Garda

Lettini distanti e fasce orarie: le spiagge al tempo del Covid

Sulle linee guida dell’Inail i gestori degli stabilimenti bresciani intravedono opportunità e perplessità
Alla Baia del Vento di San Felice gli ombrelloni dovranno essere un po’ più distanti per il Covid - Foto © www.giornaledibrescia.it
Alla Baia del Vento di San Felice gli ombrelloni dovranno essere un po’ più distanti per il Covid - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Come sarà l’estate sotto l’ombrellone all’epoca del Covid-19? Se lo chiedono in tanti, anche nel Bresciano, tra chi nutre perplessità e chi intravede possibilità: la via sta sempre nel mezzo, anche se è chiaro come l’esperienza vissuta negli ultimi due mesi finirà per influenzare anche il nostro modo di godersi i mesi più caldi nei luoghi di villeggiatura.

Nella nostra provincia sono all’incirca una quarantina gli stabilimenti balneari sui tre laghi, Garda, Iseo ed Idro, oltre alle spiagge gestite direttamente dai campeggi affacciati sui tre bacini. E in questi giorni tutti o quasi stanno studiando la ripartenza per la cosiddetta Fase 3.

Che anche in spiaggia sarà stringente, perlomeno a guardare le linee guida emanate dall’Inail, che tante polemiche hanno portato da parte degli imprenditori marittimi per via delle regole molto severe inserite nel vademecum per i lidi. E se alla mascherina prima di accedere alla battigia e al distanziamento sociale ci avevamo fatto il callo, per l’estate dovremo abituarci a nuovi modi di comportamento.

Secondo l’Inail nelle spiagge ci dovranno essere ombrelloni distanziati di 5 metri (4,5 nella stessa fila), mentre i lettini o le sdraio senza copertura dovranno essere almeno a 2 metri. E scordatevi giochi o balli di gruppo: attività ludico-ricreative interdette per adulti e bambini con vigilanza obbligatoria al fine da evitare assembramenti, piscine chiuse. E ancora è vietato l’utilizzo promiscuo delle cabine, le docce saranno almeno a due metri l’una dall’altra (o separate da divisorie). Ma si parla pure di turnazione oraria e prenotazioni per l’accesso, magari tramite app, con accessi contingentati anche per le spiagge libere, per cui i singoli comuni dovranno trovare modalità di sorveglianza.

Per i servizi di ristorazione invece lo spazio-cliente è quasi triplicato (da 1,2 a 4 metri), con eliminazione dei menù di carta e dei buffet e il pagamento preferibilmente elettronico. Il tutto, ovviamente, con un’igienizzazione costante di tutte le superfici e di tutti gli spazi. In provincia. Insomma, una bella rivoluzione per chi era abituato alla spensieratezza dell’estate, agli aperitivi in spiaggia in compagnia, ai bagni di folla. Ed è un problema anche per chi con le spiagge ci lavora, anche se qualcuno prova a trovare soluzioni.

Come Andrea Avigo, gestore della Baia del Vento di San Felice del Benaco: «Noi avevamo 50 ombrelloni, già a 3,5 metri di distanza. Vediamo di metterne almeno 25/30, ma ci stiamo accordando con il Comune per allargarci un po’ anche nell’area pubblica almeno per il fine settimana, cosicché possiamo anche controllarla meglio. Non avremo più gli assembramenti degli altri anni, ma per avere più sicurezza serve più spazio. Giochi per i bambini? Speriamo in un po’ di tolleranza, ma il mio dubbio è che ci voglia tempo affinché la gente prenda fiducia. Mi sto anche attrezzando con un’app per la prenotazione del posto, come per il cinema. Fasce orarie? Magari per il ristorante. Può essere l’estate giusta per provare qualcosa di diverso».

Un po’ meno positivo Matteo Cerini, gestore di Jamaica beach a Sirmione: «Ci atterremo alle regole e manterremo le distanze. In un certo senso per noi è più facile, perché abbiamo gli alberi e non gli ombrelloni. Ma siamo demoralizzati, perché non ci sarà più il flusso di persone che avevamo in precedenza: ho fatto dei calcoli, se prima potevamo tenere 500 persone, ora mantenendo comunque 13 dipendenti al massimo ne avremo 60-70. Mi auguro che ci sia la sostenibilità con queste regole. Prenotazioni? Io spero di avere il problema di scaglionare le persone, se così fosse ci attrezzeremo».

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