La lunga avventura di Patrizia Zampedri, giramondo della pallavolo

Fino ai 16 anni giocava come banda, poi l’hanno spostata dietro, perché era la più piccola ed è così che è diventata grande. Patrizia Zampedri, 32 anni, uno dei più forti liberi italiani che ha debuttato in A2 a soli 19 anni col Mazzano, ha vissuto un’esperienza di A1 a Montichiari ed è anche giunta a un passo dal cogliere uno scudetto in Slovenia. Ovunque sia andata, l’atleta di Poncarale ha portato freschezza, entusiasmo, voglia di vincere, guadagnandosi spesso i gradi di capitana per volere delle compagne di squadra. È una che non molla mai. Lo si capisce da certi salvataggi spettacolari che tolgono il fiato. E l’evoluzione dei tempi non l’ha spiazzata.
Il lavoro del libero
«Oggi il mio ruolo – spiega – somiglia molto a quello di una seconda regista, perché più aumenta il livello del gioco e maggiori sono le competenze richieste. Non basta impedire alla palla di cadere a terra, col tuo intervento difensivo devi, in un certo senso, già indirizzare le scelte della palleggiatrice». Sono le schiacciate o i muri a strappare applausi al pubblico. Il lavoro del libero è più profondo e prezioso. Per Zampedri, all’«invisibilità» del ruolo, si è aggiunta per certi versi anche l’invisibilità delle radici.

Tendiamo infatti a dimenticare i nostri atleti quando non giocano più nelle squadre di casa. Ma andarsene, spesso, diventa una necessità, se si vuole crescere. «A un certo punto, alle spalle della Millenium, dove pure ho giocato un anno, Brescia non aveva più squadre iscritte ai tornei nazionali». E allora Zampedri ha guardato alla vicina provincia di Cremona, anche per non allontanarsi troppo dal proprio lavoro di puericultrice, che la entusiasma moltissimo. «Un bambino è un libro aperto, e il modo migliore per comunicare con lui è il sorriso». Lo stesso che brilla sul volto di Patrizia, giovane, solare e positiva, che guarda sempre con ottimismo alle nuove sfide.
Scelte vincenti
Nella squadra dell’Esperia Cremona è diventata un vero e proprio mito. Lo si è capito quando l’ha lasciata, nel 2023. Così la congedò il presidente Silvio Sassano: «Ci saluta dopo quattro anni entusiasmanti, durante i quali si è distinta per le doti tecniche mostrate su tutti i campi e che hanno portato, dopo tre anni di rincorsa, a quella A2 poi difesa sul campo. Le auguriamo il meglio nella carriera e nella vita, perché qui si è subito fatta apprezzare per la carica, la grinta e perché sa farsi voler bene». Non erano state parole banali. Descrivevano il carattere e definivano la giocatrice. «Come capitana – racconta – ho sentito che le responsabilità aumentavano. In un gruppo devi tenere conto delle diverse personalità che lo animano, accettando che quello che fai tu non sempre è giusto per gli altri. E il continuo confronto arricchisce, sia dal punto di vista individuale sia di gruppo».

In A2 Zampedri ha giocato una decina di anni fa anche a Cisterna, in provincia di Latina, ma l’esperienza lontano da casa che l’ha più intrigata è stata quella in Slovenia nel 2018-2019, quando fu chiamata dal Nova Gorica («hanno finalmente risolto il problema del libero», scrisse un giornale locale), trovandosi come compagne di squadra Klara Peric e Tina Lipicer (ex giocatrici del Casalmaggiore) e Lana Scuka (proveniente dal Filottrano). «Ce la giocammo alla morte, sconfitte solo in gara cinque della finale». Fu molto coinvolgente anche l’esperienza in Challenge Cup, con trasferte in ogni angolo d’Europa.
«Andammo ovunque, a Bratislava, in Finlandia, a Budapest, dove perdemmo all’andata rifacendoci nel ritorno, a Sciaffusa. Purtroppo perdemmo la semifinale con le turche dell’Aydin Mimar Sina, che ci precluse la possibilità di giocarci il trofeo contro il Monza di Ortolani, Adams, Hancock, Orthmann, Melandri, Begic. Tutte big del nostro campionato di A1. Alla fine la Challenge la vinsero le brianzole».
Futuro
Oggi Zampedri è impegnata in una nuova sfida a Ostiano, nel Cremonese, dove insegue l’ennesima promozione, e sta giocando le finali per andare in A2 dopo aver perso il primo round con Villa Cortese. Il futuro? «Ancora da definire», afferma. E chissà che questa simpatica giramondo della pallavolo femminile bresciana non torni finalmente a casa.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.