Brescia, il sorriso ritrovato di Vido: «È stata dura, ora vinciamo»
Un nuovo inizio, sperando che questa volta porti a imboccare strade meno dissestate. Strade lastricate di gol, giocate, felicità. E soprattutto continuità. A Luca Vido è mancata come l’aria da quando è all’Union Brescia. Colpa di quei maledetti problemi fisici che aveva infilato nella bisaccia a Reggio, prima di arrivare in città quest’estate.
In serie B si era rimesso a correre dopo la rottura del crociato. Poi le sollecitazioni imposte al suo corpo avevano presentato al conto: infortunio al polpaccio, lo stesso che l’ha messo in difficoltà in questa stagione di serie C. La speranza di tutti, sua in primis, è che sia finalmente giunta l’ora di mettersi tutto alle spalle.
Vido: gol a Cittadella, ora i novanta minuti convincenti con le Dolomiti. Dica la verità, le è tornato il sorriso?
«Ritrovare il campo mi fa felice. Nell’ultimo weekend siamo andati oltre i due tempi da quarantacinque, visto che l’uno a zero di Cazzadori è arrivato dopo (ride, ndr). Nello spogliatoio si percepisce entusiasmo. Non che prima mancasse, ma ci serviva una vittoria che ci rilanciasse. Nelle ultime gare abbiamo raccolto meno di quanto meritassimo. Questa però è una squadra che lavora sodo e punta sempre al massimo, soprattutto per fare felici i suoi tifosi».
Quanto ha sofferto in questi mesi?
«Stare fuori è difficile, non lo nego. Io ho cercato di non perdere mai l’ottimismo: quello che ho vissuto mi ha forgiato, rendendomi il giocatore che sono ora. Voglio continuare su questa strada, per aiutare i miei compagni e la città».
Torna a lavorare con Corini: che impatto ha avuto sul gruppo?
«Molto importante. Lo conoscevo già, con lui mi sono sempre trovato bene. Sono felice che sia arrivato a Brescia. Lui, come il suo staff, non c’entra nulla con questa categoria. Ma se in questo momento siamo qui significa che dobbiamo dare qualcosa in più per tornare dove questa piazza è stata per molti anni, e dove merita di stare».
L’esonero di Diana comporta un’assunzione diversa di responsabilità anche per voi?
«In questi casi l’allenatore non è mai l’unico colpevole. E di certo la squadra non se ne lava le mani. È stata una sconfitta, per tutti. Personalmente sono dispiaciuto, perché reputo il mister e i suoi collaboratori bravissime persone. Ora è arrivato Corini, ma è giusto che ognuno di noi si responsabilizzi. Ha detto bene il presidente Pasini: ha fatto mezzo miracolo lui, adesso tocca a noi».
Ma serve davvero un miracolo per salire quest’anno?
«Immagino che si sia optato per un cambio di allenatore anche per dare una scossa alla squadra. Puntiamo in alto: l’ha detto il presidente, e noi siamo con lui. Tireremo le somme alla fine: se ci sarà da fare i play off, li faremo. Se arriveremo primi tanto meglio. L’unica certezza è che l’obiettivo è provare a vincerle tutte».
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