Arcos Brescia, a Castel Mella le bocce uno sport anche per giovani

Vincenzo Cito
Le vite incrociate dei talenti delle giovanili tra passione, sacrifici e atmosfera internazionale. La diciottenne Rachele Vivenzi ha vinto un titolo iridato in Algeria, nel 2023
I giovani talenti dell'Arcos Brescia Bocce - © www.giornaledibrescia.it
I giovani talenti dell'Arcos Brescia Bocce - © www.giornaledibrescia.it
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Non è uno sport per vecchi, dovremmo convincercene definitivamente guardando le foto in questa pagina. Ci mostrano i protagonisti della squadra Juniores dell’Arcos Brescia Bocce, club di Castel Mella. Sono tra i più forti in Italia. C’è chi, tra di loro, ha vinto anche un Mondiale e ha costretto i genitori a cambiare lavoro. È il caso di Rachele Vivenzi, 18 anni, che non ne aveva neppure sei quando a una festa di compleanno fu attratta dal gioco, presto per lei diventato una cosa seria. Costretti, ogni giorno, a portarla al bocciodromo di Castenedolo, papà e mamma alla fine se lo sono preso in gestione, senza peraltro mai praticare la disciplina. «Mi piace vedere le partite – afferma spesso papà Diego –, giocare è tutta un’altra cosa».

I fratelli Singh

Gursharan Singh in azione - © www.giornaledibrescia.it
Gursharan Singh in azione - © www.giornaledibrescia.it

E se pensate che i confini territoriali delle bocce siano da tempo definiti allora non conoscete i fratelli Singh, di origine indiana: anche loro si sono avvicinati a questo sport per puro caso vedendolo praticare al parco. Gurshan (nato nel 2012) e Gursharan (2013), residenti a Castiglione, non hanno più smesso. Hanno cominciato a disputare le prime gare con gli Amatori di Esenta, dove tuttora si allenano due volte alla settimana. Un’altra seduta tecnica la svolgono assieme agli altri compagni di squadra dell’Arcos, cui sono approdati quest’anno per il definitivo salto di qualità. I due fratellini si sono subito inseriti nel nuovo ambiente e riescono a conciliare gli impegni agonistici con i libri. Entrambi studenti alle medie, vanno orgogliosi soprattutto di una cosa: «Sappiamo parlare quattro lingue – raccontano –. Oltre a quella di famiglia e all’italiano, a scuola abbiamo imparato anche inglese e tedesco».

Il resto del gruppo

Il gruppo è completato dagli altri due Under 18 Riccardo Magri, originario di Bergamo, dal brianzolo Samuele Brambilla e, infine, da Leonardo Palazzi, nato ad Adro nel 2010, per il quale le bocce sono un vero e proprio affare di famiglia. Nonno Angelo era giocatore, lo è tuttora papà Daniel, che fa parte della prima squadra, approdata quest’anno in serie A. Mondi compositi, esperienze diverse, stessa passione: questi ragazzi formano un gruppo di ferro ed è molto difficile batterli. Sono già arrivati ai gironi interregionali e hanno compiuto un altro passo avanti la scorsa settimana eliminando dal torneo anche la Jolly Verona. A seguirne la crescita è Luigi Zani, che ha cresciuto generazioni di giovani giocatori. «All’inizio i ragazzi vivono l’esperienza soprattutto come un gioco – spiega –, perché magari lo hanno visto praticare in spiaggia. Poi comprendono da soli che per migliorare occorrono tecnica e preparazione, e che non bisogna farsi prendere dalla paura di sbagliare. Con loro occorre soprattutto un’infinita pazienza».

Leader

La diciottenne Rachele Vivenzi - © www.giornaledibrescia.it
La diciottenne Rachele Vivenzi - © www.giornaledibrescia.it

E poi ci sono quelli dal talento innato, come Rachele Vivenzi. Il suo più grande cruccio? Non riuscire a coinvolgere quelli della sua età. «Frequento l’Alberghiero, tutti sanno di me, spesso si complimentano per una mia vittoria, magari vengono a vedermi – racconta –. Ma a nessuno passa per la testa di seguire il mio esempio. C’è sempre quella falsa percezione che sia uno sport superato». Grazie alle bocce Vivenzi ha girato il mondo, da anni è in Nazionale, ha conquistato un titolo iridato a Orano, in Algeria, nel 2023, quando era tesserata per la Caccialanza di Milano, in coppia con la marchigiana Ginevra Cannuli. Un’esperienza indimenticabile, nonostante alcuni imprevisti, come il ritardo di quattro ore sul volo e la difficoltà di impegni serrati, culminati col successo in finale contro il Perù. «Ci dividemmo i ruoli per la prima partita – ricorda –, e poi abbiamo continuato con lo stesso schema fino alla fine, lei puntista e io bocciatrice. Fu un tour de force affrontato al meglio grazie anche a un’ottimale condizione fisica». E l’anno scorso, a Innsbruck, è arrivato anche l’oro agli Europei nella prova individuale. La foto di lei col tricolore fu postata dal Comune di Castenedolo, orgoglioso della sua campionessa. No, non è uno sport per vecchi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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