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Il nonno di Mr. Rain canta «Generale» in Rsa e commuove tutti

Franco Antonioli, fondatore insieme al fratello Guido dello storico pianobar Luci d’Alba di Padenghe, si è esibito con la figlia in un concerto in giardino. Il video ha emozionato i social
Il nonno di Mr. Rain canta «Generale» in Rsa
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Il pianobar Luci d’Alba di Padenghe che lascia per qualche ora velluti e luci soffuse per affacciarsi sul prato di una residenza per anziani. L’occasione? Una festa, per il nonno di Mr. Rain e per tutti i suoi amici, storici e appena conosciuti, in un sabato mattina d’estate in cui le emozioni hanno suonato a ritmo di percussioni leggere, e anche chi ha 99 anni si è messo a ballare.

La trasferta più tenera

È successo sabato 28 giugno nel giardino della casa di riposo di Padenghe, dove la storica band del Luci d’Alba ha portato il suo repertorio e il suo spirito. Al centro, l’idea semplice e potente di una figlia che voleva restituire qualcosa a suo padre.

Lei è Francesca Antonioli, voce del locale e madre del cantautore bresciano che chiama «nonno» uno dei fondatori del Luci d’Alba. Da un mese, Franco Antonioli – che quel pianobar lo ha creato insieme al fratello Guido – vive nella struttura. «Lo hanno accolto con la tastiera – racconta Francesca – e gli hanno ridato il fiato. Ora questa è casa sua». Così è nata la trasferta più tenera della lunga storia del pianobar: una mattinata di musica, sorrisi e mani intrecciate, aperta non solo agli ospiti ma anche a famiglie, amici, vecchi clienti e curiosi.

Franco e Francesca del Luci d'Alba
Franco e Francesca del Luci d'Alba

L’orchestra

Francesca ha messo insieme tutti. Ha suonato anche lei, mentre attorno si componeva una piccola orchestra del cuore. «Ci siamo portati dietro maracas, tamburelli… Volevamo che tutti potessero partecipare. E lo hanno fatto davvero. Una signora di 99 anni ha ballato con gli educatori, un momento tenerissimo».
La line-up non era da poco. Anna, la figlioccia, al pianoforte. Henry con l’armonica. Carlos ha suonato l’arpa per un tributo al maestro Franco. Giuliano alla chitarra, Manuel alla batteria, Silvia alle percussioni. E poi Roberta, «la nostra guru della gioia. C’era anche il medico di mio papà – continua Francesca – la dottoressa Zagni, che lavora a Desenzano. È riuscita a liberarsi per due ore e si è messa anche lei a suonare. È stato incredibile».

Un momento del concerto alla Rsa di Padenghe
Un momento del concerto alla Rsa di Padenghe

Relazioni

L’Rsa non solo ha aperto le porte, ma ha lasciato carta bianca. «Qui si crede davvero nella relazione, non solo nell’assistenza – dice Francesca – ed è per questo che sicuramente torneremo. A settembre, se tutto va bene».

Il repertorio era quello delle serate migliori. Swing, ballate, musica d’autore, qualche pezzo storico. «Abbiamo provato qualcosa nei giorni prima – racconta – papà ha recuperato un po’ di voce. Da mesi faticava anche solo a parlare. Ma quando ha intonato “Generale” e ha sentito l’applauso, si è commosso». E non solo lui.

Attorno, condivisione. Non solo i parenti e gli operatori: tra il pubblico c’erano anche vecchi clienti del locale, amici di lunga data, semplici passanti. «È stato un gesto collettivo – dice Francesca – un modo per dire grazie, a papà e a tutti i nonni che erano lì. E anche a quelli che non c’erano più».

L’atmosfera era quella delle serate padenghine, ma con la piena luce del giorno. Il Luci d’Alba del resto non è solo un pianobar: è un luogo della memoria, un ponte di emozioni che continua a parlare. E in quel giardino ha tirato fuori esattamente questo: un momento da casa, dove l’età si annulla e resta solo la presenza gentile e collettiva.

Ora, a una settimana di distanza, quella mattinata resta in tutti. In un abbraccio tra generazioni, in una musica che non conosce tempo e in mani che, anche se ormai tremanti, continuano a battere il tempo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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