infatti i numeri provenienti da diversi atenei, risulta che il 22-23% dei candidati alle prove del 20 novembre ha ottenuto almeno 18 in due esami su tre. In altre parole, circa uno studente su cinque è riuscito a superare due prove. Nella maggior parte dei casi si tratta di Biologia e Chimica, mentre l’esame più critico è stato appunto Fisica, sul quale molti concentreranno la preparazione in vista del secondo appello.
Considerando i circa 50 mila partecipanti, parliamo di circa 11 mila studenti e studentesse che hanno superato almeno due esami. Il prossimo appello è atteso per il 10 dicembre e le iscrizioni sono aperte fino al 6 dicembre. I risultati del secondo appello saranno pubblicati entro il 23 dicembre.
Com’era l’esame
Gli aspiranti camici bianchi – circa 53mila – hanno affrontato tre esami – Chimica e propedeutica e biochimica, Fisica e Biologia – per poter aspirare a continuare i propri studi in Medicina immatricolandosi ufficialmente. Ogni esame, della durata di 45 minuti, era costituito da 31 domande a scelta multipla o a completamento. Per superare ciascuna prova è necessario ottenere almeno 18 punti su 30.
Dal 2023-2024 il numero di posti per le immatricolazioni è passato dai complessivi 17.228 agli attuali 19.757 (24.000 se si considerano anche le disponibilità degli Atenei non statali). L’esito delle prove ha scatenato comunque le opposizioni. «È stato un disastro annunciato. Doveva essere l’abolizione del numero chiuso per agevolare la formazione di giovani medici, si annuncia invece una vera debacle. Se i dati fossero confermati, anche nell’appello di dicembre, avremmo il paradosso di non coprire i posti messi a bando. Tradotto: la soluzione adottata dal Governo sembrerebbe andare in una direzione diametralmente opposta a quella auspicata», fa notare Alessio D’Amato responsabile Welfare di Azione. Sulla stessa linea Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva («Vince l’improvvisazione», ha detto) e Alfredo D’Attore del Pd: «Due mesi e mezzo di lezioni prevalentemente online possono forse andare bene per preparare gli esami spesso farlocchi delle università telematiche private, non certo come primo semestre di Medicina e come preparazione a una prova selettiva così importante».
Parole dure anche dalla Flc Cgil che annuncia che sarà in piazza con gli studenti l’11 dicembre. L’Unione degli universitari ha presentato una diffida collettiva per conservare i risultati positivi eventualmente ottenuti al primo appello: ora di hanno 48 ore di tempo per accettare il risultato ottenuto o rifiutarlo.
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