Viaggio tra i secoli e i cimeli nelle stanze di villa Massardi

A Virle di Rezzato, la variegata collezione di memorabilia del «Museo di Storia Patria»
Villa Massardi - © www.giornaledibrescia.it
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Quella villa che sorge al crociale di Virle ha a che fare con la storia fin dalle fondamenta. E non solo perché sorge sulla terra che fu calcata dai garibaldini nella sanguinosa battaglia di Treponti del 1859, ma perché la pietra che ne decora la facciata è parte di quella estratta per realizzare l’Altare della Patria (la linea ferroviaria che prelevava i grandi massi per l’opera sfilava lì accanto). Non meraviglia così che quella che fu la sontuosa dimora dell’imprenditore del marmo Luigi Massardi, amico personale di Giuseppe Zanardelli, sia alle tante divenuta il contenitore di quello che il suo ideatore, Michele Torreggiani, ha voluto significativamente chiamare «Museo di Storia Patria». E il potenziale, in fatto di memorialistica, di oggetti e reperti degli ultimi due secoli (ma non solo), si rivela notevole a chi ne attraversa le sale espositive, arroccate al piano nobile della villa dalle balconate panoramiche, sorta sul sito di un risalente casello daziario.

La raccolta

«Siamo arrivati qui nel 2017 e la villa era totalmente vuota» racconta Torreggiani, di suo imprenditore enologico, tanto che nella porzione «di servizio» del complesso ha collocato l’attività di famiglia. «Quando per valorizzare questo luogo di storia abbiamo lanciato l’iniziativa "donare, non buttare", in poco siamo stati letteralmente sommersi da tutti quegli oggetti che, appartenuti ad avi, albergavano in mansarde e cantine e rischiavano di andare perduti: ce ne sono pervenuti circa 50mila».

Un curioso libretto per i soldati francesi in Italia - © www.giornaledibrescia.it
Un curioso libretto per i soldati francesi in Italia - © www.giornaledibrescia.it

C’è di tutto, esposto nelle teche al piano superiore dell’austero edificio, cui si accede risalendo una scala a chiocciola incastonata in una torretta dal gustò retrò. Piatti e divise del Risorgimento, baionette e pipe di terracotta, fiaschette e tamburi degli eserciti che si affrontarono nelle principali battaglie delle Guerre d’Indipendenza, avanti fino alla Prima e alla Seconda guerra mondiale. Agli anni ’30 risale una suggestiva raccolta di fotografie realizzate dall’allora ingegnere dell’Ufficio provinciale Gaetano Mistretta relative alle strade realizzate nel Bresciano (dalla Provinciale delle Pertiche all’Orceana), divise e bandiere di ogni foggia come persino respiratori in uso ai piloti della Regia Aeronautica.

Una delle sale principali dove si espongono le divise risorgimentali, bandiere sabaude e cimeli - © www.giornaledibrescia.it
Una delle sale principali dove si espongono le divise risorgimentali, bandiere sabaude e cimeli - © www.giornaledibrescia.it

Medicina di guerra

Ma fiore all’occhiello della raccolta è il «museo della medicina di guerra». Nato da un fondo del Museo storico della Cri di Castiglione e lievitato grazie all’approdo di collezioni private. Su tutte quella di Giovan Maria Polver, pellettiere desenzanese che fu chiamato al termine della battaglia di San Martino del 24 giugno 1859 a suturare feriti per l’esperienza nel trattare... pellame. Mosso da quella vicenda, collezionò nel tempo strumenti chirurgici d’ogni epoca, «persino risalenti ad epoca romana» sottolinea Torregiani. Agli strumenti usati dai medici sul campo di Solferino, si alternano oggetti che da soli concorrono a raccontare storie: un piccolo manuale di geografia dell’epoca che custodito da un soldato nell’uniforme, lo salvò fermando il proiettile che ancora vi resta incastrato.

Le foto storiche dell'Ufficio tecnico provinciale - © www.giornaledibrescia.it
Le foto storiche dell'Ufficio tecnico provinciale - © www.giornaledibrescia.it

Alle fialette miracolosamente sopravvissute agli ospedali da campo del 1915-’18 si affiancano diari di ufficiali medici e persino un curioso «Manuel de Conversation» concepito per i soldati francesi impegnati sul fronte italiano, venduto a 1,25 lire e stampato dalle «Librerie Giovannacci» di Brescia. Ci sono gli strumenti del ten. medico degli Alpini del Vestone Marco Milani, che fu a Nikolajewka e poi internato in Polonia: una teca custodisce gli strumenti di fortuna per lui realizzati dai compagni di prigionia. E ancora la strumentazione e gli arredi da ospedale da campo della Grande guerra, cimeli di ogni tipo. La stessa area su cui sorge Villa Massardi (oggi Villa Torregiani) ha un suo spazio nella sezione della medicina di guerra: uno scatto delle ore seguenti alla battaglia di San Martino ed effettuato da un fotografo al seguito dell’esercito francese di Napoleone III, la immortala mentre sfilano i carri dei feriti diretti a Brescia.

Ex ministero

Ma le epoche si affastellano nell’antica dimora, quasi come strati di una roccia. Ecco allora che riaffiorano le tracce dei suoi trascorsi da sede della Direzione generale Affari generali e del personale del Ministero dell’Interno sotto la Repubblica Sociale. In una sala è riprodotto il presidio interno delle Ss tedesche (alla cui sorveglianza erano assoggettate le sedi dei dicasteri in quegli anni sciagurati) con attenzione ai dettagli desunti da una foto d’epoca. E se alla fede in trincea è dedicato spazio con gli altari da campo dei cappellani del 1915-18 (su tutti il futuro Papa Roncalli), ben sinistri appaiono, negli interrati gli spazi riservati ai rifugi antiaerei allestiti nel Secondo conflitto. Nelle visite guidate, a rendere più immersiva l’esperienza, vengono diffuse le riproduzioni sonore di reali bombardamenti, mentre un’altra ala riproduce tra pagliericci e letti a castello una cella di quelle che devono aver conosciuto tanti partigiani. Quanto di più utile a far comprendere la drammaticità delle guerre, in ogni tempo: ieri come oggi.

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