Una 4x100 su un rettilineo, la sfida dei giovani atleti bresciani

Ci si può allenare per una staffetta 4X100 utilizzando solo un quarto di pista, e fra l’altro su un tratto in rettilineo? Il paradosso si è trasformato in un miracolo sportivo grazie agli studenti del liceo scientifico Gigli di Rovato, che non solo ci sono riusciti, ma hanno anche vinto sia la fase provinciale sia quella regionale delle Competizioni sportive scolastiche, qualificandosi per le finali nazionali, che purtroppo non si svolgeranno.
L’impresa incompiuta
Il Ministero della Pubblica istruzione non ha abbastanza fondi per organizzare quelle dell’atletica leggera e così l’impresa dei quattro ragazzi – nati fra il 2008 e il 2009 – resterà incompiuta. Ciò che si sono inventati grazie alla passione dei loro insegnanti, però, non si cancella. Ed è anzi prova dell’abbondanza di risorse che c’è nel tanto bistrattato mondo della scuola, in cui si riescono a trasformare i limiti in opportunità. Oltre che la palestra per le classiche lezioni di educazione fisica, i quattro allievi, per allenarsi, avevano solo un rettilineo di 130 metri lungo un campo di calcio attiguo al Gigli, messo a disposizione del Comune per le attività scolastiche, e sono riusciti a trasformarlo in un anello di 400. «Il vero problema è nato dai cambi – sottolinea la loro insegnante Emma Rebeccani –. Una volta perfezionata l’intesa tra i velocisti nel tratto piano ci siamo in un certo senso immaginati come potevano essere svolti quelli in curva».

I due titoli
La risposta in campo è stata entusiasmante, perché a Brescia è arrivato il titolo scolastico provinciale col tempo di 45’’78. Poi, a Pavia, ecco il successo nel Regionale, in 45’’64. Per prepararsi al meglio gli allievi hanno utilizzato la finestra del venerdì, dalle 14 alle 16, fuori dagli orari scolastici, per integrare gli allenamenti assieme ai compagni di classe, perché quello della staffetta non è stato un exploit isolato. L’istituto ha infatti ottenuto il primo posto nella classifica maschile provinciale e il secondo in quella regionale. La grande attenzione per lo sport – incoraggiata dal dirigente scolastico Anna Di Domenico – è sottolineata anche da un appuntamento che si tiene ogni anno alla fine di maggio sulla pista di Chiari, dove viene organizzato un vero e proprio meeting aperto a tutti, in cui ci si può mettere alla prova in ogni specialità.
Il supporto degli studenti
A supportare gli insegnanti sono gli stessi studenti, alcuni dei quali impegnati a fare anche da giudici, in modo che tutti i ruoli vengano coperti. Un piccolo campus, reso tale anche dalla sensibilità degli altri professori, che credono nel valore educativo dello sport, il che non è scontato. Ci sono ancora scuole in cui l’attività agonistica viene vista di cattivo occhio perché toglierebbe spazio agli studi. «Invece non è così – assicura Emma Rebeccani –. Chi fa sport è abituato a gestire il tempo, non a sprecarlo, e poi basta organizzarsi e si può fare bene tutto. Allenarsi, tra l’altro, richiede metodo, costanza, spirito di sacrificio, tutte doti che poi torneranno utili nella vita». Detto per inciso, i quattro staffettisti, poi, sono stati tutti promossi

I protagonisti
Il doppio oro nella staffetta è stato favorito anche dal fatto che praticano sport anche fuori dalla scuola. Andrea Camossi è tesserato per l’Atletica Lonato e ha vinto il titolo provinciale scolastico allievi nei 100 ostacoli. Marco Lombardo gioca a calcio nelle giovanili del Palazzolo. Ejmen Zuberi è un velocista di belle speranze dell’Atletica Chiari, che nella prova individuale studentesca svoltasi a San Polo ha chiuso i 100 in 11’’24. Davide Scalvini, anche se non è più agonista, va regolarmente in palestra. Tante abilità vanno messe assieme nel modo giusto, tra l’altro in situazioni estreme come quelle di disporre di un semplice rettilineo e non di una vera pista. La capacità di Rebeccani è stata quella di miscelare esperienze e abilità diverse trasformando quattro solisti in una squadra.
L’entusiasmo
«L’entusiasmo dei ragazzi è stato fondamentale – sottolinea –, perché non si sono spaventati davanti alle difficoltà. Le due fasi non prevedevano batterie di qualificazione, ma solo serie nelle quali bisognava sempre dare tutto alla ricerca del tempo migliore, sperando che gli altri non facessero meglio». Unica nota amara di questa storia è il collocamento in pensione di Rebeccani dopo 39 anni di apprezzatissima attività come insegnante di educazione fisica. «Ma alla fine resterò nell’ambiente – promette –, perché mi è stato chiesto di dare una mano al Gigli come collaboratrice esterna». E allora, provaci ancora prof.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.