Calcio

Union, festa per quota 6mila con Bonometti e Domini

Fabrizio Zanolini
Il club è il trentunesimo a livello assoluto tra A, B e C per numero di abbonati. Domenica ospiti al Rigamonti due dei protagonisti del Brescia di Lucescu
Grande partecipazione per l'Union Brescia -  New Reporter Pasotti © www.giornaledibrescia.it
Grande partecipazione per l'Union Brescia - New Reporter Pasotti © www.giornaledibrescia.it
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Oltre 6.000 fedelissimi, tra passato e futuro. Sulla carta non c’è più il Brescia. Ma nella mente e nel cuore è sempre lì, viva e vegeta. È la storia di quei 114 anni vissuti dalle varie generazioni. Quella che fa da trait d’union con il passato e che l’Union vuole tenere viva anche così, invitando al Rigamonti chi di quella storia ha fatto parte in un entusiasmo ritrovato, come testimoniano gli oltre 6.000 abbonati: il club è il trentunesimo a livello assoluto tra A, B e C, e ha superato Catanzaro e Modena.

Tornando ai protagonisti che furono, ecco Stefano Bonometti e Sergio Domini. Il primo è, con Egidio Salvi, la bandiera delle rondinelle e tanto basta. Il secondo è uno dei protagonisti principali del Brescia di Lucescu che ottenne due promozioni in A nel triennio 1991-1994, intervallate anche da una bruciante e immeritata retrocessione in B allo spareggio di Bologna con l’Udinese. Entrambi fanno parte degli «eroi» di Wembley che conquistarono l’Anglo-italiano.

Domenica saranno allo stadio ospiti del club di Giuseppe Pasini e passeranno sotto quella Curva che è stata la loro.

Le parole

«Mi ha fatto molto piacere questo invito - dice Bonometti -. Pensare, domenica, di passare sotto la curva so che mi farà emozionare. In più, mi hanno avvisato che mi omaggeranno di un abbonamento in Tribuna centrale: mi ha fatto molto piacere, non mi era mai capitato...». Sul cambiamento, parte subito in quarta: «La cosa positiva è che Cellino se ne sia andato. Il fatto poi che il presidente Pasini abbia preso in mano tutto quanto mi fa un enorme piacere. So che è intervenuto nella situazione perché sentiva questa responsabilità e la brescianità del progetto. Sta facendo tutto molto bene».

Già, la brescianità. È questo il tasto giusto? «Benny» non ha dubbi: «Anche Corioni, che è stato un grande presidente, si augurava che imprenditori bresciani arrivassero in suo aiuto, pur mantenendo lui il timone in modo assoluto. Cosa che adesso è cambiata: Pasini pare abbia un’apertura verso tutti e questo ha fatto sì che sia riuscito a coinvolgere tanti imprenditori del territorio, circostanza non facile nel mondo del calcio. Ma ci sta riuscendo alla grande. E la notevole risposta dei tifosi conferma che la gente ha capito la differenza tra prima e adesso. Siamo passati da una persona che voleva solo distruggere a una società che vuole costruire. Questo ha creato un grande affetto verso questa squadra. C’è voglia di calcio, di programmazione, e io mi auguro che il programma di risalita in tre anni possa essere... di un solo anno».

Anche perché la sua valutazione su questa squadra è lusinghiera. «C’è una squadra forte, ma soprattutto c’è un gruppo. E questa è la parola chiave - prosegue l’ex libero -. Questo è un anno di rinascita: i giocatori possono fare la storia del Brescia come l’abbiamo fatta noi».

Il friulano

«Quando mi è arrivato l’invito - gli fa eco Sergio Domini - ero titubante. Sapete perché? Ho sentito un’emozione addosso che erano anni che non sentivo e ho paura ad emozionarmi ancora di più domenica. A Brescia ho passato tre anni splendidi, sono legato da sempre alla squadra e alla città, tanto che quello del Brescia è ancora il primo risultato che vado a vedere quando ci sono le partite. Ho dato tanto, ma ho anche ricevuto tanto, come poter giocare a Wembley: ecco perché ho accettato».

In questo calcio moderno basato molto sulla condizione atletica troverebbero ancora posto a centrocampo i De Paola e i Domini? Sergio sorride: «Io penso di sì. È vero che il calcio s’è evoluto molto a livello fisico, ma a livello tecnico-tattico è rimasto lo stesso. Anzi, quando ci abbiamo giocato noi, la serie A si diceva fosse il campionato più bello del mondo».

Sull’Union Brescia, il giudizio è positivo. «Brescia ha visto vestire la propria maglia da campioni. Ora spero davvero con tutto il cuore che torni nelle categorie che merita. Ha trovato una proprietà degna di questo nome. E credo che questa nuova società abbia tutte le carte in regola per potersi ricollocare nel calcio che conta».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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