Brescia, bisogna riconquistare casa per tenere un passo da «A»

Ogni momento è buono, ma qualcuno di più: e questo è l’attimo che non può essere sfuggente. Questo, deve essere l’attimo in cui è assolutamente necessario che il Brescia inizi a dare solide basi alla casa di carta che è lo stadio Rigamonti. Se a metà dello scorso novembre a Mompiano si giocava contro il Pisa per piazzare una fuga mettendo un +5 tra sé e la terza in classifica, oggi si gioca - ore 14 contro il Cittadella - per evitare che a dar vita a un simil tentativo di fuga sia il Pisa stesso che con la vittoria, sigaretta in bocca, di ieri a Cosenza, mette una bella pressione a chi insegue.
La partita potrà essere seguita con la radiocronaca su radio Bresciasette, curata da Andrea Cittadini, o su Teletutto con Tutti in campo, trasmissione condotta da Angela Scaramuzza.
Il tutto, sul far della sera del girone d’andata di un campionato nel quale in 5 corrono per il titolo aleatorio (ma propiziatorio) di campione d’inverno, ma con sullo sfondo un senso d’inquietudine dato da un fattore Covid tornato a fare prepotente irruzione (anche) nelle case dei club con il rischio che oggi a te e domani a me sovvertendo piani e pronostici e con le Ats nei panni di possibili attori in grado di modificare la scena delle giornate. E così oggi niente scontro diretto Benevento-Monza rinviata a data da destinarsi insieme al verdetto ufficiale (a Santo Stefano l’ultima d’andata) su chi dovrà detenere lo scettro di medio termine.
I fatti

Cercare di navigare nell’ignoto è a ogni modo inutile ed è meglio invece che il Brescia utilizzi le informazioni certe che sono in proprio possesso. Ovvero, dopo aver - si auspica - scongiurato (questa mattina terzo giro di tamponi) il rischio di un focolaio dopo la positività riscontrata mercoledì, giocare solo su se stessa sapendo che per puntare in alto dovrà ottenere il «massimissimo» dall’impegno di oggi col Cittadella e della prossima settimana con la Reggina. E poi vedere che succede.
Ma il vero focus su questo ragionamento sta nella necessità che il Brescia che vuole restare a tutti i costi in zona A giochi su se stessa appunto ffrontando a viso aperto i fantasmi che aleggiano tra le mura amiche. «In casa giochiamo più nervosi, non so perché» ha così candidamente certificato ciò che le statistiche non dicono ma tutti vedono, Mateju. In casa sua, il Brescia non vince (in quella che fu una specie di vittoria di «rimbalzo» dopo 7 punti in una settimana) dal 6 novembre con il Pordenone e nelle ultime due uscite con Pisa e Monza, zero gol segnati contro i tre subiti.
Sfida
Un «non bottino» che stride fortissimo contro un libro da viaggio pieno di esaltanti avventure da 22 punti. Quell’1.37 di media in casa è troppo poco e basta pensare che non è sufficiente lo straordinario 2.44 da trasferta per arrivare ai due punti di media che sono il «viatico» più sicuro per poter pensare alla serie A. Insomma, c’è quel nervosismo che anestetizza l’aggressività da combattere con tutte le proprie forze cercando in tutti i modi una soluzione per vincere anche le proprie mancanze strutturali quando si tratta di dover fare la partita e individuare soluzioni per andare all’attacco delle difese schierate pur con giocatori che hanno ben altre caratteristiche: quelle che appunto li rendono micidiali fuori dove l’identità del Brescia è riconoscibilissima.
Quanto all’avversaria, è il solito Cittadella (che il Brescia tra casa e fuori non batte da 7 gare mentre un successo manca dalla stagione ’16-’17) di sempre, a immagine e somiglianza del 4-3-1-2 «aziendale» e all’insegna della continuità tecnica nel passaggio da Venturato a Gorini e in una rosa cambiata pochissimo che vive molto su Baldini (7 gol), le mezze ali Vita e Branca e il terzino Benedetti. È un Cittadella che sta bene come dimostra la sua striscia di 7 risultati utili di fila con 4 vittorie. Può uscire una classica partitaccia «sporca»: assolutamente alla portata. L’attimo non può essere sfuggente.
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