Volley e inclusività, a Brescia la Scuola che porta tutti sotto rete

Rosa Broglio è un vulcano di simpatia in costante eruzione. Ha 22 anni, e quando parla utilizza ogni parte del corpo per coinvolgerti nel suo entusiasmo. Agita le mani, sorride, comincia un discorso e ne riprende un altro, troppo presa dalle cose che fa e da quelle che ha in mente di fare. Il suo candore è disarmante e dopo pochi minuti ti senti parte di un mondo vissuto con innocenza e nel quale bisogna entrare con la dovuta delicatezza.
L’idea

Ecco perché la giovane bresciana vive in ambienti protetti come quello della Cooperativa La Mongolfiera dove lavora e a 12 anni si è subito sentita accettata dall’Asd Scuola di Pallavolo che ha sempre accolto tutti senza fare discriminazioni. Poi, però ha dovuto lasciarla. «La sua disabilità intellettiva – spiega il direttore sportivo del club Claudio Bianchin – non le ha mai consentito di andare avanti di categoria e allora ci siamo detti: perché non fare una squadra solo per lei?».
Di nuovo a casa
E così Rosa che abita a poche centinaia di metri dalla palestra del liceo Leonardo – sede del sodalizio – ha potuto finalmente tornare a giocare a casa sua dopo essere andata nel 2020 a Montichiari, l’unico team fino ad allora in provincia a disporre di una squadra di volley unificato integrato secondo le regole degli Special Olympics. Quali sono? Semplicissime. Nessuno è diverso dagli altri, si gioca tutti assieme al di là delle varie disabilità, nel segno più esteso dell’inclusività col sostegno di agonisti chiamati partner perché, anche se alcuni di loro hanno giocato ad alto livello, in questo contesto sono e si sentono semplici comprimari.
Capitana e leader

Non possono toccare palla più di una volta durante l’azione e c’è una norma non scritta, rispettata da tutti, secondo la quale chi batte o schiaccia non lo va mai a fare contro un avversario meno dotato. Rosa è presto diventata la leader della squadra formata apposta per lei a Brescia, ne è l’indiscussa capitana, in campo dà tutta se stessa e quando va in panchina è la prima tifosa delle compagne. Ma qui è diverso anche il concetto di avversarie, perché i progressi anche piccoli di ognuno rappresentano una festa per tutti. E quando Broglio affronta nei tornei le sue ex compagne di squadre della Tonoli Montichiari, proprio loro sono le prime a congratularsi con lei quando fa punto.
Il progetto
Claudio Bianchin, docente universitario della Cattolica e socio fondatore della cooperativa La Mongolfiera, ha messo tutto se stesso in questo progetto coinvolgendo anche il figlio Daniele, che lavora nel mondo della pallavolo come professionista. «Abbiamo cominciato nel settembre 2023 – spiega Claudio – e i progressi sono stati immediati. I ragazzi sono molto migliorati e si sono aperti a noi con fiducia. Alcuni di loro provenivano da esperienze dolorose e qui hanno recuperato la loro autostima». Il programma di sport unificato, con cui atleti con e senza disabilità intellettive hanno l’opportunità di giocare nella stessa squadra aiuta a superare stereotipi e pregiudizi. E cosi lo sport unisce dove spesso la società crea distacchi. «Non può essere un quoziente intellettivo a indicare il valore di una persona – sottolinea Bianchin – semmai ce ne vorrebbe uno di affettività».
Il gruppo
Al divertimento si associa l’impegno in allenamento (almeno uno a settimana) e al termine di ogni partita si svolgono prove di tecnica per migliorare i fondamentali. Il gruppo va crescendo sempre più, e in campo vanno tutti senza distinzione di doti tecniche. In questa famiglia allargata c’è chi a pallavolo non aveva giocato mai e l’ha scoperta e chi invece partendo dagli Special Olympics è arrivato all’agonismo come Tommaso Massolini, (classe 2008), entrato nelle giovanili del Villanuova.
E c’è pure chi svolge un doppio ruolo come Francesca Guerini, libero della squadra di Prima Divisione e partner della formazione di Rosa con cui tra l’altro giocava da ragazzina nelle giovanili. All’ultimo torneo disputatosi a Folzano nella palestra Vittorio Mero è toccato proprio alla capitana di casa Broglio formulare il giuramento dell’atleta Special Olympics: «Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze». Intanto la sua partita Rosa l’ha vinta da tempo perché è entrata nel cuore di tutti.
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