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Volley, il viaggio della capitana Chiara Frugoni

Vincenzo Cito
La centrale, dopo l’addio all’agonismo, proseguirà la carriera come team manager del Bresciavolley
La foto dell'addio al volley - Foto New Reporter Romano © www.giornaledibrescia.it
La foto dell'addio al volley - Foto New Reporter Romano © www.giornaledibrescia.it
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La partita era ormai finita, la palla non voleva saperne di cadere a terra, interminabili gli scambi, le schiacciate sull’uno e sull’altro fronte, i recuperi in difesa. La sfida dei play off di B2 contro Cerea rappresentava anche l’addio all’agonismo di Chiara Frugoni, 36 anni, e quell’interminabile sequenza è sembrata a tutti l’ultimo tributo reso dalla pallavolo alla capitana del Bresciavolley, in quel momento seduta a bordo campo per fare spazio al libero.

Una promozione del Bresciavolley - © www.giornaledibrescia.it
Una promozione del Bresciavolley - © www.giornaledibrescia.it

La carriera

La centrale originaria di Castel Mella ha sempre sfruttato quella pausa per correre in panchina a dare consigli alle compagne. Stavolta è rimasta a guardare per prolungare all’infinito quell’attimo e forse ha rivisto anche la sua ultraventennale carriera scandita da tante promozioni («La più importante? Tutte. Non c’è categoria che vale più delle altre se si fatica un anno intero per arrivare al traguardo»).

E quando il punto è stato assegnato, subito dopo è arrivato anche quello che ha deciso la sfida a favore delle veronesi. Ma tutto è passato in secondo piano, perché tutte le attenzioni erano per Chiara. A match appena finito il primo abbraccio l’ha ricevuto dall’allenatrice Irene Bonfadini, con cui ha condiviso un lungo percorso di vita, mentre sulle gradinate si è scatenato l’inferno perché a salutare Chiara erano venute tantissime ex compagne di squadra.

Il nomignolo

Tra i volti di un passato che Frugoni non ha mai dimenticato anche quelli del primo allenatore Cristian Peverada e di Tiziana Duina, presidentessa dell’Azzurra, dove mosse i primi passi. E Chiara Frugoni – 182 centimetri d’altezza – si è sciolta in un mare di lacrime. La conosciutissima protagonista della pallavolo bresciana, ben nota anche fuori provincia, è uscita di scena alla grande. E con lei, il curioso nomignolo affibbiatole per gioco. «Arriva dalla pubblicità dell’acqua minerale, lo slogan "Altissima, purissima, Levissima" – sorride –. Un anno in squadra eravamo in tre a chiamarci Chiara. Così, per distinguermi dalle altre, mi hanno chiamato Chiarissima perché ero altissima, e il soprannome poi si è accorciato in Issy».

Chiara Frugoni in azione - © www.giornaledibrescia.it
Chiara Frugoni in azione - © www.giornaledibrescia.it

Il simbolo

Frugoni, per le compagne, ha sempre rappresentato il faro da cui trarre luce nei momenti di buio. Sottolinea il presidente Giambattista Cabra: «La sua esperienza è stata fondamentale nello spogliatoio quando a inizio stagione abbiamo perso per infortunio due giocatrici e le altre ne avevano risentito psicologicamente. Ha fatto sentire tutte importanti e così le sostitute non hanno fatto rimpiangere le assenti.

Al tempo stesso, quando nel girone di ritorno abbiamo inanellato una serie impressionante di vittorie che ci ha portato, contro ogni aspettativa, a lottare per la promozione, Chiara è stata molto vicina alle più giovani, che cominciavano ad avvertire la tensione». E se definisci «Issy» una leader, lei rifiuta con garbo l’etichetta. «Mi sento soprattutto una capitana». In quella parola c’è tutto: la totale disponibilità a favore delle altre, la squadra sopra ogni altra cosa, la capacità di ascoltare e di intuire dove intervenire.

Il nuovo ruolo

Non a caso, la carriera di Frugoni proseguirà come team manager del club. «Un ruolo che spero di interpretare con la stessa passione – spiega – e mi consentirà di restare nel mondo che amo con un altro importante compito. Gli impegni professionali e familiari non mi consentivano più di allenarmi quasi ogni giorno». In palestra, comunque, verrà ancora a dare una mano una volta alla settimana, per allenare le centrali. Se si guarda alle spalle, «Issy» non ha rimpianti. «All’inizio c’è chi mi propose il basket, sono sempre rimasta fedele al volley. Sono passati anche importanti treni, ho preferito l’ambito della B, che mi ha consentito di coltivare i miei interessi di vita e professionali. E mi porto dietro anche il piccolo vanto di non essere mai retrocessa». Come si vede senza partite da giocare? «Bisogna chiederlo al mio ragazzo – scherza –, si stuferà di vedermi più spesso in casa». All’orizzonte, in realtà, c’è il matrimonio. E c’è da giurare che tra gli invitati non mancherà chi ha accompagnato Chiara nel felicissimo cammino nel mondo della pallavolo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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