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Il sottufficiale Vincenzo Palumbo e l’«ossessione» per la pallavolo

Vincenzo Cito
L’allenatore militare in missione nelle categorie minori femminili: risolve, compatta, trionfa
Vincenzo Palumbo - © www.giornaledibrescia.it
Vincenzo Palumbo - © www.giornaledibrescia.it
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Quando, alle 17 del 21 ottobre scorso, il sottufficiale Vincenzo Palumbo è tornato a Ghedi dopo una lunga missione all’estero, a casa è rimasto poco tempo. «Giusto il tempo di sistemare i bagagli e sono andato ad allenare le ragazze di Villanuova. Fino ad allora ero riuscito a farlo solo a distanza».

L’ossessione per la pallavolo

La moglie Carmen, ormai, si è rassegnata. «Senza di lei nulla sarebbe possibile. È insegnante e ha capito che il solo modo per vedermi più spesso è raggiungermi in palestra, magari portandosi dietro i compiti da correggere. Col tempo è diventata una mental coach, nel senso che deve sopportarsi le mie lagne se le cose sono andate male. La sconfitta mi distrugge, fatico a digerirla». Non usa mezzi termini, lo dice chiaro e tondo: «Per me la pallavolo non è solo passione, è proprio un’ossessione».

Re Mida

Dopo averla praticata come alzatore, ora la vive da tecnico e si è trasformato in una sorta di re Mida: dove va risolve problemi e conquista promozioni. Poi se ne va, la professione lo chiama altrove, e non lascia macerie. Semmai rimpianti. Ovunque ha portato la cultura del lavoro in un mondo – come quello delle categorie minori – animato molto spesso da uno spirito puramente amatoriale. «Invece ogni campionato ha un valore altissimo al di là della categoria – spiega –, e non lo si può giocare solo per divertirsi, se non altro per rispetto verso i dirigenti e gli sponsor della società». All’inizio si arrabbiava molto quando notava scarso impegno. «Affrontavo la situazione come in caserma e tendevo a essere autoritario, invece serve a poco, specie con le ragazze. Il rapporto va costruito nel rispetto dei ruoli e meritandosi la stima».

Un mondo complesso

Palumbo bazzica da tempo la Prima divisione femminile, un mondo complesso, il cui livello tecnico negli anni si è alzato moltissimo e in cui vecchie bandiere della pallavolo bresciana giocano con ragazzine alle prime armi. Può capitare di andare in un palazzetto moderno, ma anche in una palestra scolastica, dove il pubblico segue la partita in piedi. Le squadre sono tante, le promozioni appena due e vengono assegnate dopo una post-season cui vengono ammesse le due migliori formazioni dei tre gironi. Ogni piccolo errore si paga a caro prezzo e rischia di rovinare la stagione. In questo scenario dantesco Palumbo si muove da protagonista, e dopo la promozione ottenuta a Rezzato ha portato in D anche Villlanuova.

La squadra di Rezzato con cui Palumbo ha ottenuto la promozione - © www.giornaledibrescia.it
La squadra di Rezzato con cui Palumbo ha ottenuto la promozione - © www.giornaledibrescia.it

Un’enciclopedia vivente

Il suo viaggio, però, è partito da molto lontano, perché ha vinto in tutte le categorie. In Terza con l’Atlantide, dalla Seconda – col Buffalora e col Ghedi – ha fatto il doppio salto fino alla Prima divisione. La sua conoscenza della pallavolo cosiddetta minore è spaventosa, addirittura enciclopedica. Di ogni giocatrice sa caratteristiche e peculiarità e potrebbe parlare per ore degli schemi di tutte le avversarie affrontate o da affrontare. L’ha detto lui: la pallavolo è un’ossessione.

Valori

Palumbo non si fa rimpiangere solo per le doti di allenatore, ma anche per la straordinaria capacità di fare gruppo. «Un tecnico deve soprattutto sapere ascoltare le giocatrici, sono loro che vanno in campo. L’obiettivo non può essere limitato al miglioramento della singola atleta, una squadra cresce assieme». Quanti valori sappia trasmettere è testimoniato da un episodio. Nella sfida decisiva per la promozione giocata dalla Pallavolo Villanuova a Capriolo a fare il tifo per lui c’erano anche le ragazze del Rezzato, da lui guidate l’anno prima. «Non lo nascondo, mi sono commosso. D’altronde lì mi sono trovato bene fin dal primo allenamento, quando ho visto che a seguirci era venuta la dirigenza al gran completo. E allora ho capito di essere nel posto giusto. Il resto è arrivato di conseguenza».

La squadra di Ghedi con cui Palumbo ha ottenuto la promozione - © www.giornaledibrescia.it
La squadra di Ghedi con cui Palumbo ha ottenuto la promozione - © www.giornaledibrescia.it

Lo spirito di Palumbo

Col tempo, è diventato giustamente esigente. «Metto subito le cose in chiaro, non faccio preferenze per nessuna. Con me non si gioca perché si è figlia di qualcuno, ma solo per meriti». Quando nota turbolenze nello spogliatoio adotta la tecnica del confessionale. «Chiamo la giocatrice e, assieme a un dirigente della società, chiariamo quello che non va. Parlarsi risolve i problemi, trascurarli li aggrava». Molti lo hanno chiamato da categorie superiori, ma la sua professione – per ora – gli impedisce di vivere la pallavolo a tempo pieno. Lasciata dopo momenti di intensa commozione Villanuova, ora è chiamato a un’altra sfida sulla panchina della Capriolese, che da tempo manca per un soffio la promozione in D. Tutto fa pensare, scaramanzia a parte , che il prossimo potrebbe essere l’anno buono...

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